di Antonella Scabellone
LOCRI- Tornano in carcere Pasquale Scali, Domenico Cordì e Domenico Panetta Spanò. I tre erano stati condannati con rito abbreviato nell’ ambito del Processo”Sharks”, insieme ad altri venti imputati considerati coinvolti in un giro d’usura che faceva capo alla cosca Cordì di Locri. Devono scontare un residuo di pena, oramai definitivo, essendo stato dichiarato inammissibile il ricorso in Cassazione promosso dalle rispettive difese.
Gli arresti sono stati eseguiti questa mattina dai carabinieri della compagnia di Locri che sotto le direttive del capitano Nico Blanco hanno tradotto in carcere: Pasquale Scali (classe77), Domenico Cordì (classe 79) e Domenico Panetta Spanò (classe 73). Respinto il ricorso in Cassazione anche gli altri imputati tra cui Attilio Cordì (che però non ha residui di pena da scontare a riguardo) e Franco Maiorana (quest’ultimo è stato raggiunto dal provvedimento restrittivo in Emilia Romagna). Unico annullamento con rinvio quello di Ennio Floccari. I residui di pena da scontare sono rispettivamente: per Pasquale Scali 2 anni e sei mesi; per Cordì Domenico 4 anni mentre per Domenico Panetta Spanò 2 anni e 7 mesi.
Il 25 marzo scorso le porte del carcere si sono riaperte anche per Pasquale d’Ettore, condannato nell’ ambito dello stesso procedimento con rito ordinario alla pena di nove anni.
L’indagine “Shark” è partita dalle deposizioni di due negozianti, Rocco Rispoli e Luca Rodinò, che strozzati nel giro dell’usura hanno deciso di collaborare con la giustizia denunciando i propri aguzzini. I principali reati contestati agli imputati dalla DDA reggina sono quelli di estorsione, usura, riciclaggio associazione mafiosa, furto, danneggiamento detenzione e porto d’armi.