di Gianluca Albanese
REGGIO CALABRIA – Quindici anni di carcere. E’ questa la condanna inflitta dal tribunale di Reggio Calabria ad Antonio Cataldo, riconosciuto come leader della omonima consorteria di ‘ndrangheta di Locri e frutto del verdetto emesso nel tardo pomeriggio di oggi, nell’ambito del processo “Route 106”, che ha sancito altresì l’assoluzione dell’imprenditore Carlo Parasporo.
La condanna a Cataldo è da intendersi come la continuazione di altri due processi: “Primavera”, nel quale è stato condannato a otto anni; “Dead” a tre e, appunto, i quattro della sentenza odierna, per un totale di quindici. Il processo, come si ricorderà, prende le mosse dall’inchiesta condotta dalla DDA di Reggio Calabria, e in particolare dal pubblico ministero Antonio De Bernardo, che ha messo in luce gli intrecci tra le consorterie di ‘ndrangheta e i soggetti impegnati, a vario titolo, nella realizzazione della nuova strada statale 106. Caustico, come sempre, il commento dell’avvocato difensore di Cataldo, Pino Mammoliti. «Se Parasporo è stato assolto, tutti gli imprenditori che sono state vittime di estorsioni, e le stesse associazioni antiracket dovrebbero scendere in piazza e fare una fiaccolata di protesta».