di Redazione (foto e video di Enzo Lacopo)
“Oggi, nonostante tutto quello che e’ successo in questi ultimi mesi, vogliamo ricostruire quel progetto di comunita’, di accoglienza e di integrazione. Spero, comunque, di poter un giorno ritornare a Riace”. Lo ha detto Mimmo Lucano, sindaco sospeso di Riace, come riporta l’Ansa, in occasione della presentazione, a Caulonia, cittadina dove attualmente risiede, dell’iniziativa “E’ stato il vento” finalizzata ad una ripresa dei progetti realizzati nella cittadina calabrese.
All’incontro, che ha fatto da sfondo alla costituzione di un comitato per la creazione di una fondazione che si occupera’ di supportare economicamente il nuovo modello Riace, hanno partecipato in tanti, tra gli altri l’ex sindaco di Rosarno Giuseppe Lavorato, designato come presidente della Fondazione; padre Alex Zanotelli e Chiara Sasso, autrice del libro “Riace, una storia italiana”. “A Riace – ha detto Lucano – e’ nato tutto in modo spontaneo quando una nave carica di profughi e’ arrivata fin sulla spiaggia della frazione marina. Tutta la comunita’ ha soccorso e offerto accoglienza ai migranti in cerca di una terra migliore, di una vita diversa e di una vita lontana dalle violenze o dalle guerre. E’ li’ che Riace ha cominciato a costruire e a dare vitalita’ ad un progetto di comunita'”.
“Perche’ istituzioni come il Governo o la Prefettura di Reggio Calabria, anziche’, anche sul piano burocratico, guardare ed evidenziare anche le virgole, come hanno fatto su Riace, continuano a tenere gli occhi chiusi e a voltarsi dall’altra parte sulle situazioni di obbrobrio e sulle condizioni disumane che esistono nella baraccopoli di San Ferdinando, un vero e proprio ghetto, dove si continua a morire e ad essere uccisi?” chiede Lucano, inoltre.
“L’accoglienza ai migranti sbarcati a Torre Melissa conferma l’umanità della Calabria” ha aggiunto Lucano a margine della presentazione di una fondazione finalizzata a riprendere i progetti di accoglienza nel suo comune.
Poi su Riace: “Tutta la nostra comunità ha soccorso e offerto accoglienza ai migranti in cerca di una terra migliore, di una vita diversa e di una vita lontana dalle violenze o dalle guerre: da quel giorno Riace ha dato concretezza a un progetto di comunità. Insomma, la Calabria è ultima per tante cose, ma prima per umanità. E’ questo è il messaggio più importante, al di là delle contraddizioni, delle discussioni, delle amarezze e delle speranze”.
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