RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO
RIACE – Anche quest’anno, l’appuntamento con i Campi della Legalità è giunto. Sono iniziati ufficialmente giorno 27 luglio, quando un gruppo di 17 ragazzi provenienti da Avellino e da Bologna e cinque pensionati dello Spi Cgil Reggio Emilia sono stati accolti all’aeroporto dagli organizzatori del primo campo del 2014; campo che si svolgerà sino al 2 agosto.
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L’iniziativa, promossa da Cgil, Spi Cgil e Flai Cgil del Comprensorio Rc-Locri, Arci-Comitato territoriale Rc e Libera, si inserisce in un percorso virtuoso all’insegna della legalità e della compartecipazione dei giovani attraverso quest’esperienza unica e particolare: una settimana di sperimentazione attraverso l’arte, la cultura, la tradizione, il confronto e il rapporto con un territorio difficile come, appunto, è la Calabria. Ma anche l’approfondimento di temi quali l’integrazione, la legalità, la lotta alla criminalità organizzata e alla ‘ndrangheta. Una settimana ricca di appuntamenti e di “esperienze”: dalla visita al laboratori di Riace alla scoperta delle bellezze del territorio (a Roccella Jonica con la Festa del Popoli e a Monasterace con guida archeologica presso gli scavi del Paese); dalle attività al Borgo del Paese dell’Accoglienza all’incontro con i volontari di Emergency a Polistena. E poi, tavole rotonde, incontri, proiezioni di video, musica. Sette giorni intensi durante i quali i ragazzi non solo conosceranno a tutto tondo il territorio, ma ne apprezzeranno le bellezze seguendo un unico filo conduttore: la legalità in ogni sua forma. Chi sceglie di partecipare a questo tipo di “vacanza” lo fa perché spinto dalla curiosità; perché ama confrontarsi con nuove realtà e conoscere un tema complesso, quello della ‘ndrangheta; perché convinto che solo attraverso il contatto con il luogo, con la Calabria, è possibile capirne meglio le logiche, le particolarità, le dinamiche; perché vuole cercare di sapere il più possibile come funziona una realtà di cui si conosce poco o di cui ha sentito parlare solo in linea generale, senza approfondimenti; perché spinto dalla voglia di “fare”, di “sperimentare”, di “dialogare” con altre culture. Il Campo della Legalità, il primo di quest’anno, a cui seguirà quello della settimana dal 3 al 9 agosto, è quindi una sette giorni significativa, importante, veicolo di un messaggio universale: il rispetto dell’altro passa dalla solidarietà e dalla reciprocità attraverso azioni concrete e virtuose, perché <<ciò che riguarda uno, coinvolge tutti>>.
RIACE – Ieri, accompagnati dai volontari dello Spi Cgil di Bologna, i ragazzi del Primo Campo della Legalità-Riace 2014 hanno preso parte all’incontro, presso la Capitaneria di porto di Roccella Jonica, dal titolo “Migrantes”. Un momento di riflessione, di confronto, di formazione e di informazione. Si è parlato del fenomeno dell’immigrazione, degli sbarchi clandestini e dei centri di identificazione ed espulsione. Alla presenza degli agenti della Capitaneria e del Comandante Antonino Indelicato, i ragazzi si sono confrontati apertamente sulle pratiche di salvataggio e di primo soccorso. Una mattinata intensa presso il Porto delle Grazie che è stato “visitato” dai ragazzi, che si sono recati presso gli uffici della sede e visto i barconi giunti sulle coste calabre, ed è stato sede della tavola rotonda a cui hanno preso parte attivamente gli stessi giovani, interrogando i relatori e ponendo loro delle domande su questioni sia tecniche che etiche. Quesiti, ma anche riflessioni, durante la proiezione di alcuni video che spiegavano – attraverso immagini chiare – le procedure di primo soccorso e di pronto intervento. Un’esperienza che ha colpito i giovani del Campo, perché si sono confrontati con una realtà che non conoscevano o di cui avevano appreso informazioni documentandosi tramite i mezzi di comunicazione. Un laboratorio vero e proprio, perché “formativo” e “interattivo
RIACE – Una sala gremita, quella del centro di aggregazione e di prima accoglienza del Comune di Riace, Palazzo Pinnarò (sede dell’associazione Città futura): i giovani provenienti da Avellino e Bologna insieme con i pensionati dello Spi Cgil Reggio Emilia, accompagnati dagli organizzatori del campo (Salvatore Lacopo e Lea Marziano per la Segreteria Spi Cgil Rc-Locri, Domenico Mandarano e Mimma Pacifici per la Segreteria Cgil Rc-Locri, Emiliano Barbucci e Dario Grilletto per l’Arci-Comitato territoriale Rc), hanno prestato particolare attenzione alle parole del Sindaco Mimmo Lucano. Un intervento, quello del Primo Cittadino, volto a spiegare e raccontare la realtà di Riace, “Paese dell’Accoglienza” che ha fatto dell’integrazione e della convivenza un valore imprescindibile della sua politica amministrativa. “Su un Paese di 1800 abitanti – ha spiegato Mimmo Lucano – 300 persone sono straniere. Il nostro programma di accoglienza e di integrazione è stato sviluppato seguendo sia la linea governativa sia una nostra idea: quella di destinare un bonus per ogni ospite in modo tale da permettere all’immigrato di essere indipendente, di potersi fare la spesa, di acquistare vestiti, libri o altri beni. Così abbiamo creato un piano organizzativo che consiste in più fasi: il momento dell’accoglienza e identificazione; quello dell’informazione (sia economiche che logistiche); quello dell’indipendenza (permettere ai minori di seguire attività di formazione e/o attività ludiche e agli adulti di apprendere sul campo un mestiere)”. Ma il progetto di Riace è andato ben oltre, perché l’integrazione è avvenuta realmente: agli immigrati sono state date in dotazione case nel centro storico, così da ri-popolare il borgo ed evitare fenomeni di ghettizzazione come in altri paesi con una forte presenza di immigrati. E, allo stesso tempo, attraverso il ruolo delle cooperative e di personale professionalizzato a Riace è stato creato un indotto economico che coinvolge centinaia di persone con un contratto di lavoro regolare. “La difficoltà maggiore che abbiamo cercato di superare come Amministrazione – ha aggiunto Lucano – è stata la burocrazia, non solo per partecipare ai bandi ministeriali ma anche per l’affidamento diretto, per esempio, della raccolta differenziata alle cooperative sociali del nostro territorio, garantendo sempre trasparenza nelle gare di appalto”.La raccolta differenziata, infatti, presso il Comune di Riace avviene per mezzo di asini e carrette che permettono di inoltrarsi lungo i vicoli del caratteristico borgo. Lavoro, integrazione, rispetto dell’altro. Valorizzazione delle botteghe artigiane. Ri-popolamento dell’entroterra. Seguendo questi fili-conduttori, Mimmo Lucano ha spiegato ai giovani e ai pensionati presenti all’incontro, la sperimentazione che ha intrapreso il suo Comune: “una sperimentazione che – ha sottolineato – non è magia, ma normalità. Un progetto che guarda ai valori della persona, per affrontare temi di portata sociale e allontanarsi dalle logiche condizionanti di ogni forma di criminalità”. “Il punto – ha aggiunto – è come si vive questa esperienza: io lo faccio con responsabilità e con senso di umanità. Cercando di guardare con un occhio all’ambiente e con l’altro al bene del Paese. Da qui, l’idea del turismo solidale, dei mezzi pubblici a disposizione della gente per spostamenti finalizzati a corsi di formazione o attività importanti. O anche, creare rete tra i diversi progetti, affinché esista un sistema capillare sul territorio provinciale e regionale che permetta all’ospite di crescere nel nostro Paese, di lavorare, di produrre e di essere utile a sé stesso e alla società”. Il Comune di Riace ha poi stilato delle convenzioni con la Prefettura e la Questura perché capo-fila tra i Paesi che hanno messo in atto buone pratiche di accoglienza. Ed è questo ciò che ha colpito di più i ragazzi del Campo: “Riace – hanno dichiarato a fine incontro – è un esempio di buona amministrazione (con una pressione fiscale bassissima, quasi inesistente) ed è un modello di sviluppo che ha saputo integrare la diversità culturale con la tradizione, in un rapporto reciproco di convivenza e crescita”.