di Gianluca Albanese
SIDERNO – Il presidente della sezione penale del Tribunale di Locri, Alfredo Sicuro ha accolto la domanda presentata dall’avvocato Rocco Guttà, difensore di Antonio Costa classe ’56, riconoscendo a quest’ultimo la misura degli arresti domiciliari in luogo della detenzione in carcere.
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Costa, condannato in primo grado nel 2009 nel procedimento relativo alla coltivazione di sostanze stupefacenti nell’entroterra sidernese, aveva già scontato la pena degli arresti domiciliari per 13 mesi, quando nel dicembre del 2010 venne sottoposto a custodia cautelare in carcere (in continuità) nell’ambito del procedimento noto come “Recupero-Bene Comune”.
Dopo la condanna in primo grado a 10 anni e dieci mesi di reclusione lo scorso 7 luglio con la sentenza del processo omonimo (ne quale Costa fu comunque assolto dall’accusa di 416bis), il giudice ha riconosciuto che sono venute meno le esigenze di custodia cautelare in carcere e che si è affievolito il pericolo di reiterazione del reato, concedendo a Costa, che nel complesso ha scontato oltre la metà della pena e al quale è stata riconosciuta la buona condotta, la misura meno restrittiva degli arresti domiciliari.