di Azzurra Papalia
MARINA DI GIOIOSA IONICA – Un libro di illusioni. “Rex” questo il saggio storico presentato dall’autore Giulio Massobrio ieri sera al teatro romano di Marina di Gioiosa Jonica. A introdurre l’ospite è stato il Sindaco della città, Domenico Vestito accompagnato dalla presenza di Alessandra Macrì in qualità di moderatrice dell’incontro. Protagonista della storia, prima ancora dei suoi eroi è il transatlantico Rex, realizzato in uno dei cantieri navali a Genova.
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Proprio da questa città portuale salpò per la prima volta finché non fu attaccato dai cacciabombardieri sudafricani ed affondato nelle acque triestine. Anzi no, “morto”, si dice l’8 settembre del 1944 tra Isola d’Istria e Capo d’Istria. Sì, perché una meraviglia del mare, galleggiante, di tale portata rappresenta un mito, si pensi al Titanic o al Doria, e come tutti i miti non può essere soppresso, non si accetta una sconfitta. Anche Fellini dedica un’immagine a questa leggenda nel film Amarcord quando tutti ne aspettano il passaggio nell’Adriatico.
Mentre Genova e Trieste rappresentano il teatro dell’alba e del tramonto di un sogno. In particolare Trieste al centro di un momento storico delicato, il secondo conflitto mondiale nel pieno del suo percorso autodistruttivo e lotte intestine di un territorio che non riesce a trovare conciliazione tra culture e gruppi etnici dal trascorso differente. “Conflitti, quelli del passato che avevano un vincitore ed un vinto, a differenza di quelli moderni dove non c’è una vera resa dei conti” afferma Massobrio, tra i finalisti del concorso letterario Bancarella 2015, a qualche giorno dall’anniversario della bomba atomica sganciata su Hiroshima.
Rex però è anche una metafora, oltre che un mito, la metafora del periodo fascista e della propaganda della sua fabbrica bellica. Non a caso si parla di illusioni, “il sale della storia”, dichiara lo scrittore alessandrino, di sogni di gloria che via, via sfumano e si perdono nella triste realtà. D’altronde, il libro, edito dalla casa editrice Bompiani, si basa sulla lotta tra bellezza, quella delle città d’Italia, del sogno italiano di vittoria e di potere, e l’ideologia, quella totalitarista. Si tratta di una storia fatta di peripezie, di suspense e una caccia al tesoro, una pergamena per mantenere pagina dopo pagina il lettore in tensione, in modo che non abbassi la guardia.
“ Il libro rappresenta la base della costruzione della società in chiave positiva e la scrittura è il risultato di piani che si incrociano”, riferisce lo scrittore del terzo appuntamento del progetto “Estate con l’autore” a cui era presente anche l’associazione letteraria della Locride “I presidi del libro”.