di Gianluca Albanese
ROCCELLA IONICA – Non sarà solo un’avventura elettorale. Il movimento “Roccella Bene Comune“, nato come lista elettorale alle passate consultazioni amministrative per contrapporsi all’amministrazione basata sull’asse Zito-Certomà, al governo cittadino da tre consiliature, si consolida ed è pronto ad allargare la propria base con nuovi innesti, al fine di preparare sin da ora l’alternativa.
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E’ quanto è emerso dall’incontro tenutosi oggi nella sala consiliare, davanti a un pubblico molto numeroso, e concepito per contestare l’eccessiva imposizione fiscale a carico dei cittadini, a fronte, secondo quanto affermato dai relatori, di uno sviluppo inesistente nel quadro di un contesto cittadino fatto da spese eccessive da far gravare sulle tasche dei cittadini.
Ha aperto i lavori la consigliera più giovane, Chiara Melcore, che nel ribadire la volontà del movimento di tenere un dialogo costante coi cittadini, basato sul confronto e sull’informazione, ha disegnato un quadro a tinte fosche, fatto di una comunità alle prese con la stagnazione dell’economia e col calo della popolazione residente «In un clima – ha detto – di forte diffidenza verso l’amministrazione, con la gente che però è timorosa di esprimere le proprie idee per via delle troppe censure fatte dalla maggioranza in consiglio comunale» in un comune «Tra i più tassati della Calabria. Altro – ha concluso la Melcore che isola felice e comune virtuoso».
Nicola Iervasi, anima del seguitissimo blog “Roccella siamo (anche) noi” ha snocciolato i dati sull’imposizione fiscale, forniti direttamente dall’ufficio ragioneria dell’Ente.
«La maggioranza – ha detto – ha votato l’applicazione delle aliquote massime dei tributi comunali come Imu e Tasi e anche la Tari costa troppo, nonostante la raccolta differenziata “porta a porta” dei rifiuti che, secondo l’amministrazione, avrebbe fatto risparmiare il Comune, quando invece i costi sono aumentati del 500%». Anche sull’erogazione dell’acqua Iervasi ha mosso dei rilievi. «La morosità – ha detto – è pari al 30% e nonostante tutto il Comune continua a erogare i compensi al collegio sindacale e all’amministratore delegato della società Multiservizi».
La morosità totale dei cittadini che secondo Roccella Bene Comune non pagano per la troppa pressione fiscale, supera il 30%, e questo taglia ogni prospettiva di sviluppo, tanto che non si riescono a trovare i soldi nemmeno per il servizio di mensa scolastica, tanto che i bambini mangiano il pranzo che si portano da casa, sugli stessi banchi nei quali fanno lezione».
Ma Iervasi non si ferma qui, citando come esempi di incapacità gestionale anche il Porto delle Grazie «con centinaia di posti barca vuoti», la mancanza di produttività di Auditorium, Convento dei Minimi e Teatro Al Castello, l’acqua non potabile nelle contrade Bosco Catalano e Maria e il Psa «Fermo al palo da 10 anni, e concepito con un comune come Nardodipace che oltre a non avere nulla in comune con Roccella ha subito il commissariamento per infiltrazioni mafiose. Il tutto – ha concluso – in una realtà cittadina in cui la gente torna a emigrare, come si faceva 30-40 anni fa».
Alla consigliera Vanessa Riitano è toccato il compito di formulare alcune proposte per uscire dalla crisi comunale «Partendo dallo sblocco dei finanziamenti – ha detto – finalizzati alla salvaguardia delle coste e al ripascimento delle spiagge, veicolando la sabbia che si accumula indebitamente al porto, perché la tanto decantata bandiera blu dev’essere un punto di partenza e non di arrivo. C’è bisogno anche di tutelare le strade periferiche e affrancarsi da Sorical nell’approvvigionamento idrico, attingendo alla sorgente del monte Gremi, puntando poi sull’illuminazione pubblica a led e a sbloccare il Psa per rilanciare l’edilizia, staccandosi da Nardodipace».
Ma non solo. La Riitano ha aggiunto che «Bisogna riportare la guardia medica all’ospedaletto e portare la biblioteca nell’ex mercato coperto, eliminando le troppe consulenze esterne che gravano sulle casse dell’Ente, installare uno spaccio di pesce fresco al porto, eliminare i contratti voucher che creano solo clientele, abbassare le indennità di funzione degli amministratori, cedere le aree Pip ai privati e procedere in tempi brevi alla fusione col Comune di Caulonia, che blocca per cinque anni l’obbligo di osservare le rigide regole imposte dal patto di stabilità interno e fa arrivare molte risorse del fondo di solidarietà».
Il dibattito che ne è seguito è stato molto partecipato, e ha visto gli interventi, tra gli altri, dei dirigenti di Rifondazione Comunista Nicola Lucà e Pietro Commisso, che hanno ribadito la necessità di lavorare fin da ora per elaborare proposte programmatiche comuni e di confrontarsi regolarmente coi cittadini sulle criticità cittadine.
Le conclusioni sono state affidate al leader Domenico Circosta, già candidato sindaco l’anno scorso, che ha esordito parlando delle promesse non mantenute dall’amministrazione Certomà e ha espresso la necessità di «ripartire dal capitale umano, investendo in primis sul ripristino dei servizi di mensa scolastica e scuolabus», rilanciando i temi dell’autonomia idrica e dello spaccio di pesce fresco al porto.
Ma, soprattutto, Circosta si è soffermato sulla necessità di tagliare le spese improduttive «Partendo – ha detto – dai doppioni come la Multiservizi» e ha parlato di «Furto di diritti e ripetute illegittimità da parte dell’amministrazione comunale, come i bandi di selezioni del comandante dei vigili urbani e dello staff degli avvocati del Comune; la principale anomalia di quest’ultimo – ha detto – deriva dal fatto che non è stato emesso dal dirigente preposto ma dall’organo politico e questo è palesemente illegittimo come dimostrano le recenti sentenze del Tar, sezione di Reggio Calabria».
Il finale è in crescendo, con Circosta che ha promesso battaglia su questi temi «Sia sul piano politico che ad ogni livello» , strizzando l’occhio a Rifondazione Comunista e al consigliere comunale Bebo Alvaro (presente tra il pubblico) nel momento in cui ha parlato delle prospettive di crescita e allargamento della base di Roccella Bene Comune.
Fino alla rivelazione conclusiva: «Non mi sono mai pentito -ha detto Circosta – di essermi dimesso da consigliere comunale. Una sola volta, però, avrei voluto essere presente in consiglio comunale, ovvero nella seduta successiva alle elezioni regionali del 23 novembre, nel corso della quale il sindaco Certomà ha toccato il punto più basso della storia di questo civico consesso, gettando fango sulla decisione del consigliere Alvaro di candidarsi a palazzo Campanella. Il primo cittadino – ha concluso – ha generato una frattura che potrà essere fruttuosa per il futuro di questo Comune, perché Roccella Bene Comune potrà ben presto allargare i propri confini».