(foto e video di Enzo Lacopo)
di Francesca Cusumano
LOCRI- << Pur trattandosi di un aspetto molto complesso, è necessario sforzarsi tutti insieme per valutare la possibilità di estendere anche ai Comuni della Locride, l’area della Zes, già prevista a Gioia Tauro. Io ci metto tutta la mia buona volontà, vorrei che anche la Regione facesse lo stesso, mettendosi al passo con i tempi. Vi assicuro che il mio impegno sarà totale. Lavoriamo sui fatti>>.
Sono le parole del senatore nonché sottosegretario di Stato Ministero Sviluppo Economico,Tonino Gentile, al termine dell’incontro/dibattito “Locride e Zes: un’opportunità imperdibile”, tenutosi questo tardo pomeriggio nella Corte di Palazzo di Città, cui promotore è stato il primo cittadino di Locri, Giovanni Calabrese.
Ogni singolo aspetto dell’istituzione della Zona Economica Speciale, prevista dal decreto legge n° 91 del 20 giugno 2017, da poco convertito in legge, intesa come “zona geograficamente delimitata e chiaramente identificata, situata entro i confini dello Stato, costituita da aree non territorialmente adiacenti purchè presentino un nesso economico funzionale e che comprenda un’area portuale, con l’obiettivo di attrarre gli investitori, mediante vantaggi fiscali, creditizi, deroghe e semplificazioni normative”, è stato ampiamente analizzato dai relatori partecipanti, cogliendo le eventuali conseguenze che potrebbero derivare dall’inclusione dell’area della Locride nella Zes di Gioia Tauro.
Un’ultima opportunità concreta di sviluppo per il territorio, secondo il sindaco di Locri, Giovanni Calabrese (un concetto già espresso e condiviso dagli altri primi cittadini del comprensorio, riunitesi di recente, insieme al vescovo Francesco Oliva), intervenuto in apertura del dibattito, per l’avvio di un serio percorso di sviluppo produttivo e occupazionale, soprattutto per i più giovani, destinati ad emigrare altrove <<La Zes-ha chiosato il sindaco- potrebbe essere l’inizio di un’inversione di tendenza, di rilancio del territorio, spesso bistrattato, escluso ed emarginato nelle progettualità nazionali. Diamo spazio ad atti concreti e non solo a parole>>.
Dello stesso avviso, anche il presidente dell’Associazione Sindaci della Locride, Franco Candia << Il presupposto di questa possibilità la intravediamo. Riteniamo che questa, sia una occasione di forte unità tra territori. E Gioia Tauro, si candida ad essere la prima Zes in Italia>>.
A moderare l’incontro, il giornalista Michele Albanese che, se dalle prime battute ha tracciato un excursus della vicenda del Porto di Gioia Tauro, della crisi che l’ha investito (con volumi al ribasso rispetto al trend di crescita) e dunque della proposta di istituire in Calabria la Zes, dall’altro lato, non ha celato uno spaccato delle opportunità e al contempo, dei rischi che potrebbero manifestarsi, qualora non si creassero le condizioni di un serio progetto <<La Zes-ha spiegato Albanese- è un’area nella quale a chi investe, vengono riconosciuti sgravi fiscali per un periodo di tempo limitato. Oggi-ha continuato- la situazione di Gioia Tauro è drammatica, non ha più le caratteristiche che aveva in passato, i porti competitor sono tanti. Gioia Tauro sta rischiando di brutto, rischia di chiudere, rischia d gestire solo i picchi e chi dice il contrario, non racconta la verità ai calabresi. La cosa che ci rende più inquieti è che non riusciamo a capire come si procederà in futuro. La Regione rischia di morire se non c’è un percorso di rinascita>>.
A spiegare invece, le ragioni di credere nella Zes, spingendo concretamente verso questa possibilità, è stato il vescovo della Diocesi di Locri-Gerace, mons. Francesco Oliva <<È davanti agli occhi di tutti-ha esordito- che questa terra, è devastata dalla crisi non solo economica ma anche politica. La crisi sociale ed economica radica in quella politica che, interessa non solo il territorio della Locride e porta ad un sistema di corruzione. Se i progetti si affossano e non vanno avanti, ci troveremo dinanzi ad una situazione dalla quale difficilmente usciremo. La crisi politica va affrontata con una proposta politica seria, cioè una politica che crea sviluppo per il territorio. Lo stato di isolamento della Locride è una condizione favorita, un dato di fatto che non giova a nessuno. Affrontare il problema dello sviluppo, favorisce la sconfitta della ‘ndrangheta, da qui lo sguardo alla Zes. Abbiamo pensato alla Zes, come un’opportunità per lo sviluppo della Locride, ad esempio, un supporto alla sua fragile economia interna. I nostri piccoli paesi da soli, non possono garantire tutti i servizi, per questo credo sia fondamentale un’alleanza sui problemi concreti della gente, i problemi della gente devono unire i politici. La politica è l’anello debole della nostra terra che la divide. Lavoro, Vie di Comunicazione e Ambiente, sono servizi importanti per la nostra terra, senza di questi, la Locride rischia di diventare una polveriera>>.
Sugli aspetti tecnici e sulle capacità attuative della Zes, si è soffermato il docente Unical e fondatore opencalabria.com, Francesco Aiello, chiarendo da subito che la Zes non significa solo fiscalità di vantaggio, ma anche “burocrazia zero” con normative più flessibili <<Bisogna stemperare-ha commentato- le aspettative sulla Zes, non è automatico che generi sviluppo. Prima di pensare alla Zes nella Locride, mi preoccuperei di finalizzare quella di Gioia Tauro>>.
L’onorevole Francesco Cannizzaro, consigliere regionale della Calabria-capogruppo CDL che, recentemente ha presentato una mozione in consiglio, inquandrando come i sindaci del comprensorio locrideo e del vescovo Oliva, la Zes come “un punto di partenza per una nuova politica in Calabria e nel Mezzogiorno”, ha altresì specificato che <<L’opportunità della Zes, deve essere attenzionata. Certamente non è facile, ma non impossibile, perciò uniamo le forze per un’area così bella ma spesso, maltrattata. Si potrebbero investire risorse. Dovremmo immaginare questo percorso, rispetto al potenziale umano che la Calabria possiede.Non possiamo perdere questa occasione. Serve un piano di sviluppo della Locride e le condizioni credo ci siano>>.
Sul versante dell’utilizzo risorse, ha fatto un ritorno anche il presidente Anci Calabria, Gianluca Callipo, rimarcando come la Zes abbia una sua valenza non tanto per l’aspetto economico <<Risorse-ha dichiarato- ne abbiamo tante e spesso, siamo incapaci ad utilizzarle>>, quanto sulla sburocratizzazione <<E su questa che dobbiamo intervenire, ad esempio, riuscendo a creare dei meccanismi che semplificano le capacità di investimento>>.
Le conclusioni infine, sono state affidate al senatore Tonino Gentile che a precisa domanda del giornalista Michele Albanese, “se ci troviamo sull’orlo di una situazione di non ritorno” e “quale il dialogo con il livello istituzionale regionale”? , ha inteso sottolineare che nonostante i vantaggi che la Zes potrebbe comportare, ciò non sarà la soluzione definitiva alle ataviche problematicità della Calabria << Registriamo ritardi notevoli in materia di investimenti, basti pensare all’Ospedale di Locri, non si capisce perché la Regione non mandi gli ispettori e perché la struttura si stia depauperando; questo vale anche per le altre opere pubbliche, alcune Regioni fanno passi da gigante. Il dibattito di questa sera, intende far uscire dal torpore questo territorio, un torpore generato non dalle politiche ma da scelte sbagliate degli anni ‘70. Ho apprezzato lo sforzo del sindaco di Locri e del vescovo Oliva. Vi assicuro che farò la mia parte fino in fondo. Sui fondi del Mezzogiorno e della Calabria sperperati a iosa, non possiamo ripetere gli errori del passato. L’appello del vescovo Oliva va accolto, non è possibile che questo territorio vada alla deriva>>.
VIDEO CON DICHIARAZIONI SINDACO GIOVANNI CALABRESE, FRANCO CANDIA-PRESIDENTE ASSOCIAZIONE SINDACI LOCRIDE, FRANCESCO CANNIZZARO- CONSIGLIERE REGIONALE E INTERVENTI DEL VESCOVO FRANCESCO OLIVA E DEL SENATORE TONINO GENTILE