di Patrizia Massara Di Nallo
Basta seguire una mezz’oretta, bastano 10 minuti in effetti, la trasmissione televisiva “Reazione a catena” in onda dal 2007 su RAI 1, dalle 19 alle 20 circa, perchè sorgano dubbi e domande sul medio livello culturale della nostra Nazione. La prima domanda che ci si pone è: hanno registrato una trasmissione con stranieri che parlano un italiano, tutto sommato corretto, senza alcun accento che sveli la loro provenienza? E subito dopo, quando ti accorgi che si tratta di concorrenti italiani la maggior parte dei quali, oltretutto, ostenta una laurea (e quindi si presuppone che abbia seguito il percorso accademico in lingua italiana), ti domandi: ma hanno svolto un percorso di studi regolare dalle elementari alle scuole superiori o hanno frequentato quei diplomifici tanto “cari”( si fa per dire) al Ministro Valditara (sulla serietà dei quali lo stesso ha stabilito un maggior controllo) sostenendo gli esami di cinque anni in uno, cioè massimo risultato con minimo sforzo? E perché, e il quesito persiste e assilla, nessuno (tra insegnanti,presidi ed eventuali commissari esterni) ha rallentato la loro precaria corsa? Si continua a consigliare caldamente di non bocciare per non svalutare, agli occhi dei potenziali utenti, lo pseudocredito degli istituti con ripercussioni imprenditoriali sugli stessi? Ancora si sdogana il concetto che la bocciatura sia svilente psicologicamente per gli alunni? O si è abbassato lo standard culturale del corpo docente? Tutte domande inquietanti e senza una risposta soddisfacente.
La trasmissione in questione, preserale seguitissimo e spesso innesco di molteplici polemiche, è divenuta uno sconcertante spaccato di come sia ridotta la nostra scuola oggi. Gli strafalcioni rilevati agli ultimi esami di maturità, e che hanno riempito le pagine dell’attualità, sono meno sconcertanti rispetto a quelli che si sentono in una qualsiasi puntata di “Reazione a catena” . Persone di ogni età, ceto sociale e culturale sembra facciano a gara, spesso con un abbozzato sorrisetto tra il timido e l’impacciato, a chi la dice più grossa e talvolta fanno spallucce per declinare ogni responsabilità personale. E la curiosità e la sete di conoscenza? “Fatti non foste a viver come bruti, ma per seguir virtute e canoscenza”per dirla con Dante.
Le citazioni seguenti, che riporto a memoria, potrebbero apparire tratte da barzellette, ma sono alcune ascoltate nel programma di cui sopra. Non si sono ricordate alcune nozioni basilari come la data dell’Unità d’Italia e la figura, pressocchè sconosciuta, di Marco Polo, si è affermato che Hitler è vissuto nel 1968 e Leopardi… Giacomo? Poeta o pittore?. Cos’è non occidentale?R. Meridionale. Cosa serve per togliere il tappo dalla bottiglia? R.Il cacciavite. Chi erano Baldassarre… R. Moschettieri (senza far finire la domanda e ostentando sicurezza). Cosa indossano gli olandesi e i cavalli? R.Il kilt. Dov’è la muraglia e Pechino? R.In Giappone. Con cosa si guardano le cellule? R.Telescopio. Qual è lo stretto fra Inghilterra e…. R.Gibilterra, in questo caso la risposta era giusta, seppur a casaccio, e la domanda, posta dai compagni di squadra, sbagliata. Inoltre la Senna si trova a Londra e via di seguito.
La geografia è la più maltrattata, soprattutto quella italiana, visto che è stata eliminata da alcuni programmi scolastici e ci chiediamo nuovamente se questi concorrenti sappiano almeno in quale emisfero vivono e se suppongano probabilmente che sia più importante conoscere l’inglese anziché i sinonimi della loro lingua madre. Conoscono la storia del cinema e della musica, hanno mai ascoltato i proverbi della saggezza popolare, hanno mai discusso con i loro familiari di un argomento qualsiasi? Oppure la povertà culturale che sembra attanagliare inconsapevolmente le nuove generazioni dipende proprio dall’educazione familiare e dalla generazione precedente? O forse si arriva ad iscriversi all’università dopo anni non vissuti, trascorsi a confrontarsi solamente sui social e quindi con un esiguo bagaglio culturale? Avendo recentemente assistito ad una sessione di laurea in Giurisprudenza, ho personalmente notato come nessun candidato sia stato mai interrotto nella sua esposizione e come non sia stato messo in discussione il suo prettamente mnemonico eloquio.
Per non attribuire tutte le colpe alla formazione scolastica degli ultimi decenni, potremmo più prosaicamente insinuare che durante i provini RAI si cerchi di scovare, a bella posta, e quindi di far giocare solo le persone traballanti culturalmente e quindi non in grado di arrivare a vincere cospicui premi finali. Sarebbe per tutti la risposta più tranquillizzante, ma purtroppo l’ingente numero delle gaffes e dei partecipanti “ digiuni” in ogni campo, non permette di presupporlo. Mentre metto il punto al mio scritto, mio marito mi riferisce che ha appena parlato con un ingegnere che, a sua volta, ha candidamente ripetuto per ben due volte“ la catrame”. Non è possibile!!! Allora volgiamo lo sconsolato pensiero alla superba prosa del Manzoni, ricordando alcune righe dedicate a Donna Prassede: “Con l’idee donna Prassede si regolava come dicono che si deve far con gli amici: n’aveva poche; ma a quelle poche era molto affezionata. Tra le poche, ce n’era per disgrazia molte delle storte; e non eran quelle che le fossero men care”.