RIACE – «Il Ministro dell’Interno che è nostro conterraneo e che io definisco “fascio-leghista” dice che gli immigrati dobbiamo aiutarli a casa loro e noi abbiamo deciso di fare questo: curarli a casa loro». Sisì Napoli, medico e volontario dell’associazione Jimuel che fornisce assistenza sanitaria agli ultimi del mondo non delude le aspettative di chi conosce la sua verve polemica e il suo amore verso i più deboli, riassumendo così il senso dell’ambulatorio medico inaugurato questa mattina a Riace.
Una battaglia vinta, quella di Napoli, che evidenzia come la decisione di inaugurare l’ambulatorio medico in una stanza dello stabile che ospita il palazzo municipale sia l’affermazione di due modelli: quello dell’accoglienza e dell’integrazione degli immigrati sbarcati sulle nostre coste nei barconi dei “viaggi della speranza” e quello dell’assistenza sanitaria universale che, per bocca del suo management, rappresentato stamani dal direttore sanitario e socio Pietro Crinò, ispira lo Studio Radiologico “Fiscer” di Siderno, che ha investito le proprie risorse per creare questa struttura sanitaria che sarà possibile fruire sia da parte degli immigrati che dai cittadini italiani residenti a Riace e nei paesi limitrofi.
Stamattina, il piazzale antistante il palazzo municipale di Riace è gremito di un’umanità varia, multicolore, caleidoscopica. Immigrati e musicisti, residenti e forestieri, politici di destra e di sinistra. Tutti insieme per un unico obiettivo, perché la musica e la tutela della salute accomunano davvero tutti.
Fa caldo. Il maestro Carlo Frascà, che ha preparato il Global Chorus “Voci dal mare” presenta la cerimonia e, con un occhio al termometro, dice che «Ci sono 36°, una temperatura molto vicina al calore umano». La metafora è azzeccata, e il caldo risulta essere perfino sopportabile, complice il pino domestico che troneggia e una leggera brezza.
Frascà parla dell’associazione Jimuel e degli Internet Medics for life che «Portano la cura dove non c’è». Spiega che l’ambulatorio «E’ attivo da qualche settimana, fornendo sia un servizio medico diretto dal dottor Giuseppe Bova, di front line, sia di raccolta dati per fornire una “second opinion”, un consulto supplementare per la diagnosi e la cura delle patologie. L’ambulatorio è aperto a chiunque – ha aggiunto Frascà – e garantisce ascolto e professionalità a chi ne ha bisogno, ed è finanziato dallo Studio Radiologico di Siderno».
Quindi, dopo l’esibizione dei bravissimi cantanti Mirco Pio Coniglio e Chiara Speranza, e del ballerino Erik Locatelli, parla il sindaco Mimmo Lucano.
«Questa è la risposta a quella manifestazione post fascista dello scorso 2 luglio – ha detto in premessa – in cui qualcuno ha inutilmente provato a infangare la nostra esperienza di accoglienza e integrazione. L’ambulatorio è aperto a tutti, non solo ai rifugiati, e la sua inaugurazione è conseguenza di quello che facciamo da decenni in questo paese. In tempi in cui la sanità è dettata dalla logica ragionieristica dei numeri – ha proseguito il sindaco – e tende a chiudere strutture e tagliare servizi, noi apriamo un nuovo presidio sul territorio, perché non è più possibile che la sanità si blocchi davanti agli ostacoli burocratici, e che si chiedano carte, documenti e bolli a chi sta per partorire. Qui c’è condivisione della normalità».
Non mancano parole di stima, affetto e gratitudine per Pietro Crinò.
«Quando era sindaco di Casignana, accadde che accompagnai una ragazzina rifugiata allo Studio Radiologico perché avvertiva un forte dolore al ginocchio. Sinceramente ero restio a chiedergli cortesie particolari per via del nostro differente orientamento politico. Lui però mi vide, mi salutò e s’interessò subito al caso di questa ragazza, con grande umanità. E lo stesso fecero i medici Napoli e Morabito, impegnandosi ben oltre i propri doveri professionali».
La gente applaude convinta. Tra il pubblico anche il presidente dell’Osservatorio Ambientale “Diritto per la vita” Arturo Rocca e l’ex commissario straordinario dell’Asp di Reggio Calabria Santo Gioffrè.
Quindi, prende la parola Pietro Crinò, fino a un paio d’anni fa consigliere regionale.
«Lo Studio radiologico di Siderno – ha esordito Crinò – ha inteso finanziare e attivare questo ambulatorio in collaborazione con Jimuel nel quadro dei tanti interventi che compie nel sociale. Noi non abbiamo mai rimandato indietro nessun paziente bisognoso di accertamenti diagnostici, nemmeno se era privo di soldi o impegnativa del medico curante. E contrariamente a quanto scrive qualcuno sui social network, non abbiamo aperto l’ambulatorio per una convenienza economica. Qui è tutto gratis. Ricordo perfettamente quando venne Mimmo Lucano con questa ragazza dolorante al ginocchio. Le assicurammo radiografie, Tac e risonanza magnetica dalle quali emerse una patologia importante che confermò, su nostro interessamento, anche un primario del “Malpighi” di Milano, e a lei garantimmo tutte le terapie necessarie, tanto che ora sta bene ed è qui in mezzo a noi. Avremmo potuto aprire questo ambulatorio solo qui a Riace, esempio di accoglienza e integrazione senza pari, che vanno premiati. Noi non badiamo solo al profitto, seppur necessario per mandare avanti la nostra attività, e ci siamo adoperati anche per ottenere l’autorizzazione dell’Asp, agendo i primi tempi nel silenzio, mentre ora è giusto che tutti sappiano i risultati che abbiamo ottenuto».
Ospite d’eccezione, il nuovo segretario generale della Fiom-Cgil Francesca Re David, il sindacato più a sinistra che c’è.
«Mi trovo qui in vacanza – ha detto la Re David – e sto tenendo anche alcuni incontri di approfondimento, primo tra tutti in questa splendida realtà di Riace che merita di essere vista coi propri occhi. Un dato mi preoccupa: dalla Toscana in su, il 30% degli iscritti Fiom è composto da immigrati, che hanno un lavoro regolare, mentre nel centro sud c’è ancora troppo sommerso e lavoro in nero. Riace rappresenta un esempio che ha molto da insegnare a tutti, e merita il sostegno della Fiom».
Dopo l’esibizione del rapper Sherif, che ha cantato un brano dedicato al padre, scomparso da poco, è intervenuto senza veli e senza filtri Sisì Napoli.
La stoccata iniziale a Marco Minniti non è stata l’unica della giornata.
«Partiamo da Riace – ha detto Sisì Napoli – per arrivare a Rosarno, visto che il Ministro Minniti, che conobbi da ragazzo quando era segretario provinciale della Giovanile Comunista, non conosce la realtà di schiavitù che esiste in quella zona e non se ne vergogna. Le uniche autorità alle quali mostriamo deferenza – ha proseguito, incontenibile, Napoli – sono i ragazzi in difficoltà, gli ultimi ai quali dedichiamo ogni nostro sforzo. Oggi avrebbe dovuto essere presente anche il presidente della giunta regionale Oliverio, e ringrazio il cielo che oggi lui non sia qui. Lui che non è riuscito a conquistare la gestione della sanità calabrese, regalandola di fatto a un uomo voluto da un altro uomo di Firenze – il riferimento è chiaramente a Matteo Renzi – che non vale due soldi».
Quindi, non manca un ringraziamento ai colleghi Morabito, Bova e Crinò «e alle ginecologhe Nietta Bova e Sandra Commisso, che qui stanno svolgendo un grande lavoro, sull’esempio del professor Franco Mosca dell’Università di Pisa che forma i giovani medici che aiutano i bisognosi di tutto il mondo».
Un intervento pieno di adrenalina il suo, che precede il gran finale dedicato a musica, suoni e colori e spettacolo di tutto il mondo, che per una caldissima mattinata di solleone, si è ritrovato in un piccolo borgo della Locride, fino a pochi lustri fa in via di spopolamento e che ora diventa esempio nazionale.
Perché l’accoglienza, l’integrazione e il soccorso agli ultimi non sono solo una fiction.
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