DALL’UFFICIO STAMPA DEL COMUNE DI GERACE RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO LA SEGUENTE NOTA:
È stata una vera e propria lezione di legalità quella tenuta nella mattinata di oggi dal capitano Nico Blanco, comandante della Compagnia Carabinieri di Locri, nell’aula magna della Scuola Media “Domenico Scoleri” di Gerace.
L’incontro si inserisce nell’ambito del Progetto MIUR-UNAR Presidenza del Consiglio dei Ministri “Dedicato a Lea e a tutte le donne calabresi” di cui è responsabile l’insegnante e cantastorie Francesca Prestia, un percorso multidisciplinare nel quale sono coinvolte anche le scuole di Siderno, Palmi e Lamezia Terme, fortemente sostenuto dal Sottosegretario all’Istruzione, Marco Rossi Doria, e da Filomena Fotia, suo braccio destro. Ad accogliere il capitano Blanco, Tommaso Mittiga e Giuseppe Varacalli, nelle rispettive vesti di dirigente dell’Istituto Comprensivo “Cinque Martiri”, cui appartiene la scuola teatro dell’incontro, e di Sindaco di Gerace. I due hanno ringraziato l’Arma dei Carabinieri per la grande sensibilità dimostrata nell’accettare immediatamente l’invito ad incontrare gli alunni geracesi e, nello specifico, il sindaco Varacalli ha sottolineato l’importante ruolo – secondo solo a quello svolto dai genitori – svolto dalla scuola e dalle forze dell’ordine nell’educazione delle giovani generazioni al rispetto reciproco, a quello delle regole della convivenza civile e, infine, delle leggi. Proprio dalle leggi che disciplinano il diritto penale ha preso il via la lezione che il capitano Blanco – assistito dal comandante della Stazione dei Carabinieri di Gerace, maresciallo capo Giacomo Chimienti, e dal suo vice, maresciallo Alessio Labate –, ha tenuto agli attenti studenti geracesi. «Tutte le regole appaiono inizialmente scomode, fino a quando non se ne capisce il vantaggio, sia individuale che collettivo, che si ottiene nell’osservarle», ha esordito Blanco: «È un po’ quello che accade quando si iniziano ad utilizzare delle scarpe nuove: inizialmente saranno scomode, poi, man mano che il piede vi si adatterà, diventeranno comode e funzionali», ha quindi chiarito il concetto. Adottando uno stile informale e facendo ricorso ad alcuni esempi vicini al mondo giovanile, il capitano Blanco ha quindi passato in rassegna alcuni tra i reati che riguardano, attivamente e passivamente, proprio i giovani o, addirittura, i giovanissimi. I reati commessi dai minori, appunto, per i quali il diritto penale prevede delle misure tese a rieducare ed a reinserire in società i colpevoli; oppure i reati commessi on-line, spesso nemmeno percepiti come comportamenti illeciti da chi li compie, come nel caso del peer-to-peer, ossia la condivisione di file coperti dal diritto d’autore, o della diffamazione di qualcuno attraverso i social network. Alla domanda del capitano Blanco riguardo a quanti tra i ragazzini presenti possedesse un proprio profilo su Facebook o Twitter, solo un sparuto gruppo di “mosche bianche” non ha alzato la mano. Ancor più importante e utile, perciò, si è dimostrata la successiva rassegna dei reati più diffusi tra quelli commessi nell’ambito dei social network: la già citata diffamazione, ma anche lo stalking, le molestie, il furto d’identità e le truffe on-line; comportamenti illeciti di cui i ragazzi potrebbero essere autori o vittime. È stato quindi fondamentale per loro sia conoscere l’esistenza dei reati in questione e di cosa comportino penalmente, sia anche cosa fare per evitare di restarne vittima. «L’obbiettivo del nostro incontro di oggi – ha spiegato ai ragazzi il capitano Blanco – è stato quello di accendere alcune lampadine nelle vostre menti che possano orientare al meglio i vostri comportamenti quotidiani, a scuola, in famiglia e nella società in generale». «Il contributo che ognuno di noi può dare alla società non è affatto secondario» – ha proseguito il rappresentante dell’Arma dopo aver proiettato la celebre scena del discorso di coach Al Pacino alla sua squadra in “Ogni maledetta domenica” – «Il nostro contributo è una goccia nel mare, ma o ciascuno di noi contribuisce con i propri comportamenti quotidiani a “fare squadra” e a rendere la società più giusta e più sicura, o falliremo individualmente come cittadini, prima ancora che come società nel suo insieme». Moltissime mani si sono poi alzate anche quando è stato aperto il dibattito con i giovani studenti: la proverbiale curiosità giovanile ha fatto la propria parte, così come la voglia di capire meglio cosa fare per difendersi da eventuali comportamenti illeciti altrui e cosa fare in prima persona per migliorare la società della quale si è parte. «Confidatevi con i vostri genitori e i vostri insegnanti, e rivolgetevi tranquillamente alle forze dell’ordine qualora individuiate delle situazioni pericolose per voi o per altri; sostenete i vostri compagni e amici quando rischiano di sbagliare e rispettate le leggi, le regole e, soprattutto, il vostro prossimo». Queste le risposte del capitano Nico Blanco e di Francesca Prestia ai ragazzi.