DI SEGUITO LA NOTA DELLA CGIL
RIACE – Un secondo giorno ricco di emozioni e di informazioni che, con curiosità e con rispetto, i giovani e i volontari dello Spi Cgil di Ravenna hanno vissuto ieri a Roccella, al Porto della Grazie. Qui, i partecipanti al Campo della Legalità di Riace (4 -10 agosto 2013) – promosso da Spi Cgil Rc-Locri, Cgil e Arci Rc – hanno visitato non solo la struttura, sede della Capiteneria di Porto, ma anche i barconi che vengono arenati in seno al molo dopo gli arrivi degli immigrati.
Nel corso di una tavola rotonda, a cui hanno preso parte, oltre ai promotori del Campo, il tenente di vascello Antonio Indelicato, Fernando Mammone (Silp Cgil) e Giovanni Maiolo (Recosol), è stato spiegato il processo di integrazione degli emigranti che sbarcano sulle coste ioniche e che si sviluppa in tre fasi: il primo, quello del soccorso, affidato alla Guardia Costiera; il secondo, quello dell’identificazione, gestito dalla Polizia e dalle forze dell’ordine; il terzo ed ultimo, quello relativo all’accoglienza, attraverso l’espletamento delle pratiche riguardanti la richiesta di documenti o dell’asilo politico.
Tante le domande che i giovani e i volontari dello Spi Cgil di Ravenna hanno rivolto a Mammone, Maiolo e Indelicato: c’è chi ha chiesto come avviene la fase di accoglienza e quali documenti sono necessari per ottenere il permesso di soggiorno o il diritto di asilo politico; chi, invece, si è interessato alla fase dell’identificazione scoprendo che, in molti, posseggono un alto livello di istruzione e di esperienza lavorativa alle spalle; c’è, infine, chi ha posto delle questioni in merito alle politiche di respingimento, in riferimento a coloro che (come gli egiziani) non godono del diritto di asilo politico e vengono, quasi immediatamente, rimpatriati.
Non è poi mancata una discussione riguardo ai centri di identificazione e di espulsione, a quanti immigrati vengono destinati a questa “residenza temporanea” e quali sono i destini diversi che affrontano gli emigranti dopo la fase di identificazione.
“Il confronto – hanno detto i campisti – è stato interessante e ricco di informazioni. È stato chiarito molto bene il percorso che inziano gli stranieri in Italia e il ruolo dell’associazionismo e delle Istituzioni. Siamo rimasti colpiti dalla frase pronunciata dal rappresentante della Polizia. Con parole semplici ha detto che :<<Dietro ogni divisa c’è un uomo e ogni migrante ha una storia a sé di cui parlano i suoi occhi>>”.
“Attraverso questo profondo pensiero – hanno aggiunto i partecipanti al Campo –, ci ha fatto capire che il rispetto dell’essere umano, soprattutto in queste situazioni difficili e di emergenza, deve restare una priorità. Un valore da non dimenticare e a cui far riferimento”.
La giornata dei giovani e dei volontari dello Spi Cgil di Ravenna è, poi, proseguita a Riace: del paese dell’accoglienza si è parlato durante un ampio confronto con il Primo Cittadino Domenico Lucano. I campisti hanno cercato di capire, attraverso le loro domande, com’è nato il progetto dell’accoglienza; com’è stato percepito dalla popolazione locale; quale ruolo svolgono le associazioni e le istituzioni; qual è il traguardo che si vuole raggiungere.
Inoltre, vedendo nei laboratori di Riace l’appplicazione pratica di un progetto di formazione e lavoro tra immigrati e artigiani locali, i campisti hanno chiesto al Sindaco qual è il bilancio di tale progetto.
Una realtà complessa ma positiva. Un quadro che delinea, attreverso più aspetti e da più punti di vista, il processo dell’integrazione con altre culture e l’importanza di un diritto fondamentale: la salvaguardia della vita di ogni essere umano.