di Adelina B. Scorda
CAULONIA – Prosegue la battaglia legale dei difensori di Ilario Ammendolia (ex sindaco di Caulonia) e dell’ex capo dell’ufficio tecnico comunale Giuseppe Commisso, imputati nel processo per la discarica abusiva di contrada Apriche.
Le accuse che pendono sui due imputati vertono secondo la pubblica accusa rappresentata oggi in aula dal Pm Salvatore Cosentino di aver risolto l’emergenza rifiuti sversando gli stessi in un sito non autorizzato il tutto per mantenere il consenso elettorale per Ammendolia, mentre per Commisso il vantaggio si sarebbe concretizzato in un avanzamento di carriera. Ipotesi che i legali, Vincenzo Ammendolia e Domenico Albanese, chiamando sul banco dei testimoni alcuni dipendenti e consiglieri comunali, hanno tentato di vanificare
Importante la testimonianza di Leonarda Greco, responsabile del personale al Comune di Caulonia, la quale ha confermato che l’imputato, Giuseppe Commisso, proprio in quegli anni ricopriva la carica di responsabile dell’ufficio tecnico, gradino più alto all’interno delle cariche dirigenziali. La conferma della teste e la documentazione prodotta dall’avvocato Albanese, costituirebbero una prova presumibilmente tangibile dell’infondatezza dello specifico capo d’accusa pendente nei confronti di Commisso.
Dal canto suo il legale dell’ex sindaco, Vincenzo Ammendolia, ha tentato di smontare le accuse chiamando sul banco dei testimoni Ilario Naso, attuale capo dell’ufficio tecnico che nel periodo targato ricopriva la carica di responsabile all’urbanistica. Naso, ha rammentato come il sito autorizzato fosse la stazione di Focà, regolarmente utilizzata dal comune di Caulonia e da alcuni comuni limitrofi in convezione, e che l’ordinanza che autorizzava lo sversamento ad Apriche sarebbe stata formulata in via preventiva a inizio anno 2011 ma utilizzata solo alcuni giorni ad agosto, ossia solo in quei frangente, suo dire, in cui l’emergenza rifiuti si fece più grave.
Due, le leve di forza della linea difensiva intrapresa da Vincenzo Ammendolia che ha teso a dimostrare l’impegno del suo assistito dal 2008 al 2011, nella raccolta differenziata, esperienza interrotta per l’addotta mancanza di finanziamenti da parte della Regione. Ma il cavallo di battaglia presentato in documentazione cartacea inserito agli atti è stata la lettera che l’ex sindaco di Caulonia scritta ai suoi uomini a fine mandato, nella quale si diceva disposto a fare un passo indietro per lasciare il posto a chi voleva proporsi alla guida del paese. Un tentativo della difesa, questo, di smontare la logica del consenso elettorale, obiettivo alla base del reato da parte dell’accusa.
A conferma anche le dichiarazioni di Caterina Belcastro attuale assessore comunale e segretario del circolo Pd di Caulonia e consigliere di maggioranza dal 2007 al 2012. Il presunto illecito commesso dall’ex sindaco con l’aiuto del responsabile dell’ufficio tecnico Commisso, non risulterebbero invece alla memoria Antonio Cavallo, attualmente assessore ai lavori pubblici e all’ambiente, e nel periodo posto sotto osservazione assessore esterno con analoga carica.
Cavallo ha evidenziato l’impegno dell’ex sindaco teso a migliorare il servizio di raccolta rifiuti, con un particolare interesse verso la raccolta porta a porta, “servizio svolto – a suo dire – da una ditta esterna al comune che svolgeva secondo un calendario preciso la raccolta del differenziata per poi conferirlo in un sito, (la descrizione è molto vaga), vicino al torrente Allaro, deposito temporaneo in attesa che Locride ambiente che si occupava allora del servizio non li ritirava”. Non risulta all’assessore Cavallo, nel periodo in cui sarebbe stato commesso l’illecito, alcun utilizzo della discarica di contrada Apriche se non per “sole 4 o 5 volte in via eccezionale”.
Il processo è stato aggiornato al 29 ottobre, giorno in cui verranno ascoltati i restanti testi e inizierà la discussione.