di Antonella Scabellone
LOCRI- Continuano a sfilare i testi a discarico degli imputati nel processo Recupero-Bene Comune che si sta celebrando dinnanzi al Tribunale di Locri e che vede alla sbarra oltre cinquanta persone ritenute appartenenti a vario titolo al clan Commisso di Siderno. Questa mattina ampio spazio ai testi della difesa di Cosimo Ascioti, chiamati a deporre dagli avvocati Armando Gerace e Giuseppe Calderazzo per dimostrare i motivi delle frequentazioni dell’imputato in contrada Lamia, dove più volte lo stesso sarebbe stato video ripreso dalle telecamere dei carabinieri.
I testi, tra cui il cognato Bruzzese, hanno dichiarato che Ascioti si recava spesso in quella zona per andare a trovare l’anziana madre che aveva seri problemi di salute, specie dopo la morte del marito avvenuta alcuni anni fa. Giuseppe Cataldo, amico di Ascioti, ha poi riferito delle battute di caccia con l’imputato anche se – ha chiarito dietro domanda del Pm De Bernardo- lui si limitava a portare i cani al guinzaglio ma non usava i fucili in quanto non era in possesso dl porto d’armi”. Tra i testi a discarico anche l’architetto Antonio Milicia che ha eseguito dei sopralluoghi presso la scuola elementare di contrada Lamia e l’abitazione di Carabetta Ida, madre di Cosimo Ascioti, dove erano state posizionate dagli inquirenti delle telecamere. Milicia ha contestato alcune trascrizioni di conversazioni eseguite dalla polizia giudiziaria che riguardano l’imputato e che, a suo dire, non sarebbero una riproduzione fedele di quanto ascoltato in cuffia. L’architetto ha infine depositato due perizie con le sue deduzioni.
Un po’ più articolata la deposizione del geometra Italo Gimondo interrogato dall’Avvocato Giuseppe Sgambellone, legale di fiducia di Giuseppe Napoli. La vicenda su cui il geometra è stato chiamato a deporre riguarda la presunta estorsione subita dalla impresa edile di Nicodemo Cherubino da parte di Galea Antonio, difeso dagli Avvocati Staiano e Albanese, che insieme allo steso Napoli si occupava di produzione di infissi e serramenti. Il teste Gimondo, intercettato in una conversazione con lo stesso Galea, di cui il Tribunale ha disposto la trascrizione, ha dichiarato di non conoscere personalmente l’imputato, ma di sapere solo chi sia visto che vive a Siderno da diversi anni. L’udienza è stata aggiornata al prossimo prossimo 21 giugno.