(foto di Enzo Lacopo)
di Emanuela Alvaro
LOCRI – Con Celeste Costantino parlamentare di Sinistra Ecologia e Libertà, il sindaco di Lamezia Terme, Gianni Speranza e il primo cittadino di Benestare, Rosario Rocca, all’interno della stanza riservata alle organizzazioni sindacali del Presidio ospedaliero di Locri si è discusso del presente e di quello che potrà essere il futuro dello stesso.
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La delegazione del Circolo Sel della Locride guidata dal coordinatore, Walter De Fiores, e il referente comunale, Antonio Guerrieri, nell’avviare i lavori hanno posto l’accento su una situazione che, come sottolineato, si conosce fin troppo bene, «caratterizzata da conflitti, disorganizzazioni, assenza di guida, con un Commissario, che sembra non ubbidire ad alcun potere superiore, ma non voler vedere da chi dipende significa mentire». Guerrieri ha ricordato le colpe di una politica locale, ma anche nazionale dove a prevalere è sempre stata per la questione sanitaria la disorganizzazione, l’improvvisazione e, Guerrieri ipotizza, anche collusione visto l’andazzo generale.
A prendere la parola Emanuela Barbuto della Fsi, Federazione sindacati indipendenti, che ha posto l’accento sull’inefficienza organizzativa e sul fallimento della gestione Scopelliti nel complesso. Ospedale in teoria Spoke, dove la fa da padrone la carenza di organico, con personale alla soglia del pensionamento e con finanziamenti pronti da spendere per la Casa della salute di Siderno che rimangono bloccati. «Recuperare il rapporto con il territorio e tutte le figure professionali di base, perché troppo ampia la discrasia tra rete ospedaliera e rete territoriale. Sono convinta che è inutile piangerci addosso, quello che sarebbe stato meglio non fare, ma è necessario pretendere che l’Asp metta in campo tutto per dare risposte alla cittadinanza. Dire che la colpa è di tutti e come dire che non è di nessuno».
A farle eco Antonio Sgambelluri Segretario di Rifondazione comunista, il quale ha ricordato la richiesta fatta, con documento ufficiale, al Ministro della sanità Beatrice Lorenzini, mentre Pasquale Mesiti, Segretario regionale Uil medici, nel far notare la presenza non totale delle organizzazione sindacali, «segnale che fa parte della confusione che regna in questa zona in particolare», conferma che a prescindere dal colore politico chi si prenderà carico e porterà avanti con risultati la questione sanitaria della Locride sarà il benvenuto. «La giunta Scopelliti non può dire di aver ereditato questa situazione perché quando hanno chiesto il voto sapevano e hanno anche detto che l’avrebbero sanata. Abbiamo pagato un prezzo altissimo per una regione poverissima e il risultato è stato una spesa sanitaria ridotta di poco. Ospedale Spoke che deve garantire reparti come oculisti e otorino, reparti che a Locri sono venuti meno. Una decisione passata inosservata. Dove sono i 14 milioni di euro stanziati che potrebbero consentire una sanità locale dignitosa. Al 2004 risale l’ultimo vero intervento che ad oggi ci permette di avere una sala operatoria e una rianimazione decenti».
Per Mesiti l’importante è avere interlocutori seri chiedendo alla parlamentare di farsi da tramite per avviare una Commissione interministeriale che faccia finalmente chiarezza su una situazione generale che non può andare avanti così, dove le tante professionalità, come ricordato da Salvatore Scaramuzzino, presenti sul territorio e valide non hanno gli strumenti elettromedicali per lavorare bene. Strumenti che in generale in tutta la Calabria mancano o risultano incomplete per dolo o per imperizia, «con la chiara sensazione che tutto sia organizzato per privilegiare le strutture private. Dove sono le apparecchiature quale iter è stato seguito, c’è un inventario. Mancano le visite ispettive e le autorizzazione all’esercizio dell’attività medicale – spiega Scaramuzzino – altro grosso problema e con uno studio dimostreremo che la maggior parte dei medici non ha l’autorizzazione ad utilizzare gli strumenti. Non si può fare medicina senza tecnologia».
«È la prima volta – afferma il sindaco Speranza – che entro in questo ospedale è noto che c’è un processo analogo a quello che è successo a Lamezia Terme e a Soveria Mannelli. Nel complesso si nota a livello regionale l’intenzione di voler privilegiare la strutture private. Questo mi fa capire molto anche in funzione della mia città. A prevalere no la logica del Tavolo Massicci, ma quella del Massicci corretta in modo clientelare».
Prendendo la parola Celeste Costantino ha sottolineato come essersi riuniti è il segnale che è forte ancora il desiderio di aprire un dialogo con un interlocutore, recuperando un contatto sano con la politica, cosa che lei credo si possa ancora avere. «Vi ringrazio per la denuncia forte che parte stasera, in una dinamica di bene comune. Quello di cui mi parlate non mi stupisce è qualcosa di sedimentato che entra in logiche consolidate nel tempo sia per il centrosinistra sia per il centrodestra. Sono calabrese eletta in Piemonte e vi confermo che c’è modo e modo di essere calabresi».
La parlamentare nel confermare il proprio impegno per tutelare il diritto alla salute, quello dei lavoratori e il diritto a vivere il territorio, ai presenti ha spiegato come vorrà lavorare per arrivare a dei risultati. «Il primo risultato da ottenere è avere una risposta da parte del Ministro alle denunce che state facendo. Il metodo più opportuno perché si abbia questo risultato è un’interpellanza urgente, le interrogazioni parlamentari non hanno la stessa velocità. Il secondo passaggio che mi convince molto a cui non avevo pensato e la commissione interministeriale dopo aver ottenuto la risposta del Ministro. E terzo una richiesta di audizione della Commissione parlamentare antimafia all’interno dell’ospedale. Solo così potremo mettere le mani nell’origine dei problemi. Credo che sia il percorso migliore attraversi il quale avanzare delle richieste. Ho fatto un’interpellanza urgente anche sui i rifiuti in Calabria e nello specifico a Reggio Calabria. Temi sui quali nessuno del luogo ha posto l’accento. Mi auguro che con le elezioni di novembre si possa mettere fine ad un’esperienza fallimentare della quale non credo non si possano rendere conto i calabresi. Dopo l’interpellanza ci rivediamo per procedere».