Un momento della consultazione elettorale nel seggio di Gioiosa Jonica
E’ stata una festa della democrazia, da qualunque angolazione la si voglia vedere. Il popolo del centrosinistra locrideo ha risposto alla grande all’appello dei leader progressisti affollando i seggi predisposti quasi in ogni comune. Come promesso, noi di Lente Locale, alle 22 abbiamo fornito tutti i dati raccolti immediatamente dalla nostra redazione nei principali centri del comprensorio. Ora è tempo di una prima analisi a caldo del voto della Locride partendo da alcuni dati numerici e, in quanto tali, oggettivi.
L’AFFLUENZA ALLE URNE
Siderno è il comune più popoloso della Locride, ma non è andato oltre i 450 elettori (appena 13 più di Bianco e 5 in più di Caulonia), un dato di per sè non allarmante, ma che mostra come in altre realtà l’affluenza sia stata più forte. E’ il caso di Roccella, storica roccaforte della sinistra, laddove hanno votato ben 666 elettori. Bene, oltre alle già citate Bianco e Caulonia, anche Locri con i suoi 613 votanti e Bovalino che ha sfiorato quota 400. Un dato sui cui riflettere, se si pensa alla tradizione socialcomunista del paese più popoloso del comprensorio e che, dal 2001 in poi ha visto al vittoria del centrodestra alle elezioni amministrative. Insomma, nulla è scontato da queste parti e il centrosinistra dovrà lavorare parecchio, soprattutto per cercare l’unità di tutte le forze progressiste se vorranno riconquistare la maggioranza in consiglio comunale.
BERSANI
Il segretario vince quasi ovunque, ma per lui non è stato un plebiscito. I paesi nei quali ha conquistato la maggioranza assoluta sono SIderno (54.4%) e Locri (50,73%), i due centri più popolosi di stretta osservanza bersaniana, ma soprattutto a Caulonia, laddove i destinatari delle “purghe” decretata dalla dirigenza sovracomunale lasciavano pensare a propositi di rivalsa da parte dei renziani locali, tra cui gli epurati Tucci e Grenci. La risposta del popolo della fu Repubblica Rossa è stata chiarissima: quasi i due terzi dei cauloniesi sono con Bersani, un risultato senza paragoni in zona se si esclude Gerace, roccaforte del sindaco Pino Varacalli che è coordinatore del movimento “Con Bersani al centro” che fa capo all’ex ministro Fioroni. Maggioranza assoluta ai Bersaniani anche a Roccella, Bovalino e Bianco, mentre a Gioiosa si attestano sotto il 49%.
RENZI
Il rottamatore trionfa a Monasterace, sospinto dall’altro “epurato” Cesare De Leo. Ma è di tutto rispetto anche il risultato di Locri con Pino Mammoliti che sosteneva il sindaco di Firenze, raccogliendo oltre il 34%, e Roccella, con una forte componente renziana che supera il 32%. Benissimo anche a Bianco col 33,6%, a Caulonia (29,9%) e a Gioiosa (29,4%), mentre a Siderno non va oltre il 27,5%.
VENDOLA
La Stalingrado della Locride è Benestare. Qui, i vendoliani trascinati dal sindaco Rosario Rocca hanno superato il 45% di consensi, superando Bersani di tre preferenze. Di assoluto rispetto il dato di Gioiosa, laddove il Governatore della Puglia ha sfiorato il 20% e Siderno, (15,7%), ma soprattutto Bovalino, laddove i giovani Ruggero Brizzi e Walter De Fiores hanno sospinto Nichi al 18,2%
TABACCI
Il candidato in quota Api piace soprattutto agli elettori di Gerace (7,9%) e Bovalino, mentre altrove si attesta intorno all’1%
PUPPATO
Lo scarso appeal del sindaco veneto probabilmente è dovuto alla mancanza di radicamento e di comitati elettorali dalle nostre parti, nelle quali raggiunge percentuali da prefisso telefonico.
GIANLUCA ALBANESE
L’APPROFONDIMENTO SUL DATO DELLA ZONA NORD DEL COMPRENSORIO
Il comune denominatore di Rocella Jonica e Monasterace in queste primarie del centro sinistra è rappresentato dal fatto che quella parte di sinistra che amministra ne esce perdente. Questo è un primo dato che può aprire a delle riflessioni più approfondite e potrebbe dir tanto come non potrebbe dire nulla. Ma se il dato di Monasterace viene citato mentre scriviamo, dagli opinionisti di La 7 indicando, che nel comune dove la sindachessa antimafia Maria Carmela Lanzetta, bersaniana, perde rispetto la sua opposizione in consiglio che sostiene Renzi, forse qualche significato c’è. A Roccella invece è evidente che il centrosinistra dimostra di catalizzare una certa attenzione, ma si differenzia nel suo interno, tale da rendere alternative la proposta renziana a quella bersaniana senza trovare un motivo di sintesi. I 352 voti appannaggio di Bersani, supportato dal circolo Pd hanno un’incidenza del 52%, rispetto al 33% di Renzi, e al 13,8% di Vendola, che riportano rispettivamente 216 e 83 voti. Questo significa che i vendoliani e la federazione di sinistra insieme al circolo del Pd, in questo momento possono far valere un vantaggio su quella sinistra che oggi amministra la città. Se il consenso che si è catalizzato su Renzi a Roccella è quello di coloro che escono dagli schemi e si vogliono occupare prettamente di amministrazione e porre questa solo e prettamente in funzione del benessere della città, si capisce che le posizioni sono ancora più distanti, perché mentre per gli uni è fondamentale portare la voce del partito dentro le istituzioni, per gli altri invece quest’esigenza non esiste, anzi potrebbe essere considerata come un fardello. Aspettiamo di vedere ciò che accadrà su tutto il territorio nazionale, ma in tanto è doveroso registrare che la Calabria dimostra sempre di essere più portata alla conservazione, attestandosi sulle posizioni del segretario del partito e diffidando di proposte evolutive, per non dire rivoluzionarie di un rottamatore come Renzi.
SIMONA ANSANI