di Gianluca Albanese
RIACE – La legge (la 157 del 2019, che va a integrare l’articolo 82 del Testo Unico degli Enti Locali) glielo permette. L’opportunità politica della decisione presa dalla giunta comunale di Riace, invece, sta facendo parecchio discutere in queste ore.
Con delibera dell’esecutivo comunale riacese numero 20 dello scorso 11 marzo, infatti, il sindaco di Riace Antonio Trifoli, il suo vice Francesco Salerno e l’assessore Teresa Gervasi si sono aumentati le indennità di funzione per effetto della sopracitata fonte normativa, che permette agli amministratori di comuni con popolazione inferiore ai 3.000 abitanti di incrementare le proprie spettanze fino all’85% di quelle di cui hanno diritto i pari ruolo dei comuni con popolazione fino a 5.000 abitanti.
Per effetto della decisione, intrapresa in piena emergenza corona virus (in cui non mancano le iniziative di solidarietà da parte di parecchie personalità che ricoprono cariche elettive), l’indennità del sindaco è passata da 1.252.80 euro mensili a 1.659,80; quella del vice sindaco da € 250,56 a 331,88; quella dell’unico assessore (Teresa Gervasi) da € 187,92 a 248,90. Tutti gli importi sono al lordo delle trattenute fiscali.
Dunque, gli amministratori comunali di Riace si sono aumentati le indennità di quasi il 25% e questa decisione non poteva passare inosservata, specie per il grande clamore mediatico che da qualche lustro si registra nel paese dei Bronzi.
Immediata la reazione dei consiglieri di opposizione Maurizio Cimino e Flavia Diciommo, che chiedono senza indugio la revoca della delibera adottata dall’esecutivo municipale.
Lo fanno con una nota stampa che proponiamo alla vostra lettura integrale:
«Con la deliberazione di Giunta sopra meglio emarginata si è stabilito che le indennità per gli amministratori del Comune di Riace (Sindaco, Vicesindaco e Assessore) siano aumentate secondo le norme di legge applicabili ai Comuni con popolazione fino a tremila abitanti.
Orbene, gli scriventi consiglieri di minoranza Maurizio CIMINO e Flavia Diciommo, ricordando il dissesto finanziario che affligge l’ente, ed in considerazione dell’attuale emergenza COVID-19 che sta causando la morte di migliaia di persone riflettendo effetti economici negativi al punto che molte famiglie devono accedere ai bonus governativi per fare la spesa quotidiana, manifestano sgomento per l’inopportunità dell’atto approvato.
Rammentano che molti politici stanno rinunciando ai propri emolumenti e, in tal senso, l’amministrazione di Riace si contraddistingue per una decisione che al momento (al di là delle pubbliche carità del Sindaco) suona come un insulto a chi versa in difficoltà assolute.
Tanto detto,
CHIEDONO
LA REVOCA, CON EFFETTO IMMEDIATO, DELLA DELIBERA ADOTTATA.
RIACE, 07 MARZO 2020
Maurizio CIMINO e Flavia DICIOMMO»