R. & P.
L’emergenza Covid-19, come era normale che fosse e come stiamo sostenendo da tempo, ha posto con forza l’urgenza di una riprogrammazione, veloce e puntuale, delle politiche comunitarie.
Il Governo, attraverso l’intervento del ministro per il Sud Provenzano, ha avvisato le Regioni della necessità di bruciare i tempi rispetto a questa azione.
Anche in sede di conferenza Stato-Regioni si è aperta la discussione finalizzata alla riprogrammazione del Fondo europeo per lo sviluppo regionale e del Fondo sociale europeo. Una riprogrammazione che, alla luce di quello che sta emergendo in queste settimane contrassegnate dall’emergenza coronavirus, deve essere “sbilanciata” verso quei territori, come quelli meridionali, che stanno soffrendo e, maggiormente, soffriranno nei prossimi anni per le ricadute economiche e sociali di questa crisi inaspettata.
Lo stesso presidente della Conferenza delle Regioni, Stefano Bonaccini, ha sposato la necessità di accentuare la spinta solidaristica fra le regioni del Nord e quelle del Sud del Paese.
Siamo convinti, alla luce delle ricadute che questa emergenza avrà anche nei prossimi anni, sulla tenuta economica e sociale della Calabria, che sia necessario una immediata riprogrammazione del Programma operativo regionale 202172027.
I fondi comunitari dovranno essere indirizzati non solo al contrasto dell’emergenza contingente da Covid-19 ma, soprattutto, per preparare il terreno e facilitare il sostegno alla ripartenza economica e sociale delle regioni del Sud Italia.
Per concretizzare questa opportunità, poi, riteniamo indispensabile mettere al bando le politiche del passato, quelle che hanno puntato alla parcellizzazione clientelare dei fondi europei, per puntare con convinzione, e attraverso il supporto di manager in possesso di un alto profilo professionale di progettazione comunitaria, sulla concentrazione delle provvidenze europee su un numero ristretto di progetti che siano in grado di dispiegare, in breve tempo, i propri effetti positivi sul territorio. Magari puntando a rendere effettivamente produttiva la Zona economica speciale, svincolandola da quei legacci infrastrutturali, burocratici e logistici che ne hanno impedito la concreta realizzazione.
Alla Regione Calabria, quindi, chiediamo di avviare con prontezza europea e senza liturgie politiche inaccettabili davanti alla situazione contingente e di prospettiva, un confronto franco e costruttivo con il partenariato economico e sociale, utilizzando le tecnologie di discussione a distanza, sulla programmazione in scadenza dei fondi europei e su quella del prossimo futuro.
Santo Biondo
Segretario generale
Uil Calabria