di Antonella Scabellone
LOCRI- Richieste pesantissime sono arrivate dal Pm della DDA Antonio De Bernardo per gli imputati del processo Recupero-Bene Comune che si sta celebrando davanti al Tribunale di Locri contro oltre cinquanta presunti affiliati al clan Commisso di Siderno. Le cinque assoluzione che riguardano Antonio e Domenico Baggetta, Carmelo Fimognari, Pasquale Pacicca e Cosimo Commisso non devono trarre in inganno sulla “clemenza” della pubblica accusa che, codice alla mano (anche se ha dichiarato di non aver calcolato l’aggravante della transnazionalià) non ha fatto sconti a nessuno, arrivando a conteggiare pene davvero consistenti.
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Lo aveva fatto intendere il Pm, qualche minuto prima di terminare la sua requisitoria, che avrebbe usato la mano pesante, quando ha richiamato l’attenzione delle Corte sulla recidività di diversi imputati che, nonostante già condannati in passato per reati associativi, impoveriti nei loro patrimoni da provvedimenti di sequestri e confische, sarebbero tornati a delinquere senza esitazione non appena tornati in libertà. Associazione mafiosa, intestazione fittizia di beni, riciclaggio di denaro, coltivazione e traffico di stupefacenti, i principali capi di imputazione contestati che, tra di loro sommati, in diversi casi hanno portato a richieste di pene anche superiori a venti anni. Cosi’ per Riccardo “Franco” Rumbo, che rischia 24 anni di carcere; o per Michele e Giuseppe Correale, Francesco Muià e Antonio Futia, per i quali è arrivata una richiesta di anni 22 di reclusione; diciotto anni sono stati chiesti invece per Cosimo Ascioti e Giuseppe Napoli; sedici anni per l’ex sindaco Alessandro Figliomeni, a cui si contesta il vincolo associativo in quanto, secondo la pubblica accusa, sarebbe stato la longa manus del clan Commisso in comune; ma 16 anni è la richiesta fatta anche per Paolo Correale, Antonio Figliomeni (classe 1966) , Antonio Figliomeni alias “u topu”(classe 1949), Vincenzo Figliomeni, Giuseppe Muià, Carlo e Antonio Scarfò. E l’elenco continua, con decine di imputati, tra cui diverse donne, su qui gravano richieste di pena pesanti di 15, 14, 12 anni per arrivare a un minimo di sei e quattro.
L’udienza è terminata con il deposito delle memorie conclusionali delle parti civili (Provincia, Regione e Comune). Per il comune di Siderno gli avvocati Antonio Ferreri e Antonio Cutugno hanno chiesto: il primo, nei confronti di tutti gli imputati che hanno scelto il rito ordinario, la condanna a una somma di circa 5 milioni di €uro a titolo di risarcimento danni; il secondo, nei confronti dei soli imputati che hanno scelto il rito immediato (Alessandro Figliomeni e Futia Domenico) rispettivamente una somma di € 500 mila e 400 mila euro. Anche la Provincia di Reggio Calabria, attraverso l’avvocato Ferreri, ha chiesto un risarcimento di cinque milioni di euro.
Già In fase di giudizio abbreviato la Corte d’appello ha confermato alcuni giorni fa una somma di 500 mila euro a testa per le parti civili comune di Siderno, Provincia di Reggio e Regione Calabria.