LOCRI – Sull’emergenza rifiuti oramai giunta a livelli di guardia per l’intero comprensorio, si è nuovamente espressa il Commissario Prefettizio Francesca Crea. Una situazione insostenibile, che da diverso tempo il nostro territorio si trova a dover fronteggiare con problematiche di varia natura, tanto da indurre il viceprefetto con il consenso di tutti gli altri sindaci (riunitesi ieri in assemblea), a proporre un incontro con il Commissario regionale per l’emergenza rifiuti Vincenzo Speranza. «Il servizio di raccolta – ha commentato il Commissario Prefettizio – non è eseguito in maniera soddisfacente, soprattutto nelle zone periferiche della città. Tante sono state le lamentele ricevute con tanto di fotografie. Per tale motivo, ieri pomeriggio ho chiesto all’ufficio tecnico di invitare gli operai a dedicarsi maggiormente ai centri periferici, poichè una volta venutesi a creare l’arretrato di rifiuti, difficilmente si è in grado di smaltirlo. Il vero problema non è dipeso tanto dal lavoro degli operai, quanto dalla quantità limitata che deve esser conferita in discarica, dunque se pur intensificassero il sistema di raccolta, non ci sarebbero le condizioni per poter scaricare un certo quantitativo di rifiuti». Un equilibrio precario, così l’ha definito la Crea, senza alcun tipo di programmazione e strategia così da consentire alla Regione di poter affrontare l’ingente problematica in maniera costruttiva ed efficace. Una richiesta, quella di incontrare Speranza, ben accolta da tutti i Sindaci e alla quale si darà seguito nel più breve tempo possibile. Sulla questione invece di Siderno Ambiente, la società che gestisce il depuratore consortile di Siderno al servizio anche del Comune di Locri, il viceprefetto ha ribadito che in prossimità del nuovo anno tenteranno di versare qualche cifra, anche perchè ad oggi pur se i cittadini han pagato l’ultima rata dell’Imu, in cassa non c’è la disponibilità per garantire la somma spettante; a differenza del Comune di Siderno, che ha appena versato ben 4 mensilità. Un depuratore quello di Siderno, esistente già da circa 6 anni e nel corso di tutto questo tempo Il Comune di Locri ha versato, per fruire dei suoi servizi, solo piccole cifre. In merito all’ultimo incontro con la Corte dei Conti del 14 dicembre, la dottoressa Crea ha riferito di come la Sezione Regionale di controllo sia rimasta piacevolmente colpita dalla verifica dei contatori (la cui lettura è affidata al personale interno dell’Ente), dalla quale poi scaturirà l’emissione di un ruolo realistico e non improntato su dati presunti. «Stiamo lavorando – ha detto – subito dopo la scadenza del contratto con Geo Ambiente, prevista per il 31 gennaio, ad attivare almeno parzialmente l’internalizzazione del sistema di raccolta e smaltimento dei Rsu, almeno per quello che concerne la raccolta dell’umido prima nel centro città e poi piano piano estenderla nel territorio, con un appalto di 6 mesi per l’indifferenziata, (un punto quest’ultimo ancora da definire) adottando tutti i provvedimenti tesi a ridurre le spese». Alla Corte dei Conti è stato anche evidenziato come il Comune oltre a dover coprire i debiti accumulati, vanti anche dei crediti da parte di enti pubblici: ad esempio, basti pensare all’Asp che deve all’Ente 500mila euro per la fornitura dell’acqua. Per il piano di riequilibrio finanziario pluriennale che l’Ente dovrà presentare entro 60 giorni, bisognerà adottare tutte le linee guida approvate dalla Sezione Autonomia della Corte dei Conti, linee guida che da quanto ci risulta, allo stato attuale non sono state ancora rese note. Per il Comune di Locri, si prospetta una fase molto delicata, è vero che si è deliberato di ricorrere alla procedura di riequilibrio finanziario pluriennale, con tutte le procedure necessarie per l’accesso al fondo di rotazione, però ciò non toglie che tutto dipenderà da come la Corte dei Conti interpreterà il piano di risanamento dell’Ente, con tutti i criteri di credibilità applicati. «Se non avessi adottato questa strategia – ha sottolineato la Crea – avrei dovuto dichiarare nell’immediatezza il dissesto».
FRANCESCA CUSUMANO