di Gianluca Albanese (Fotogallery e Video di Enzo Lacopo)
ROCCELLA IONICA – El puente unido jamas sera vencido. Ci perdonino gli Inti Illimani per il libero adattamento della loro più celebre canzone, ma ciò che ha insegnato l’esperienza del comitato “El Puente per Carlo” è che anche quando le avversità della vita arrivano all’improvviso, c’è sempre qualcuno disposto ad aiutarci. E se lo fa in maniera appassionata, disinteressata, trasparente, efficace e pulita come ha fatto il comitato nato undici mesi fa per aiutare il giovane ingegnere roccellese Carlo Iannuzzi (rimasto gravemente ferito dopo un’aggressione a scopo di rapina per le strade di Buenos Aires), allora si può davvero guardare il mondo con occhi migliori, avere più fiducia nel prossimo e essere sempre consci che quando si vuole davvero aiutare qualcuno, anche le distanze transoceaniche si accorciano.
Promessa mantenuta.
Ieri pomeriggio, infatti, nella stessa sala dell’ex convento dei Minimi in cui fu formato per volontà di alcuni amici di Carlo Iannuzzi, il comitato, divenuto dopo la felice conclusione della vicenda “El puente Con Carlo”, si è sciolto per raggiunte finalità sociali. Lo ha fatto col gesto simbolico più importante: un abbraccio a Carlo, presente in sala, che l’anno scorso a dicembre era un gesto ideale e che ora è divenuto il gesto più naturale, spontaneo, importante, di amicizia e solidarietà.
Al tavolo dei relatori, davanti a una platea a tratti commossa ma soprattutto felice e festante, alcuni dei promotori del comitato, dal portavoce Angelo Nizza, che ha introdotto i lavori, al responsabile dei conti Tommaso Daunisi, al presidente Francesco Ieraci, con la preziosa collaborazione di Martina Raschillà al PC.
«La vicenda di Carlo ci ha insegnato – ha detto in premessa Angelo Nizza – che il problema va al di là di un singolo caso e riguarda la libertà di movimento delle persone, oltre che delle cose. Questo comitato – ha aggiunto l’animatore della scuola di filosofia “Scholè” – ha funzionato bene nonostante la sua composizione eterogenea, e il collante è stato proprio Carlo che ha saputo dare i giusti stimoli a tutti noi».
E’ toccato a Tommaso Daunisi esporre il bilancio dettagliato dell’esperienza del comitato. Un bilancio in attivo anche dal punto di vista contabile, fatto da entrate per 75.816,19 euro (53.816,19 di donazioni da privati, 20.000 euro di sussidio da parte della Regione Calabria e 2.000 euro di sussidio da parte del Comune di Roccella) e di 71.720,04 euro di uscite (33.335 per pagare l’ospedale italiano di Buenos Aires laddove Carlo ha trascorso il periodo post operatorio, 9.200 per pagare il viaggio di ritorno in Italia, 28.721,13 euro da devolvere alla famiglia per le spese di cura in Italia e 463,91 euro per la gestione del conto corrente acceso per fare convogliare i contributi e per le spese di stampe e comunicazione pubblica).
Rimane un “attivo” di poco più di quattromila euro, così impiegato: 3.400 euro da devolvere al Centro di Recupero Neurologico dell’Ospedale di Locri e 696,15 euro al centro di protezione civile “Aniello Ursino” di Roccella Ionica.
«Con l’attività del Puente per Carlo – ha spiegato Tommaso Daunisi – si è realizzato quel principio di sussidiarietà orizzontale sancito dalla nostra Costituzione”.
Il presidente Francesco Ieraci ha spiegato la scelta che ha spinto il comitato a devolvere il residuo di cassa.
«Interfacciandoci col Centro di Recupero Neurologico di Locri – ha detto – abbiamo visto che servivano dei fondi per acquistare una barella-doccia per i pazienti e un elettrocardiografo, mentre le residue 696,15 euro saranno impiegate nell’acquisto di attrezzature sportive ad uso dei migranti ospitati nel centro di prima accoglienza della protezione civile, sito nell’ex “ospedaletto”. Abbiamo scelto i migranti – ha concluso Ieraci – perché anche Carlo è stato un migrante. Ora è il momento di fare tutti un passo indietro, perché Carlo insieme a noi torna nella quotidianità: eravamo amici e siamo fratelli e sorelle, e nessuno di noi ci ha deluso».
Quindi, è arrivato l’attesissimo momento dell’intervento di Carlo Iannuzzi, che ha esordito rivolgendosi in dialetto alla folta platea.
«Mamma quantu siti belli», ha detto, per poi proseguire con un eloquio sciolto e deciso, quello di sempre.
«Se oggi sono qui – ha detto Iannuzzi – è merito vostro. E’ stato l’amore ad aprirci le strade e voi avete costruito una meraviglia con la sensibilità dimostrata e che è arrivata da tutti, anche da chi non mi conosceva».
Dopo la standing ovation del pubblico è stato dato spazio ad alcuni interventi, tra cui quello di Fausto Certomà, il re del fitwalking che ha ricordato, tra l’altro, l’evento organizzato lo scorso 31 luglio a Roccella proprio per raccogliere fondi a favore di Carlo. «Preparammo parecchi video con grandi testimonial d’eccezione – ha ricordato Certomà – ma l’impatto del videomessaggio di Carlo ha superato di gran lunga tutti».
Il comitato ha altresì consegnato i verbali di devoluzione delle rispettive quote di residuo di cassa alla dottoressa Bruno del Centro di Recupero neurologico di Locri (che ha ringraziato sia il comitato che l’Unitalsi per l’aiuto fornito nei momenti più difficili) e alla signora Silvana della Protezione Civile di Roccella Ionica.
Il sindaco Giuseppe Certomà ha parlato di un «Bell’epilogo di una vicenda estremamente grave e di rilevanza nazionale» aggiungendo di essere particolarmente grato dell’aiuto fornito dal comitato al centro di protezione civile che ospita gli immigrati «Che sono qui da parecchio tempo – ha detto il sindaco – e non si sa praticamente nulla del loro futuro».
Giovanni Asprea, infine, ha portato i saluti dei roccellesi d’Argentina, che fornirono il primo indispensabile aiuto a Carlo, dopo la grave aggressione subita.
Quindi, l’abbraccio al grande protagonista positivo della vicenda.
Una storia che insegna che esistono delle persone oneste, sincere, leali, pulite e generose, disposte a farsi in quattro per aiutare un amico in difficoltà.
Non avevamo dubbi. Ora tocca a noi fare tesoro di quanto realizzato col “Puente per Carlo” e fare in modo che lo stesso costituisca un esempio da emulare e non un episodio lodevolissimo ma isolato.
Ecco una ricca fotogallery dell’evento e il video con i momenti migliori, entrambi realizzati dal nostro Enzo Lacopo.