di Patrizia Massara Di Nallo (foto fonte web)
REGGIO CALABRIA – Martedì 3 dicembre, alle ore 19, si terrà la cerimonia di inaugurazione della storica piazza “De Nava”, alla presenza del Sindaco di Reggio Calabria, Giuseppe Falcomatà, della direttrice del segretariato regionale della Calabria del Ministero della Cultura, Maria Mallemace, del direttore del Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria, Fabrizio Sudano, e delle massime autorità cittadine. La cerimonia sarà accompagnata dalla presenza del coro lirico e dell’Orchestra del Teatro Cilea di Reggio Calabria, diretti dal maestro Bruno Tirotta. La centralissima piazza, antistante il MArRC, ha , quindi, finalmente completato il suo restyling nell’ambito del progetto di “Restauro e riqualificazione per l’integrazione tra il Museo Archeologico Nazionale ed il contesto urbano” e dopo i collaudi sul funzionamento del sistema di illuminazione, del recupero dell’acqua e dell’irrigazione della aiuole e portate a termine le pratiche burocratiche del Ministero e della Soprintendenza, verrà restituita alla cittadinanza.
Uno dei luoghi centrali e maggiormente frequentati di Reggio, dopo una lunga ristrutturazione, verrà riconsegnato, quindi, alla città in una veste nuova, ma in linea con l’architettura di Palazzo Piacentini , sede del Museo Archeologico Nazionale. Ora si presenta come uno spazio aperto quasi ad accogliere cittadini, visitatori e turisti che vogliono sostare o passeggiare dopo aver ammirato le opere d’arte del Museo. Tra aiuole , panchine modulari e zampilli di fontane si è uniformato il passato del monumento e la fruibilità urbana con un’illuminazione moderna ed ampiamente diffusa. L’auspicio è che questo spazio diventi parte integrante dell’offerta culturale di Reggio, perché la nuova Piazza, prestandosi ad ospitare eventi all’aperto, consente al Museo di potersi letteralmente “aprire” alla città.
Poche sono le vestigia storiche di cui si può fregiare e vantare Reggio soprattutto per quanto riguarda gli edifici antecedenti al terremoto e quindi questa piazza, realizzata nel post-terremoto,è stata a ragione definita identitaria di un’intera città. Pertanto, quando è stata annunciato che sarebbe stata rinnovata grazie al finanziamento di 5 milioni di euro del Ministero della Cultura – Segretariato Regionale per la Calabria, sono subito iniziate una miriade di polemiche e critiche mosse al progetto di riqualificazione. Il malcontento di parte della cittadinanza, soprattutto dei commercianti della zona interessata, si sono fatti sentire perché per più di un anno è stato inibito il transito veicolare di fronte il Museo ed è stata chiusa al traffico la via Saverio Vollaro, strategica commercialmente e purtroppo inglobata nell’area di cantiere. Inoltre non è mancato chi ha fatto chiaramente riferimento ai vincoli archeologici che caratterizzano la città di Reggio Calabria dichiarando che anche questa piazza era sottoposta a vincolo paesaggistico e ambientale. Comunque, si è deciso per procedere con la scarifica e l’asportazione del manto stradale del tratto di Corso Garibaldi davanti al Museo per raggiungere le quote di progetto e verificare la presenza del basolato storico. Al di sotto dell’asfalto sono affiorati alcuni sottoservizi e i resti di due ambienti, relativi ad una struttura otto-novecentesca già distrutta e rasata nella fase di ricostruzione edilizia di Reggio Calabria, dopo il catastrofico terremoto del 1908. Il pavimento, composto da mattonelle in terracotta e le murature sopravvissute sono state rilevate, documentate e come da prassi, al fine di garantirne la tutela, sono state ricoperte con geotessuto e terreno di risulta. Il rinvenimento è stato effettuato con l’assistenza scientifica della Soprintendenza e degli archeologi incaricati dall’impresa appaltatrice. Sono stati due anni durante i quali la realizzazione ha subito varie interruzioni essendo quasi costantemente oggetto di controversie nel dibattito pubblico cittadino e per la quale è stato anche proposto il ricorso ad un referendum.
I lavori sono partiti il 22 febbraio 2023 ed oggi, finalmente, il progetto della “nuova” piazza De Nava, ha preso forma e vita con buona pace delle fazioni opposte: tradizionalisti – storici secondo cui non si sarebbe dovuta spostare neanche una pietra per preservare le orme del passato e paesaggisti che hanno salvato il minimo sindacale ( il monumento ) per proiettare Reggio in un futuro comunque menomato di un pezzo originale di storia e di arte. Per fortuna, a uniformare il complesso museale e la piazza antistante, proprio di fronte, si affaccia il prospetto principale del Museo Archeologico sito nel Palazzo Piacentini. Questo storico edificio è stato progettato da Marcello Piacentini, architetto appartenente alla corrente razionalista e, in quest’ottica, si può considerare un continuum con lo spazio della piazza di essenza minimalista.
Situata nel centro storico di Reggio Calabria la piazza, introduce dal lato nord il Corso Garibaldi, via principale della città. E’ stata intitolata al reggino Giuseppe de Nava, ministro del Regno d’Italia nel 1918 e nel 1921. La dedica rappresenta la riconoscenza del popolo reggino per l’alto senso morale e per le eccezionali doti umane che G.De Nava, giurista, uomo politico e accanito difensore dei diritti della sua gente. Doti che De Nava dimostrò fino al giorno della propria morte lasciando alla sua città la ricca ed importante biblioteca e la propria casa. La piazza, che ha pianta rettangolare, presenta un dislivello del terreno in direzione mare-monti. Al centro è collocato il monumento a Giuseppe de Nava che, opera di Francesco Jerace, artista polistenese, fu eretto nel 1936. E’costituito dalla statua di De Nava posta su un basamento scolpito con altorilievi. Per quanto riguarda il monumento, tra il basamento e la statua vi sono scolpiti due stemmi, rappresentante uno San Giorgio a cavallo che con una spada uccide un drago e l’altro lo stemma della Provincia con le croci delle due Calabrie. Sui lati del basamento si incastonano due fontane, entrambe dal viso di donna con in basso due conchiglie, che versano l’acqua in due sottostanti vasche semicircolari.