di Gianluca Albanese
LOCRI – E’ stata fissata per il prossimo 28 aprile alle 11 l’udienza “di transito” necessaria per l’eventuale acquisizione di nuove prove documentali e per sciogliere qualche riserva. E’ quanto ha deciso il presidente Alfredo Sicuro nell’udienza di oggi del processo “Recupero-Bene Comune” a carico di decine di presunti affiliati alle cosche di ‘ndrangheta di Siderno e di alcuni ex amministratori, tra cui l’ex sindaco di Siderno Alessandro Figliomeni.
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Sono stati escussi in aula due investigatori che hanno condotto le indagini nel biennio 2009-2010. In particolare, in mattinata è stato sentito l’ispettore di Polizia Nicolò Sortino, che ha riferito, tra l’altro, di un summit di ‘ndrangheta al ristorante “Casa del Gourmet” successivo alle dimissioni dei consiglieri comunali che portarono alla decadenza dell’amministrazione Figliomeni e il sovrintendente di P.S. Francesco Di Bellonia, che ascoltò una serie di intercettazioni ambientali compiute prevalentemente nella lavanderia “Ape Green”, gestita dal boss Giuseppe Commisso detto “il mastro”.
Un vero porto di mare, la lavanderia del seminterrato ubicata sotto il centro commerciale “I Portici” in cui furono ripresi e intercettati sia presunti affiliati alla ‘ndrangheta che l’allora sindaco di Casignana Pietro Crinò. Tutti a colloquio col “mastro”.
Durante il controesame del teste Di Bellonia, l’avvocato Menotti Ferrari, difensore dell’imputato Giuseppe Correale, a proposito delle videoriprese compiute fuori dal centro commerciale e che documentavano ingressi e uscite degli interlocutori del “mastro”, ha chiesto se percorrendo gli scantinati l’unica destinazione possibile fosse la lavanderia “Ape Green” e il sovrintendente ha risposto che «Al piano seminterrato c’era anche un’altra attività commerciale», mentre il presidente Sicuro ha revocato un teste a discarico di Correale Giuseppe, ovvero l’anziano imprenditore Vincenzo D’Agostino, che fino al 1992 è stato proprietario dell’impresa di produzione di materiali edili in cui lavorava Correale. L’avvocato Ferrari, preso atto di alcune patologie del D’Agostino che gli impediscono di presenziare a Locri per rendere testimonianza, aveva chiesto di attivare la procedura ex articolo 502, ovvero l’escussione domiciliare. Un’eventualità, questa, non ritenuta necessaria dal presidente Sicuro.
L’avvocato Nobile, infine, difensore di Alessandro Figliomeni, ha formulato una richiesta di approfondimenti ex articolo 195 relativa all’escussione del collaboratore di giustizia Giuseppe Costa, con riferimento a una dichiarazione in cui questi cita come cognato del suo assistito tale Commisso Cosimo «Del quale – ha detto l’avvocato Nobile – non ci risulta la parentela o affinità col mio assistito».
Il PM De Bernardo, infine, ha chiesto di acquisire due nuovi progressivi, relativi alla riunione tenutasi al ristorante Casa del Gourmet e alle parentele di Sandro Figliomeni con alcuni soggetti di Caulonia.
Il presidente, in ogni caso, ha confermato la volontà – già espressa in precedenza – di chiudere il processo entro il prossimo mese di giugno.