di Antonella Scabellone
LOCRI-Un servizio d’eccellenza che da anni svolge una laboriosa attività di ricerca per la prevenzione dei tumori e’ quello diretto, presso l’ospedale civile di Locri, dalla dottoressa Caterina Criaco, specialista in anatomia patologica, e dai suoi collaboratori, il dottori Avenoso, Romeo, e Adornato.“Citopatologia prevenzione tumori” è questo il nome del reparto che ha compiuto dal 2006 ad oggi uno studio approfondito sul tumore della cervice uterina effettuando un totale di circa di 30.000 esami e soffermandosi anche sulla lettura di agoaspirato di sospette neoplasie di organi parenchimatosi(mammella e tiroide soprattutto).
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In particolare si è riscontrato come siano aumentate negli ultimi tempi le neoplasie tiroidee, in modo particolare il carcinoma papillare della tiroide, che si manifesta nell’ età giovanile. Studi approfonditi hanno portato a ritenere che questo tipo di tumore sia legato alle radiazioni ionizzanti presenti nell’atmosfera e che se diagnosticato per tempo (tramite ecografia e successivo agoaspirato) e con i dovuti approcci medico-chirurgici può essere sconfitto.
Tutte queste ricerche del dipartimento, vero e proprio fiore all’occhiello dell’ospedale di Locri, sono state riprese e approfondite dal dottor Francesco Calderazzo, fresco di laurea, nella sua tesi in scienze biologiche dal titolo “Il Papilloma virus, causa principale del carcinoma della cervice uterina: approccio diagnostico mediante esame citologico”.
La tesi ha riguardato un campione di 17.608 donne che si sono rivolte al servizio negli anni compresi tra il 2009 e il 2012, provenienti dai servizi territoriali dell’ex ASL N9 di Locri che copre un bacino di utenza che va da Palizzi fino a Monesterace. Lo studio della tesi ha rilevato, dal campione di donne esaminate, sottoposte a pap-test, i seguenti risultati:
– 17 carcinomi invasivi del collo uterino
-20 casi di lesioni di alto grado riconducibili quindi a carcinomi intraepiteliali e quindi altamente trattabili
-20 casi di lesioni di basso grado, che se non monitorizzati e trattati possono sfociare verso una neoplasia
-379 casi di anomalie citologiche da sottoporre comunque a controlli e follow-up successivi per scongiurare l’evoluzione verso una patologia tumorale.
Nella discussione della tesi con la professoressa Maria Teresa Sciortino dell’ateneo messinese, il dottore Calderazzo ha evidenziato la correlazione del danno molecolare indotto da alcuni ceppi di Papilloma virus e lo sviluppo delle patologie tumorali del collo uterino; è emerso inoltre che, tutti i casi studiati che presentavano anomalie citologiche indotte da HPV, sono stati indirizzati verso controlli clinici successivi o ricerche biologiche (come suggerito dai protocolli nazionali e internazionali), svolti anche questi presso il nosocomio locrese, in particolare presso l’unità di Ginecologia ed Ostetricia e presso il Laboratorio di Biologia molecolare allocato presso il Centro Trasfusionale dell’Ospedale di Locri.
Insomma, in un periodo in cui la sanità calabrese è spesso nell’occhio del ciclone per fatti negativi, ecco una bella realtà presso l’ospedale di Locri dove giornalmente si studia per prevenire e sconfiggere i tumori che più comunemente affligono le donne e che sono causa di diffusa mortalità