di Patrizia Massara Di Nallo (foto di Francesco Di Nallo)
REGGIO CALABRIA – A Reggio, a settembre, il tempo è scandito diversamente che nelle altre parti d’Italia: c’è un prima e un dopo la Festa della Madonna, come a sottolineare la fine dell’estate e l’inizio dell’autunno, e tutte le altre date sembrano conseguenti a questo evento, anche l’inizio dell’anno scolastico che quest’anno, infatti, è stato posticipato a giovedì 19, per permettere a tutti gli operatori scolastici, il corpo docente e il discente, di partecipare con maggiore tranquillità alla Festa. Nonostante la giornata uggiosa con pioggia ad intermittenza e il calo improvviso della temperatura, oggi, 14, come ogni secondo sabato di settembre, Reggio si è raccolta intorno alla sacra Effigie della Madonna della Consolazione. Chi ha fatto la Veglia di preghiera, chi si è recato all’Appuntamento di mattina presto e chi si è unito alla processione formando il solito fiume di gente che ogni anno segue, prega e si commuove dietro il Quadro. E ogni anno siamo qui a meravigliarci e a sostenere, senza alcun dato tangibile alla mano:
“ Quest’anno c’è molta più gente dello scorso anno.” Già dalla giornata di ieri si sono fatte le prove dell’ottimale diffusione dei canti e delle preghiere tramite gli altoparlanti lungo il Corso Garibaldi e oggi, insieme con la voce dell’animatore dei canti liturgici, si alzano dalla folla dei fedeli le prime note,dapprima sommesse e timide e poi sempre più forti e imploranti, che seguono gli inni e pian piano diventano coro. Pur essendo una processione che avviene dal 1636, ogni anno si rivela sempre diversa e commovente traslata nei sentimenti di ognuno e per ogni singola anima che vi partecipa con immutata fede. Festa privata, quindi, che rinnova suppliche alla Madonna Protettrice di Reggio e rito collettivo di partecipata e sentita aggregazione religiosa e anche civile in cui si riconosce un’intera Città, oltre che momento imperdibile per i fedeli della provincia e per i vicini messinesi. Anche quest’anno, durante la processione, ci sono state le tradizionali soste per permettere ai portatori di riposarsi e a tutti di vedere più da vicino l’Immagine della Madonna. In quegli istanti, e per alcuni minuti, sembra di poterla toccare e, mentre ad ognuno di noi la sacra immagine sussurra qualcosa e si avverte tutt’intorno, tangibile, il tacito dialogo di ognuno, i portatori sollevano nuovamente la Vara al grido: “ Ora e sempre Viva Maria”. Momenti che, ripetuti all’infinito nei secoli e attesi per un anno intero, assumono, nel dialogo con la Madre, una valenza spontanea e trascendentale al contempo, in cui tutta la cittadinanza risponde in coro “Viva Maria”e il cammino prosegue. Il dipinto, quest’anno coperto da un schermo di plastica perché non si bagnasse a causa della pioggia, è stato portato con la Vara, una pesante macchina a spalla (alta 5 metri e pesante oltre 12 quintali), dai relativi “portatori”, confratelli delle varie congreghe cittadine. L’immutato percorso va dalla Basilica dell’Eremo, nella parte alta della città, fino al Duomo, e vengono percorsi a piedi circa 3,5 km con un dislivello di 158 metri, attraversando il centrale corso Garibaldi. Il primo tratto di processione si è interrotto dopo la discesa dalla Basilica dell’Eremo, quando, circa alle 9.30, la venerata effigie è stata consegnata dai Padri Cappuccini all’Arcivescovo di Reggio Calabria – Bova Fortunato Morrone. Il presule ha parlato ai cittadini incoraggiandoli nell’ambito della vita privata e perché ognuno dia un contributo maggiore di attiva partecipazione alla vita pubblica e, infine, ha elevato una preghiera alla Madonna non dimenticando tutte le categorie di persone impegnate nel sociale e quelle più fragili. Dopo la consegna dell’icona alla Città , la processione è proseguita, come di consueto, lungo il Corso Garibaldi e l’arrivo in Cattedrale è stato alle 11.20 circa. Qui il quadro è stato portato dentro la Cattedrale con la tradizionale e suggestiva “volata”, la corsa dell’ultimo tratto della processione, dall’inizio della Piazza del Duomo fino alla scalinata della Basilica. Prima che il Quadro entrasse in Chiesa, monsignor Morrone ha ringraziato tutti e in particolar modo i portatori, ha benedetto gli astanti e augurato una Buona Festa a tutti.
A conclusione dei giorni di festa, martedì 17settembre, il quadro verrà nuovamente portato in processione sul Corso Garibaldi, per poi rientrare in Cattedrale dove rimarrà quest’anno fino all’ultima domenica di novembre ( il 24), prima domenica dopo la festa della Presentazione della Beata Vergine Maria al Tempio, momento in cui la Vara con il quadro vengono riportati alla Basilica dell’Eremo con una terza processione. Come nota di colore e a testimonianza del legame di Reggio con questa Festa, ci piace ricordare il celebre detto cittadino, scritto da decenni su alcuni muri, e quest’anno riportato, frase per frase, anche nelle luminarie di una strada adiacente al Duomo:“Cu terremoti, cu guèrri e cu paci, sta festa si fici, sta festa si faci!” in italiano «Con i terremoti, in tempi di guerra e di pace,questa festa si è fatta e questa festa si fa!».
Di seguito la trascrizione del discorso dell’Arcivescovo Morrone:
Un saluto a tutti, cari fratelli e sorelle, qui numerosissimi riuniti accanto a Maria per stare al passo di Gesù, accanto a Maria perché con Lei vogliamo camminare dietro Gesù. Un saluto cordiale alla Prefetta, al Sindaco e tutte le autorità militari qui presenti, le amministrative, anche i sindaci dei nostri Borghi belli e forti. Alcuni pensieri velocissimi e poi vi chiedo di ascoltarmi nella preghiera che ho rivolto già un anno fa a Maria. La prima considerazione è questa: la vostra presenza numerosissima è la risposta semplice, immediata,calda, alle tante polemiche che ci sono state nei giorni passati. Il mare non è sempre tranquillo, c’è dell’agitazione, ma ringrazio Padre Francesco per l’input che ci ha dato. Questo non deve farci paura, è la vita, immaginate quante volte Gesù è stato contrastato fino a essere crocifisso. Qual è il problema? Il problema è che guardando Maria ci dice: gioia, guarda mio Figlio, puoi imparare a vivere, guarda mio Figlio. Tutti desideriamo nel nostro cuore intraprendere, anzi siamo già dietro a Gesù con quello che sono i nostri desideri, i nostri ammaccamenti vari, le nostre infedeltà, ma con il desiderio profondo del cuore di vivere al meglio questi nostri giorni e non sono facili, ma, scusate, se ci guardiamo indietro c’è stato qualche giorno facilissimo nella nostra vita? Insomma. E allora Maria Madre della Consolazione donaci lo Spirito, aiutaci ad accogliere lo Spirito della Consolazione del tuo figlio Gesù per non lasciarci smarrire. Ecco allora, cari fratelli e sorelle, facciamo in modo che questa giornata, che abbiamo già iniziato ieri sera, ma anche in qualche modo con questa processione che, ricordi il nostro pellegrinaggio terreno dietro a Gesù sia vissuto con godimento perché siamo Benedetti da Dio. Comunque vada, comunque sia, siamo benedetti e qui con una benedizione che tocchi i cuori in questo momento qui presenti ma anche fuori. Sono affranti, segnati dalla malattia per esempio anche dalla disperazione. Ahimè noi che annunciamo la speranza in Cristo Gesù e Maria che qui ci ha riuniti, siamo qui mariani, che era mamma di Gesù e quindi siamo tuoi per un semplice motivo perché siamo cristiani. Allora sappiamo che le nostre sofferenze anche quando ci sembrano assurde, sorde ad ogni, come dire, parola di conforto, non sono insensate. Ci deve essere qualcosa dentro e così anche tutti gli sforzi che stiamo facendo come città, come singoli credenti cittadini per rendere più amabile, più vivibile, più gioiosa, piùaccogliente questa città, da chi ha responsabilità più in alto alle nostreresponsabilità personali perché non possiamo scaricare sugli altri, che sonoun pochettino più in alto per responsabilità amministrative,e politiche,sociali, ecclesiali, la mia responsabilità. Il Signore mi dice: “Ma tu dove sei “? Signore, sono qua dare il mio contributo. Voi immaginate se questo flusso di energia, che palpita qui intorno a noi, questa Congregazione di persone, se questa bella energia noi lamettessimo veramente insieme, non tutti, ma questa città sarebbe il cuorepulsante della Calabria, dell’Italia, ma che dico? Del mondo. Perché non abbiamo questo orgoglio nel cuore e mostrare il meglio di noi, che c’è dentro la vostra vita, e questo meglio è segnato dallo Spirito Santo e si chiama Gesù di Nazaret. Gli apparteniamo, tiriamo fuori il meglio di noi, non ci lasciamo abbattere dalle vicissitudini, facciamo in modo che la nostra vita sia, come ha detto Gesù, luce di questa città e Sapienza per questa città Adesso noi ci mettiamo dietro a Gesù. Allora vi chiedo un po’ di pazienza e ci mettiamo in ascolto di questa preghiera che ho recepito anche in modo diretto e indiretto da quello che sono le nostre esigenze, la nostra vita. Dio si interessa di noi. Magari qui qualcuno di voi è interessato a che cosa vediamo durante la processione. vediamo chi c’è, vediamo come sono vestiti ‘sti preti, chi sono questi capite, capite… Vabbè ci comprendiamo. Al Signore.., posso dire una parolaccia, te la posso dire, non gli frega niente del motivo che ti ha spinto qui, gli interessa che tu sei qui perché tu sei l’interesse di Dio. Di cosa si interessa Dio dalla mattina alla sera? Di te, di noi. Noi siamo il suo interesse per questo lui ha dato la sua vita e continua a darla. Allora Maria questo ci indica, ce l’ha ricordato Padre Francesco, non abbiamo paura. Lo sguardo di Maria è nella luce dello sguardo del Figlio che ci rimanda allo sguardo misericordioso del Padre. Vergine Maria, Donna forte, Discepola insuperabile di Gesù tuo Figlio, nell’accoglierci, quale madre della Consolazione, desideriamo assumere come stile di vita il tuo pressante invito a fare tutto quello che Gesù ci dice. Maria Santissima, affidiamo al tuo sguardo materno la nostra Arcidiocesi, gli uomini e le donne che qui abitano con i loro sogni e le loro paure, le umane debolezze e le loro appassionate generosità, le loro famiglie, quelle che vivono unite e quelle che attraversano momenti di crisi, coloro che cercano lavoro e chi, alieno dal procurarsi il pane col sudore da fronte altrui, sa condividere con gioia il frutto del suo onesto lavoro con chi al momento non ne ha. Ti affidiamo i più fragili nel corpo e nello spirito come anche i più forti perché sappiano farsi carico dei più deboli, ti affidiamo coloro che quotidianamente si prendono cura dei più vulnerabili e coloro che, prendendosi cura dei piccoli, educano alla vita bella, buona, giusta, sana,umana. Tu che con Giuseppe hai educato Gesù a crescere in maturità e Sapienza di vita, guarda con affetto tutti gli educatori dei nostri ragazzi e delle nostre ragazze, della scuola, nello sport,negli oratori, sostienili nella loro dedicata e indispensabile missione nella società come anche nelle nostre comunità parrocchiali perché crescendo imparino ad essere cittadini e cristiani attivi, partecipi, creativi, responsabili, custodi del bene di tutti a cominciare dagli ultimi. Maria ti affidiamo gli amministratori, i politici perché col loro impegno a servizio della giustizia,della pace, del bene comune, siano promotori di una politica bella,competente. positivamente visionaria e dialogante; appassionino le nuove generazioni a offrire il loro contributo insostituibile e costruttivo per la rinascita sociale, culturale ed economica del nostro territorio. Ti affidiamo ancora tutti coloro che, nel loro quotidiano e non sempre apprezzato servizio competente al bene di tutti nella nostra città e nei nostri comuni, si adoperano giorno e notte perché i residenti e gli ospiti che vivono nella nostra Arcidiocesi possono gustare la gioia, la serenità di abitare in questo antico e accogliente Lembo di terra calabra e allora ti affidiamo gli operatori sanitari, le forze dell’ordine, i vigili del fuoco, i professionisti, gli operai, i volontari della Carità. Come credenti Ci affidiamo a Te che, come nessun altro, hai creduto che Nulla è impossibile a Dio. Quando siamo frustrati, abbattuti per le ingiustizie, quando ci lasciamo cadere le braccia di fronte alle tante della nostra esistenza, sappiamo che Dio è già all’opera se, come Te, generosamente, personalmente, diciamo “sì Signore io ci sono, sulla fiducia che tu sempre riponi in me, in ciascuno di noi, mi impegno perché il tuo regno di giustizia e di pace venga a mettere radici profonde nelle nostre coscienze. Tu, Maria, piccola tra i piccoli, con il tuo Magnificat hai annunciato che Dio il padre di Gesù abbatte i prepotenti dai Troni e si prende cura, ma non senza di noi e nonostante noi, di tutti i suoi figli, di tutte le sue figlie, specialmente di chi subisce soprusi, violenze fisiche e spirituali, ricatti, estorsioni, di chi non ha voce, di chi non conta, di chi non ha patria, degli invisibili. Maria sorella e madre nella fede, Maestra di vita evangelica, Regina della Pace, invoca su tutti noi la consolazione, la luce dello Spirito perché in questo nostro cammino ecclesiale possiamo rimanere al Passo dietro a Gesù tuo Figlio, nostra via,verità e vita. Ave Maria…. Amen. Viva Gesù e Maria.