RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO
La storia di Reggio Calabria e della sua provincia, di questa terra impregnata di civiltà magnogreca, non può essere cambiata dagli stereotipi massmediatici che continuano a distruggere l’immagine e la dignità di quanti la abitano. La stragrande maggioranza dei reggini, dalla Locride alla Piana di Gioia Tauro, dallo Stretto all’Aspromonte, sono cittadini onesti e laboriosi: persone che soffrono per lo stato di emarginazione e di sottosviluppo riconducibile a politiche nazionali e regionali poco incisive che hanno prodotto più assistenzialismo che sviluppo. E siamo stanchi delle prime pagine che ci dedicano i grandi quotidiani, nazionali e locali, in occasione di episodi legati alla natura o all’opera dell’uomo che trovano cittadinanza non solo qui da noi, ma anche nel resto del Paese. Le calamità naturali, come quella del 31 ottobre dello scorso anno, l’incidente che ha provocato a fine anno la morte del bracciante di Platì e finanche fatti riconducibili allo sport, come quello della squadra di Calcio a 5 di Locri, rappresentano, da sempre, l’occasione per criminalizzarci. Una campagna mediatica, il cui clamore provoca nuove ferite alla collettività sulle quali per settimane viene sparso il sale del pregiudizio, della negatività e delle opinioni trancianti che ci emarginano ancora di più. Anche la vicenda calcistica è stata l’occasione per dipingere la Locride come terra selvaggia e senza regole, contraria finanche al nobile valore dello sport e alla sua valenza sociale. All’amplificazione dell’episodio, che abbiamo fin da subito condannato ritenendolo più l’azione di qualche balordo rispetto alle macro ipotesi tutte riconducibili alla criminalità, lo stesso rilievo non è stato dato alle reazioni della Locride e della Calabria tutta. Eppure, nella storia di questa terra lo sport – dal calcio al basket, dal volley al ciclismo al tennis, alla vela – ha profonde radici dalle quali la gente trae linfa per tenere vivi importanti valori riconducibili alla famiglia, alla solidarietà e al rispetto della dignità umana. Adesso basta. Da Locri, questa sera, parte un messaggio forte e chiaro destinato, agli italiani e agli europei, di civiltà e dignità. Il medium sono le ragazze dello Sporting che con la loro determinazione sono di nuovo scese in campo per annunciare la loro e la nostra decisione di andare avanti sia nel settore sportivo sia in quello civile, culturale e sociale. L’incontro tra le ragazzi dello Sporting e la Lazio, al di là del risultato, è stato un grande avvenimento, un momento di festa sportiva e di grande aggregazione sociale, una grande pagina di sport.
UFFICIO DEL PORTAVOCE a.l./