di Anai
LOCRI – L’Associazione nazionale avvocati italiani, assistita dagli avvocati Giulio Prosperetti e Isabella Stoppani, dopo aver ottenuto l’annullamento giudiziale del regolamento concernente le elezioni al consiglio dell’ordine, ha notificato ieri 16 novembre il ricorso innanzi al TAR Lazio finalizzato a ottenere l’annullamento del regolamento sulle specializzazioni forensi.
“Salutiamo con soddisfazione la decisione di procedere alla impugnazione del regolamento sulle specializzazioni – dichiara il Presidente della Sezione di Locri dell’ANAI avvocato Roberto Lanfranco – poiché il regolamento ministeriale è fortemente discriminatorio per i professionisti che vivono e operano in realtà del paese economicamente difficili come la nostra e, soprattutto, perché penalizza i giovani avvocati, al pari del regolamento già annullato sulle elezioni forensi.
Il ricorso è stato proposto per censurare l’eccesso di potere e la contraddittorietà e illogicità manifesta, quali vizi principali, in particolar modo per aver previsto un numero di incarichi per conseguire la specializzazione e il mantenimento della medesima, anziché privilegiare la qualità degli incarichi ricevuti; ancora, per non aver rispettato la necessità di certificare l’eccellenza di una specializzazione in determinate materie, cadendo in una evidente incongruenza rispetto agli altri Stati Europei dove il titolo di specialista si ottiene solo a seguito di una procedura selettiva per titoli ed esami molto accurata.
Nel nostro paese, invece, il titolo di specialista sarebbe previsto solo per chi riceve molti mandati in un singolo settore, senza tener conto, poi, se effettivamente in quel campo si è in grado di svolgere un lavoro altamente specializzato. Ancora una volta – dichiara il Presidente Avv. Roberto Lanfranco – l’ANAI, con in testa il Presidente Nazionale Maurizio de Tilla e le articolazioni territoriali, testimonia il ruolo di associazione sindacale sempre pronta a difendere politicamente e anche giudizialmente l’avvocatura italiana da un disegno politico intenzionato a ridurre le prerogative e i diritti della categoria, delle fasce deboli dell’avvocatura, ossia gli avvocati cosiddetti di provincia – ma non per questo meno preparati – e soprattutto dei giovani colleghi in difficoltà.
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