Sabato 18 luglio a Locri, dalle ore 21.30 in piazza dei Martiri, come liberi cittadini ci si riunirà per aderire all’iniziativa #RestiamoLiberi per manifestare contrarietà al progetto di legge “Zan-Scalfarotto” che minaccia seriamente il diritto alla libertà di espressione di tutti. In questo fine settimana, da Nord a Sud un popolo si alzerà in piedi per dire “No” al liberticida ddl Zan sull’omofobia, ora in discussione in Parlamento.
Da Milano a Bari passando per Roma, Napoli e Firenze fino a reggio Calabria e oggi alla nostra Locri, cento città diranno “no” ad una legge bavaglio che punisce le opinioni. Il nostro è un “No” all’istituzione di un nuovo reato – quello di omofobia – che non viene definito dal legislatore, lasciando così enormi spazi a interpretazioni e derive liberticide che colpiranno tutti coloro che si esprimeranno pubblicamente in modo non allineato manifesteranno il proprio pensiero. Questa è una deriva verso il c.d. pensiero unico con ovvie ripercussioni sulla democrazia e sulla libertà di espressione tutti. In caso di approvazione del testo, sarà possibile per un genitore chiedere che il figlio non partecipi ad attività scolastiche inerenti temi sensibili sulla sessualità se questi sono improntati all’ideologia gender? Sarà ancora possibile per un sacerdote cattolico o per un pastore evangelico insegnare la visione cristiana del matrimonio? Sarà possibile dire pubblicamente che la pratica dell’utero in affitto è una barbarie o dirsi contrari alla legge sulle unioni civili?
Per tutte queste domande, il ddl sull’omofobia ha una sola risposta: NO, perciò in galera! Le nostre preoccupazioni sono confermate, solo per fare un esempio, dalle recenti dichiarazioni della senatrice grillina Alessandra Maiorino (una delle proponenti dei progetti di legge in questione) la quale si è rammaricata del fatto che non ci sia il reato di “propaganda di idee” nel progetto di legge. Tuttavia, ha subito aggiunto che “Avendo inserito il reato di incitamento all’odio, lì prendiamo tutto”. La gravità di queste parole non è stata sottolineata da nessuno ma racconta meglio delle nostre parole quanto il pericolo di una deriva totalitaria e dittatoriale sottesa a questo progetto di legge.
Ecco perché scendiamo in piazza: per la libertà di espressione, per la libertà di educazione, per la libertà di stampa, per la libertà di associazione, per la libertà religiosa. Scenderemo in piazza in silenzio, nel rispetto delle norme di sicurezza per l’emergenza Covid-19, e con un bavaglio sulla bocca a simboleggiare la portata liberticida di questo progetto di legge e la sua volontà di zittire ogni dissenso.