In questi giorni le problematiche sanitarie, presenti su tutto il territorio provinciale, si acuiscono per le cicliche emergenze estive. Ancora una volta si adottano provvedimenti tampone che non solo non risolvono i problemi per i quali nascono ma li ingigantiscono creando ulteriori disagi.
Bene fanno i Sindaci delle aree della Locride e della Grecanica che, in date diverse, hanno chiesto ed ottenuto l’incontro con il neo-Direttore generale Brancati, incontro che è servito perlomeno a renderlo edotto della drammatica situazione sanitaria esistente nelle due aree.
Fa da contraltare il silenzio dei Sindaci della Piana, evidentemente contenti della situazione sanitaria esistente. All’occhio inesperto o poco attento nonché alle persone che non hanno a che fare con le diverse strutture sanitarie insite sulla Piana, sembrerebbe una situazione idilliaca dove tutto funziona al meglio. Vorremmo fosse così, ma così non è.
E se la situazione non è quella dipinta a tinte fosche da parte di qualche personaggio in cerca di autore, per rendersi conto della situazione, basterebbe solo avvicinarsi all’unico presidio della Piana classificato spoke, l’ospedale di Polistena, dove il Pronto Soccorso è più simile ad un girone infernale per il numero di persone che si rivolge a questa u.o.; dove interventi in emergenza-urgenza non possono essere fatti per mancanza di sangue; dove i tempi di attesa per una qualunque visita o esame sono lunghi, per usare un eufemismo; dove l’ ospedale è lasciato alla deriva; dove moltissimo personale ha fatto una ” riserva di caccia” per aumentare i propri introiti; dove, malgrado diffide e procedimenti giudiziari, il personale è utilizzato al di fuori delle proprie mansioni, spesso a seguito di disposizione (illegale) del direttore di struttura; dove in molti reparti, causa pensionamento dei titolari, mancano i Primari (Direttore di s.c.), con la conseguenza di aumentare il caos esistente e l’assurgere di altre figure a ruoli e compiti non spettantegli, gettando ulteriormente nel caos una situazione già caotica; dove ci sono reparti (pediatria ed ostetricia) che scoppiano letteralmente per la mutata domanda a causa delle chiusura di due su cinque strutture di ostetricia e ginecologia della Provincia; dove i servizi sono spesso inefficienti causa rotture e mancata riparazione di apparecchi e quindi iniziare il pellegrinaggio ai servizi degli altri ospedali; dove i servizi di pulizia sono insufficienti ma l’ASP ha voluto garantito un servizio di ausiliariato, utilizzando il personale dipendente in altre mansioni e in tutto questo pagano gli addetti al servizio di pulizia che hanno visto decurtate le ore di lavoro.
Non ci tranquillizzano le dichiarazioni sui giornali che annunciano “rivoluzioni” con l’acquisto di tre risonanze e l’assunzione di un imprecisato numero di medici per l’ospedale e altrettanti per il SUEM-118. Né la panacea di tutti i mali può essere l’attivazione del progetto “dialisi vacanze”, se a monte non ci sono le necessarie ed obbligatorie autorizzazioni salvo che tale progetto non sia finanziato con fondi del bilancio aziendale o fondi regionali. In ogni caso non ci si può accorgere delle criticità nell’immediata imminenza degli eventi. Brancati, prima di diventare Direttore generale, è stato per circa un anno commissario dell’ASP. Queste hanno più il sapore di “schieramento politico” che affrontare reali esigenze dei cittadini. La questione delle “famose tre risonanze” annunciate da Scura oltre un anno fa (originariamente dovevano essere trasferite da altre ASP che le avevano acquistate per loro con la conseguente polemica scatenata), ora invece Brancati annuncia che con 1,4 milioni compra tre risonanze (speriamo siano funzionali considerato che un defibrillatore costa 1.500 euro circa) e poco importano le autorizzazioni obbligatorie per legge.
Davanti a questo scempio che fanno i Sindaci della Piana, perchè non intervengono? Perché non invitano al confronto, come fatto dai loro Colleghi delle altre zone, il Direttore Generale dell’ASP? Perché non chiedono conto in nome dei lor amministrati, di quale modello e quale progetto di sanità è previsto per la Piana e soprattutto cosa si sta facendo per ovviare, al di la dei proclami, alle carenze quotidianamente riscontrabili ed in molta parte insolute da anni.
Considerato che, anche se in maniera nebulosa, è stata tracciata la linea della sanità provinciale con l’Atto Aziendale, ancorché monco in molte parti vitali (manca la dotazione organica) e sulla cui bontà avevamo e continuiamo ad avere non poche perplessità. Non vorremmo che questo Atto Aziendale, ancorchè contestato, fosse l’ennesimo progetto inevaso in attesa della prossima stesura, variazione, integrazione, eccetera e nel frattempo, lasciare ad autoconsunzione quel poco di sanità presente sul territorio, tra l’indifferenza e l’indolenza di chi dovrebbe vigilare su tali incombenze.
Auspichiamo che ci si risvegli da questo sonnolente torpore e, una volta tanto, si ammainino le bandiere del campanile o della partigianeria e ci si riunisca tutti in nome dell’art. 32 della Costituzione e cioè la difesa al diritto alla salute.
La segreteria Provinciale
*Nicola Simone *Francesco Politanò