di Claudio Cordova (fonte www.ildispaccio.it)
REGGIO CALABRIA – La Corte d’Assise d’appello di Reggio Calabria ha rigettato la richiesta di riapertura dell’istruttoria formulata dalla difesa di Alessandro Marcianò, assolto in Cassazione per l’omicidio del vicepresidente del consiglio regionale della Calabria Francesco Fortugno, assassinato a Locri il 16 ottobre del 2005. Il processo è ritornato in appello dopo che la Suprema Corte ha rinviato gli atti a Reggio Calabria per un nuovo giudizio sull’imputato che era stato ritenuto in primo e secondo grado il mandante del delitto, per cui risulta condannato il figlio di Marcianò, Giuseppe, insieme ad altri personaggi in qualche modo contigui alla criminalità organizzata della Locride.
Nel dettaglio, la Corte presieduta da Gabriella Cappello ha rigettato le richieste avanzate lo scorso 26 marzo dall’avvocato Antonio Managò, difensore di Marcianò. Tra queste, l’audizione degli ex dirigenti della Squadra Mobile di Reggio Calabria, Salvatore Arena e Luigi Silipo, l’accertamento della circostanza relativa all’aggancio della medesima cella del ripetitore telefonico dei luoghi in cui sorgono il Consiglio Regionale della Calabria e il Policlinico della Madonna della Consolazione di Reggio Calabria, l’acquisizione degli atti relativi agli esiti dell’inchiesta della Commissione Parlamentare Antimafia e l’accertamento della composizione dello staff del gruppo consiliare dell’ex consigliere regionale Domenico Crea, condannato per concorso esterno in associazione mafiosa.
Sul delitto Fortugno, infatti, aleggeranno sempre sospetti circa mandanti occulti. Qualcuno sospetterà dello stesso Crea, primo dei non eletti e subentrato a Fortugno dopo l’uccisione. Altri, invece, paventeranno un coinvolgimento della cosca Libri di Reggio Calabria, alla luce di alcune intercettazioni captate nelle ore antecedenti al delitto.
Tuttavia l’indagine condotta dai pubblici ministeri Giuseppe Creazzo, Mario Andrigo e Marco Colamonici arriverà a una condanna definitiva per tutti gli imputati, tranne che per Marcianò, per cui la Cassazione annullerà con rinvio la sentenza di condanna all’ergastolo. Nella stessa decisione la Suprema Corte ha invece confermato la condanna all’ergastolo per i tre giovani ritenuti protagonisti, seppure con ruolo e partecipazione diversi, della spedizione di morte: Salvatore Ritorto, Giuseppe Marcianò e Domenico Audino.
Sono state invece acquisite con il consenso delle parti due relazioni della Questura di Reggio Calabria. Il processo e’ stato aggiornato al prossimo 20 giugno per la requisitoria del sostituto procuratore generale, Fulvio Rizzo, e la discussione delle parti.