di Adelina B. Scorda
LOCRI – A emergere nel processo presieduto dal giudice Adriana Cosenza, che vede come unico imputato Giovanni Strangio (già condannato all’ergastolo per la strage di Duisburg nell’agosto del 2007 e detenuto presso il carcere di Rebibbia), sono due elementi per la difesa di importanza rilevante ai fini processuali: la presenza di otto telecamere di video sorveglianza e il percorso compiuto quella notte dalla vigilanza.
In aula è presente il padre di Giovanni Strangio, quest’ultimo, invece, e’ in collegamento video dal Carcere di Rebibbia. Ad essere ascoltato dalla corte oggi, il teste della difesa Helves Frank il vigilante, in collegamento video da Duisburg ,che la notte della strage prestava servizio presso l’agenzia di sicurezza, la “Kotter Security” presso cui lavorava. L’avvocato Antonio Russo, nel lungo interrogatorio al suo teste, oltre a richiedere chiarimenti sulla presenza di telecamere di videosorveglianza – quelle installate a registrazione continua che riprendevano da vari punti le aree dello stabile dove si trovava il ristorante “ Da Bruno” – ha più volte chiesto al teste se quella notte, esattamente fra l’una e le 2.30 avesse udito qualcosa o notato qualche movimento sospetto. Dalle dichiarazioni del teste, la notte della strage nulla avrebbe fatto prevedere quanto poi sarebbe accaduto. Otto filmati, dunque, mai visionati nella loro interezza dalle autorità investigative, né tanto meno dalla difesa. Secondo quanto asserito dall’avvocato Russo e tacitamente confermato in aula, le informazioni poste agli atti del processo si limitano ad alcuni fotogrammi che la polizia tedesca avrebbe inviato alle autorità italiane. “Sono trascorsi sei anni dalla strage – dichiara in aula l’avvocato Russo – e un elemento così importante come le registrazioni della giornata precedente l’atto delittuoso e della notte stessa non è stato mai preso in esame, ma addirittura è ancora in possesso delle autorità tedesche”. In tre ore di udienza non un accenno al capo d’accusa, la detenzione di armi da fuoco, imputazione su cui è stato istruito il nuovo processo nei confronti del condannato Giovanni Strangio. La tecnica puntuale e minuziosa adottata dall’avvocato, che prevede ancora l’ascolto di ben sei testi, sembrerebbe minare dalle fondamenta tutto l’impianto accusatorio cha partendo dalla notte della strage s’incentrerebbe sull’innocenza del proprio assistito. Ulteriori particolari potrebbero, quindi, spuntare nella prossima udienza, nella quale saranno ascoltati i testimoni della difesa, fissata dalla corte per il 16 ottobre alla ore 10.