LOCRI – E’ un silenzio irreale quello che pervade la politica cittadina dopo l’arrivo in municipio e la diffusione agli organi di stampa della relazione sui conti comunali dell’ultimo quinquennio redatta dall’ispettore del Viminale Quirino Cervellini.
Il lavoro dell’esperto capitolino, come anticipato in precedenza, non implica una sentenza definitiva di dissesto finanziario dell’Ente guidato da un anno e mezzo da Pepè Lombardo ma ribadisce dei concetti già noti in precedenza: bisogna fare presto nell’azione di risanamento, altrimenti il dissesto diverrà un’ipotesi sempre più verosimile lei cui conseguenze, e questo è quello che conta di più, le pagheranno i cittadini. Certo, lo fa sulla scorta di un’analisi approfondita delle carte e con tutto il rigore scientifico che si addice al ruolo d’ispettore ministeriale, ma lascia un seppur flebile barlume di speranza, da tradurre, però, in azioni concrete. E l’amministrazione che fa? Attraverso il primo cittadino, ribadisce la gravità di una situazione che era stata immediatamente denunciata dopo l’insediamento della nuova giunta e promette che si sta lavorando per cercare di concretizzare i suggerimenti – una parola che, detta così, sa di eufemismo – di Cervellini. Alcuni suoi sostenitori, invero, si sono spinti oltre. L’avanguardia costituita da Pino Mammoliti ha già esposto le sue idee ricorrendo al collaudato strumento del manifesto affisso per le vie cittadine, in cui, in sostanza, ribadisce alcuni vecchi concetti; anzi, uno su tutti: l’amministrazione Macrì, secondo l’ex capogruppo in consiglio comunale, avrebbe fatto lievitare i costi e aumentare i debiti, con conseguente aggravamento delle situazione finanziaria dell’Ente. Così, Mammoliti, che – va detto – aveva già esposto questi concetti lo scorso autunno durante una conferenza stampa convocata dopo il consiglio comunale in cui venne deliberata la richiesta d’intervento dell’ispettore ministeriale. Altri supporters del sindaco, invece, ridono sotto i baffi. Lo si capisce da certi commenti sarcastici su facebook, nel cui mirino finisce l’opposizione consiliare, quella sempre loquace e prodiga di iniziative e comunicati stampa. Quella che, per intenderci, è composta da ex amministratori che sono usciti malconci dalla relazione Cervellini che – è giusto ricordarlo – ha preso in esame solo l’ultimo quinquennio di vita comunale e quindi doveva per forza “colpire” solo l’amministrazione Macrì e non quelle precedenti. Però è vero: l’opposizione tace e pure troppo. All’improvviso. Come se si stesse leccando le ferite o meditando una controffensiva che passerebbe solo da un intervento del prefetto sulle presunte irregolarità da parte della giunta Lombardo denunciate nell’ultimo consiglio comunale. Saranno i prossimi giorni a dire cosa si cela dietro l’inusitato mutismo dei consiglieri di minoranza. La priorità, per ora, è un’altra. Evitare il dissesto. Se possibile.
GIANLUCA ALBANESE