R. & P.
Mentre bambini ed adolescenti sono costretti a stare in casa da mesi e faticano a giocare, il territorio reggino vuole condividere una positiva esperienza educativa e di cittadinanza col resto d’Italia.
Infatti, i promotori Centro Sportivo Italiano di Reggio, Anci Giovani Calabria ed Ufficio del Garante dell’Infanzia e dell’Adolescenza della Città Metropolitana hanno scritto alla Ministra per il Sud e la Coesione Territoriale, Mara Carfagna, alla sottosegretaria del medesimo dicastero, Dalila Nesci, e alla sua omologa allo Sport, Valentina Vezzali, in merito a “Play, scendi a giocare con noi”, iniziativa già sperimentata con successo a Reggio negli ultimi 11 mesi coinvolgendo oltre 70 animatori e più di mille bambini e ragazzi tra i 5 e i 14 anni e pronta per essere lanciata anche a San Luca.
E che sarà sviluppabile in altre realtà di tutto il Paese, se verrà accolta la richiesta di patrocinio di collaborazione per farlo diventare progetto pilota per tutti i ragazzi d’Italia.
Che cosa è “Play”? Come si legge nella missiva inviata a Roma, è “Il gioco come antidoto alla solitudine, alla devianza e all’esclusione”, una “azione educativa, di partecipazione, responsabilità e di legalità” ed “un’impresa che appare ostica, soprattutto durante il tempo del Coronavirus”, per la quale “occorre fare un salto nel passato, utilizzando gli strumenti del futuro: far rivivere i cortili dei condomini e dei quartieri che, per generazioni, hanno rappresentato il luogo naturale di aggregazione tra pari età, specie durante l’infanzia e l’adolescenza”.
“Play” si caratterizza per individuazione dei luoghi d’attività come quartieri, complessi residenziali, sottoscala, cortili e promozione di giornate di pulizie e risanamento degli stessi insieme alle realtà socio-culturali; per attivazione di “spazi gioco” all’aperto, attraverso l’allestimento temporaneo di aree sportive e ludiche o mediante i giochi del passato; per l’attivazione di reti di dialogo con parrocchie, associazioni, enti, scuole, movimenti, famiglie ed altri soggetti, finalizzate alla creazione di una “Comunità Educante in Gioco” per organizzare le attività ludico-ricreative.
“Play” pensa anche ai bambini diversamente abili, in questo periodo esclusi e poco considerati.
Infatti, il gioco rappresenta un importante strumento di partecipazione e inclusione.
Spazio anche a percorsi formativi per educatori sportivi ed animatori promossi dal Csi, in collaborazione con enti e università.
Per l’eventuale opera di bonifica, di riqualificazione e di collocazione di attrezzatura sportiva per un futuro utilizzo stabile degli spazi, la rete proverà anche ad avviare dialoghi con gli enti locali e i volontari del territorio.
I percorsi ludico-sportivi programmati dal progetto valorizzano i temi della relazione, del gruppo, della partecipazione, del coraggio e della fantasia.
“Siamo felici per l’impatto positivo che questi mesi di “Play” ha avuto nei quartieri più delicati e fragili di Reggio. Per questo abbiamo deciso di rilanciarlo non solo in provincia, proponendolo per il resto d’Italia” affermano Paolo Cicciù (CSI Reggio) ed Emanuele Mattia (Garante). Non abbiamo solo felicità di vedere bambini ed adolescenti giocare, scoprire e stare insieme, ma anche l’orgoglio di lanciare questo progetto da un territorio tanto depresso come opportunità ed impiantistica quanto ricco di umanità” aggiungono. “Confidiamo nel Governo nell’espansione di “Play”, noi siamo pronti a mettere lo stesso impegno e la stessa passione messi in campo finora” concludono Cicciù e Mattia.
“Abbiamo sposato questo progetto con gioia ed entusiasmo. “Play” volge lo sguardo a coloro che più di tutti hanno subito gli effetti della pandemia: i nostri bambini. Noi amministratori siamo a contatto tutti i giorni con le nostre comunità e conosciamo i problemi sociali che attanagliano i nostri piccoli concittadini e le loro famiglie. Siamo convinti che questo progetto si potrà replicare su tanti Comuni da noi amministrati e ci impegneremo in prima persona per poterlo realizzare” è il commento di Anci Giovani Calabria.