RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO
SIDERNO – Ci troviamo oggi ad intervenire, a seguito della segnalazione di diversi Artigiani e Commercianti della locride che si sono ritrovati nel corso degli ultimi anni a dover versare all’Inps ed all’Inail, una “quota associativa sindacale”, quota molte volte documentatasi poco chiara e soprattutto non nota al Cittadino contribuente. Come nostra abitudine, abbiamo approfondito le “numerose” segnalazioni con un Commercialista che ci ha confermato l’anomalia legalizzata. In pratica, i rapporti tra Associazioni ed Enti sono regolati da una legge, in base alla quale questi ultimi funzionano da agenti esattori delle associazioni che lo richiedano.
Le convenzioni tra l’ istituto e le varie associazioni sono molto chiare: il primo non ha responsabilità di sorta sui nomi che gli vengono consegnati. Iscritti per forza? In qualche caso sembra proprio di sì. Senza aver mai firmato una domanda di adesione, senza aver ritirato la tessera, ogni anno numerosi commercianti e artigiani si trovano iscritti all’associazione di categoria, ed insieme ai contributi fissi dell’ Inps o dell’ Inail, sono obbligati a pagare le quote della confederazione. Ma la vicenda non è isolata.
In alcuni casi, abbiamo scoperto che i presunti associati avevano davvero firmato una domanda di adesione, magari mimetizzata insieme alla richiesta di consulenza alla confederazione. Una procedura un po’ disinvolta e poco cristallina che riguarda centinaia di migliaia di Cittadini lavoratori autonomi.
Alcune associazioni territoriali, ad esempio, vincolano per due anni al pagamento della quota di iscrizione, anche se nel frattempo l’ iscritto revoca l’ adesione. Così l’artigiano/commerciante continua per un certo periodo di tempo a pagare i contributi previdenziali obbligatori, compresi gli addebiti per la quota associativa, e non conoscendo le regole e tormentato dalla ignobile tagliola del Durc, paga.
Abbiamo inoltre verificato la rispondenza delle segnalazioni ricevute con la C.G.I.A. di Mestre che ci ha confermato di aver ricevuto le stesse segnalazioni. Ad onor del vero, dopo aver contattato anche l’Inail di Reggio di Calabria, abbiamo verificato che la stessa da parecchio tempo non obbliga al pagamento dei contributi associativi bensì consente di pagare le quote, facoltativamente, con un codice, da inserire nel modello F24, diverso da quello dei contributi dovuti per la copertura assicurativa.
Invitiamo pertanto tutti gli artigiani/commercianti a verificare, rivolgendosi al proprio professionista di fiducia che dovrà visualizzare nel cassetto previdenziale artigiani e commercianti dell’Inps, eventuali addebiti del genere e chiederne eventualmente il rimborso se si tratta di servizio attivato unilateralmente e non richiesto.
Consigliamo vivamente di risolvere immediatamente l’equivoco con l’associazione cui si risulta per errore iscritti, e poi assicurarsi che questa segnali all’Istituto di previdenza la cancellazione del nominativo dall’ elenco degli associati.
Confidando di aver fatto cosa gradita ed al solo scopo di difendere i Cittadini da consuetudini anomale che intaccano il patrimonio della famiglie degli Imprenditori, porgiamo cordiali saluti