di Patrizia Massara Di Nallo (foto fonte Wikipedia)
La Dieta Mediterranea, sintesi millenaria dei regimi alimentari di società cariche di storia affacciate sul Mare Nostrum,è divenuta un modello nutrizionale dovuto ad un’ eccezionale avventura di alcuni studiosi che ha cambiato la strategia di contrasto alle malattie cardiache e croniche degenerative. Già alcuni dietologi medici, il francese Paul Carton o lo svizzero Maximilian Bircher-Benner, avevano precedentemente avanzato alcune ipotesi sugli effetti benefici di un regime alimentare con limitato consumo di alimenti di origine animale (latticini, carne, uova), ma il concetto di dieta mediterranea, quale moderno modello alimentare, è stato per la prima volta introdotto e studiato in maniera sistematica, dall’epidemiologo e fisiologo statunitense Ancel Keys.Keys, intorno al 1950, prese in considerazione l’alimentazione di alcuni paesi del bacino mediterraneo, quali Italia, Spagna e Grecia, a quel tempo in situazione di severa difficoltà economica e di limitazione delle risorse a causa della Seconda guerra mondiale. Queste condizioni, associate ad un basso livello di tecnologia, favorivano uno stile di vita fisicamente attivo (per il lavoro nei campi) con una dieta frugale connotata dalla predominanza di prodotti vegetali.
Ancel Keys proveniva dall’Università del Minnesota, aveva una grande esperienza in molti campi della medicina ed era stato l’ideatore della razione K (pasto militare giornaliero), entrata in uso nelle Forze armate americane. Keys intuì la relazione tra alimentazione e stato di salute e arrivò a postulare l’importanza della dieta nella “teoria lipidica” delle malattie cardiovascolari. Insieme alla moglie Margaret Haney, biologa, e a un cardiologo americano Paul D. White, durante alcuni viaggi in molti paesi del mondo, (Grecia, Finlandia, Giappone, Spagna, Sudafrica ed Italia) Keys si accorse che valori bassi del colesterolo nel sangue si associavano a rarità di infarto miocardico. In particolare, in occasione della prima conferenza della FAO (Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Alimentazione e l’Agricoltura) sull’alimentazione mondiale, svoltosi a Roma nel 1951, fu per lui fruttuoso l’incontro con il fisiologo e nutrizionista salentino Gino Bergami, dell’Università di Napoli, che lo invitò a compiere uno studio preliminare dosando la colesterolemia in persone di diverso livello sociale e ad incontrare i medici del luogo che descrivevano sia la rarità dell’infarto nelle classi meno abbienti come le malattie cardiache quasi inesistenti e non costituenti, quindi, un problema sanitario.
Nel 1952 Keys e Bergomi svolsero inoltre un’indagine sui consumi alimentari, lo stile di vita e lo stato di salute dei vigili del fuoco del Minnesota e di Napoli in relazione al rischio di cardiopatie. I risultati dell’indagine stabilirono che il “il regime alimentare a Napoli era povero di grassi e che soltanto le persone ricche erano soggette ad attacchi cardiaci (…) la cui alimentazione era diversa rispetto a quella del resto della popolazione: mangiavano carne ogni giorno anziché ogni una o due settimane”.Ancel Keys, a questo punto, decise di svolgere una ricerca più ampia per verificare le intuizioni confermate dalle ricerche effettuate e quindi coinvolse Paul Dudley White, cardiologo anche del Presidente degli Stati Uniti d’America Eisenhower.
Nel settembre del 1955, a Denver in Colorado, Eisenhower fu colpito da un attacco cardiaco e per lui le speranze di essere rielettoa presidente degli Stati Uniti, l’anno successivo, sfumarono. Paul D.White, medico personale del Presidente, lo convinse a chiedere un consulto a Keys che indagò sulle abitudini alimentari e lo stile di vita del Presidente accertando che questi mangiava carni, molti grassi, poca frutta e verdura e conduceva una vita sedentaria. Keys gli propose di cambiare stile di vita e di adottare un nuovo modo di nutrirsi prescrivendogli una dieta secondo i canoni verificati a Napoli che furono codificati successivamente nel Modello di Dieta Mediterranea Italiana di Riferimento. Il risultato : sette settimane dopo, Eisenhower ritornò alla Casa Bianca più in forma di prima e, nel successivo mese di novembre1956, fu rieletto Presidente.
Nel 1958 Ancel Keys progettò, su varie popolazioni in tutto il mondo, un originale studio epidemiologico, il “Seven Countries Study” (studio dei sette paesi), reclutando uno straordinario gruppo di scienziati provenienti da diverse nazioni. Infatti l’equipe coordinata da Keys includeva: sua moglie Margaret, Paul D.White, Flaminio Fidanza, Vittorio Puddu di Roma,il giapponese Noboru Kimura, John Brock di Capetown, Martti Karvonen di Helsinki, Christ Aravanis di Atene, Ratko Bruzina da Zagabria, Mario Mancini e Alessandro Menotti.
Per lo studio pilota, da estendere a tutti gli altri gruppi, fu scelta la cittadina di Nicotera, in Calabria,perché un collega del nutrizionista Flaminio Fidanza, Antonio Del Vecchio, suggerì di iniziare proprio dal suo paese di nascita, cioè Nicotera. Fu presa in considerazione, quindi, la dieta comune della città calabrese ed estesa a 16 gruppi di uomini di età tra 40 e 59 anni in sette Paesi: un gruppo negli Stati Uniti, due in Finlandia, uno in Olanda, tre in Italia (in comuni rurali del Nord, Centro e Sud: Crevalcore in provincia di Bologna, Montegiorgio in provincia di Fermo e Nicotera in provincia di Vibo Valentia), due in Jugoslavia, due in Grecia e due in Giappone, per un totale di oltre 12.000 individui. Inoltre, venne incluso nello studio anche un campione di ferrovieri, della zona di Roma, a rappresentare il gruppo di confronto europeo di un analogo campione di ferrovieri arruolato nel Midwest e Northwest degli Stati Uniti. I ricercatori partirono da Napoli con due macchine e dopo quattro giorni raggiunsero Nicotera viaggiando ogni giorno su strade dissestate tanto da essere costretti a fermarsi per togliere i sassi sulle strade e poter così passare.
A Nicotera l’équipe stabilì il suo quartier generale, in un locale di Via Castello, da dove quotidianamente partiva per le rilevazioni presso le famiglie. Il cardiografo era portato in un cesto da una signora del luogo e lungo le vie si formava sempre un corteo di curiosi e di bambini festanti. (a tal proposito le foto e il documentario girato a Nicotera e Creta nel 1957, e recuperato nel 2015, più di ogni altra descrizione restituiscono la straordinaria avventura scientifica e umana di quel gruppo di scienziati). Di questo studio si conoscono i risultati presentati a GioiaTauro nel 1958 e ampiamente diffusi dalla letteratura scientifica sull’argomento. Infine lo stesso studio fu sottoposto a revisione negli anni ottanta/novanta,sempre a Nicotera, dal nutrizionista Flaminio Fidanza, da Antonino De Lorenzo e da Alberta Adalberti Fidanza consentendo la definizione dell’indice MAI – Mediterranean Adequacy Index. Inoltre, il testo di legge approvato dalla Regione Calabria, diretto alla valorizzazione del Modello di Dieta Mediterranea di Riferimento – Città di Nicotera, ha promosso una rinnovata attenzione verso la tutela e valorizzazione di un patrimonio di interesse mondiale e nel 2010 l’UNESCO ha iscritto la Dieta mediterranea nella Lista del Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità.
Lo studio di Keys dimostrò scientificamente la correlazione tra le abitudini alimentari e lo stato di salute e in particolare, nel caso di Nicotera, emerse che i suoi abitanti godevano di un buono stato di salute influenzato dalle abitudini alimentari, dalla disponibilità di prodotti locali e dallo stile di vita condotto. Il modello alimentare tradizionale nicoterese costituisce, comunque, un’efficace protezione naturale nei confronti di alcune patologie determinando prevalenza molto bassa di cardiopatia coronaria, ipertensione e obesità. Anche L’OMS pubblicò nel 1990 uno studio parallelo al Seven Countries Study confermando i risultati sul rapporto tra dieta, nutrizione e prevenzione delle malattie croniche.