R. & P.
AI SINDACI E AGLI AMMINISTRATORI DEI COMUNI DELLA LOCRIDE
Premesso che non siamo tra coloro che avversano qualsiasi innovazione nello spirito del dire no ad ogni novità, per una mera questione di principio.
Ci rivolgiamo a tutti coloro che hanno responsabilità di governo e di gestione della cosa pubblica, per sottoporre una valutazione approfondita sulla nuova tecnologia denominata 5G.
Facciamo riferimento non già alle migliaia di post che circolano, soprattutto in questi tempi di pandemia, sui social e che dicono tutto ed il contrario di tutto, su tale innovazione tecnologica.
Ma non possiamo esimerci dal non prendere in considerazione un documento sottoscritto da 170 scienziati di tutto il mondo, di cui 27 italiani, che chiedono una moratoria sulla realizzazione della rete 5G.
l’Istituto Ramazzini, che combatte il cancro da più di vent’anni, convocato dalla Commissione Trasporti, Poste e Telecomunicazioni della Camera per riferire dei suoi studi sugli effetti delle onde elettromagnetiche ha rappresentato, tramite la dott.ssa Fiorella Belpoggi, che SE I PIANI DEL SETTORE delle telecomunicazioni per il 5G si realizzeranno, nessuna persona, nessun animale e nessuna pianta sulla Terra, sarà in grado di evitare l’esposizione, 24 ore al giorno, 365 giorni all’anno, a livelli di radiazione a radiofrequenza (RFR) maggiori di quelli esistenti oggi.
Saremo sempre più esposti, involontariamente.
Con il 5G affrontiamo il problema delle radiazioni a frequenze ancora poco studiate (onde millimetriche), verosimilmente sospette di creare gli stessi problemi delle frequenze oggi utilizzate.
Questa situazione, che riguarderà tutto il globo, richiama la responsabilità dei governi che agevolano la messa in atto di questa nuova generazione delle telecomunicazioni senza alcun approccio critico, sia sanitario che sociale, riducendo il problema ad una questione di aggiudicazione delle frequenze da parte delle compagnie, con introiti per i governi molto rilevanti.
L’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (IARC) dell’OMS ha concluso nel 2011 che le radiazioni RFR da 30 kHz a 300 GHz sono possibili cancerogeni per l’uomo (Gruppo 2B).
Dal 2011 a oggi, numerosi studi epidemiologici e in particolare due mega-studi sperimentali su animali da laboratorio, ratti e topi, sono stati eseguiti e i risultati recentemente pubblicati, e indicano un pericolo di insorgenza di tumori dello stesso tipo.
Studi epidemiologici (cioè studi sulla popolazione) hanno evidenziato un aumento di tumori delle cellule di Schwann (neurinomi) e del cervello nei forti utilizzatori di telefoni cellulari (da più di 10 anni almeno 3 ore al giorno).
Anche l’ISDE, Associazione Italiana Medici per l’Ambiente, ha pubblicato un corposo dossier da cui si desume che per il 5G è necessario procedere come per qualsiasi nuovo farmaco che venga ammesso dopo una seria sperimentazione che certifichi l’innocuità o, comunque, evidenzi quali siano i rischi per la salute.
Alla luce di queste evidenze s’invitano le SS.LL. a voler adottare delibere ed azioni concrete per fermare l’installazione di antenne per la diffusione del 5G su tutto il territorio di competenza in attesa dei riscontri della sperimentazione.
Arturo Rocca
Presidente Osservatorio Ambientale Diritto per la Vita