di Redazione
LOCRI – Il direttore generale facente funzioni dell’Asp di Reggio Calabria Ermete Tripodi ha approvato oggi la proposta di rimodulazione del percorso di Triage nei pronto soccorso degli ospedali “Spoke” di Locri e di Polistena. Così facendo, si comincia a mettere a frutto il lavoro svolto dal dipartimento di Emergenza-Urgenza dell’Asp, diretta da Rocco Mario Polimeni e della task force che ha compiuto l’istruttoria tesa a una omogeneizzazione delle procedure e a un più efficace utilizzo delle risorse disponibili, composta, tra gli altri, dal primario Giuseppe Zampogna e dall’infermiere Vincenzo Macrì. Il tutto in conformità alla raccomandazione ministeriale n° 15/2013.
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Sia ben chiaro, in tempi di rientro dal debito della sanità regionale non ci si può aspettare nulla di miracoloso, ma solo un migliore utilizzo delle risorse (umane ed economiche) disponibili e una serie di procedure tese a ridurre al minimo i margini di incertezza e di confusione a livello operativo.
Il Triage, infatti, è un processo di selezione effettuato da personale qualificato che permette l’identificazione, la valutazione e la classificazione dei bisogni dei pazienti che si presentano al Pronto Soccorso sulla base di criteri prestabiliti attraverso l’utilizzo di una scala di priorità. «E’ necessario, quindi, – si legge nella relazione del direttore del DEU Polimeni – per evitare lungaggini nelle risposte ai pazienti più gravi, organizzarsi in maniera ottimale utilizzando al meglio le risorse disponibili».
A Locri, come è noto, dopo il corso di triage compiuto nella seconda metà del 2010, il servizio è partito in maniera “sperimentale” e, sottolinea ancora la relazione del DEU «Le procedure e l’applicazione del Triage sono state messe in opera solo grazie all’abnegazione del personale del Pronto Soccorso, in una fase sperimentale, ed anche prima che si creassero le condizioni logistiche e strumentali necessarie. L’infermiere triagista opera in un locale adibito a guisa di reception/sportello in cui smista in base al codice colore tra le sale dei codici bianco/verde o giallo/rosso. Tale servizio di Triage – prosegue la relazione – e la sala per i codici bianco/verde, per carenza di personale, non sono attivi durante le ore notturne; per tale motivo, durante l’orario suddetto, in paziente, in atto, non viene filtrato come durante le ore diurne».
Rispetto allo status quo, dunque, già dai primi di dicembre sono iniziati i corsi di formazione omogenea e intensiva per gli infermieri professionali che lavorano nelle due strutture.
«Grazie all’ultimazione dei lavori – riporta la relazione del DEU – a Polistena e a Locri si lavorerà su più spazi, cosa che permetterà di avere una stanza di attesa-accoglienza per il Triage, oltre la zona dove si opera sui dati amministrativi dei pazienti. Inoltre, accanto all’effettiva utilizzazione del Triage, esistono già o sono in itinere percorsi condivisi da adottare in Pronto Soccorso per i pazienti con dolore toracico, politrauma, vasculopatia cerebrale, sincope, fibrillazione atriale e gestione del paziente critico».
Insomma, ci sarà quantomeno un po’ più di ordine nella fase di selezione degli arrivi dei pazienti, cosa fondamentale per poter gestire con la serenità richiesta dalla delicatezza propria di questo tipo di lavoro, le situazioni che si presentano minuto per minuto.
Il percorso Triage, prevede una prima fase, ovvero quella dell’accettazione e del riconoscimento, mediante l’identificazione del paziente attraverso un documento d’identità e la compilazione, da parte dell’infermiere addetto, di un foglio di pre-accettazione da consegnare, a cura del paziente o dei suoi accompagnatori, agli operatori di Pronto Soccorso, ad ogni richiesta di successiva valutazione. Quindi, verrà valutato il paziente e gli verrà attribuito il codice conforme al suo stato sanitario, con la possibilità di rivalutare i pazienti in attesa come segue: ogni 5-15 minuti i codici gialli; ogni 30-60 minuti i codici verdi; a richiesta i codici bianchi. I codici rossi, ovviamente, entrano immediatamente al Pronto Soccorso.
Tutto ciò, evidentemente, esonera il medico di turno dalle attività burocratiche che un tempo doveva svolgere, e gli permette di avere diretto accesso alle attività di triage già eseguite sul singolo paziente.
La procedura adottata oggi, prevede inoltre la presenza di attrezzature minime (3 carrozzelle porta pazienti con porta bombola di ossigeno, 3 saturimetri portatili, 3 sfigmomanometri automatici e 3 termometri digitali ad infrarossi) e i compiti basilari dell’infermiere triagista: esegue le operazioni di Triage; accoglie i pazienti e valuta i parametri vitali; predispone la scheda informatizzata; indirizza i pazienti gravi (codice giallo/rosso) nei locali dell’Emergenza/Urgenza; collabora con il medico di turno per qualsiasi necessità.
Fin qui quello che riguarda il Triage.
Ieri, inoltre, il Dg f.f. Tripodi ha conferito l’incarico professionale in Chirurgia Laparoscopica, sempre presso l’ospedale di Locri al dirigente medico Domenico Freno.