È quella che sarà ufficialmente allo studioso e giornalista originario di Stilo, il prossimo 18 maggio, all’evento letterario giunto alla sua 13ma edizione, ed allestito dall’associazione culturale “GueCi; tale riconoscimento deriva dalla pubblicazione del testo che rappresenta il suo primo romanzo nella sua prolifica carriera culturale.
di Antonio Baldari
Una menzione d’onore speciale. È quella che sarà ufficialmente consegnata a Claudio Stillitano, studioso e giornalista originario di Stilo, il prossimo 18 maggio, al premio letterario nazionale “Un libro amico per l’inverno”, giunto alla sua 13ma edizione, ed allestito dall’associazione culturale “GueCi” di Rende; tale riconoscimento deriva dalla pubblicazione del libro “Eva – Una grande storia d’amore di un’anoressica”, che rappresenta il suo primo romanzo nella sua prolifica carriera di giornalista e scrittore.
Un nome oltremodo simbolico, Eva, perché in lei possono configurarsi tutte le donne che tentano di ritrovarsi e di rivedersi dopo essersi smarrite vivendo una vita come quella che solo un’anoressica può vivere. Perché è l’anoressia il leit-motiv del libro, una tematica tremendamente attuale per il disagio che si sta vivendo ai giorni nostri, essendo completamente succubi di una realtà che tende a far soccombere e non già a prenderti per mano e a rialzarti.
Lo avevamo scritto in tempi non sospetti che di questo libro di Stillitano se ne sarebbe parlato molto ed ecco che il premio che sarà assegnato nella popolosa cittadina del Cosentino lo attesta inconfutabilmente: “Eva” è il primo romanzo di Claudio Stillitano che si osa definire della maturità piena, sotto il profilo letterario e socio-culturale, che sin da subito ispira un andare ad immergersi in quelle che sono poco meno di cento pagine che ti prendono, ti avvolgono e ti fanno entrare in osmosi con lei e Guido, il secondo co-protagonista nonché grande amore di Eva, con il quale vive una storia come tante.
Un libro che conduce alla “maturità piena”, come si diceva poc’anzi, nello scrivere e nel discettare a trecentosessanta gradi, dal punto di vista letterario e socio-culturale, in considerazione del fatto che l’autore entra in punta di piedi, secondo suo, consolidato, stile nella Società in cui viviamo, di questo per certi versi complesso XXI secolo, andando ad affrontare di petto una delle problematiche più delicate del vivere odierno qual è giustappunto l’anoressia, di cui molto spesso si è “vittime” più o meno consapevoli per quel pregiudizio che alberga nel prossimo per non volerne parlare, per non voler dialogare.
È stata un gran cosa, la scelta fatta da Stillitano, di sviluppare questa storia in questo libro, in maniera sensibilmente profonda giacché non è affatto facile soffermarsi su quella che è una delle malattie più frequenti dell’esistenza attuale, in special modo fra i giovani, come, per l’appunto, nel caso di Eva, protagonista del romanzo.
In ultima analisi possiamo concludere che “Eva” può senz’altro aprire delle strade di conoscenza e di approfondimento sociale che dia la giusta importanza ad una categoria di persone, giovani donne per lo più, che può e deve essere considerata mettendo al centro l’Uomo con tutte le sue debolezze, precarietà e malattie di cui non vergognarsi. Perché nulla c’è da vergognarsi o da subire ancora più di quanto non si subisca ogni giorno.