di Simona Ansani
ROCCELLA JONICA – Il comune di Roccella Jonica è tra i soci fondatori del Gal (gruppo azione locale) Alta Locride, di cui ha espresso il primo presidente nel triennio 2000 /2003, Andrea Bova, già sindaco della città. Gli anni successivi le amministrazioni che si sono avvicendate hanno tenuto un posizione defilata sfuggendo ad un pieno coinvolgimento, mantenendo il posto in assemblea ma declinando al tempo stesso un diretto impegno nell’esecutivo.
Dallo scorso agosto data in cui il nuovo consiglio di amministrazione del Gal si è quasi completamente rinnovato, l’amministrazione comunale ha voluto riprendere il dialogo interrotto anni prima proponendo come delegato all’assemblea dei soci il presidente del consiglio comunale Pasquale Vozzo, lanciando con questa indicazione un segnale forte e chiaro sul modo in cui si sarebbe reinterpretato il ruolo del comune di Roccella Jonica all’interno del consorzio e di conseguenza assumendo la responsabilità di un posto in consiglio di amministrazione. Questa premessa risponde alle tante domande del come e del perché il Consiglio Comunale del 9 aprile, ultimo scorso, chiamato ad esprimersi sull’adesione ai Piani Locali per il Lavoro abbia in modo inequivocabile ed unanime scelto il partenariato col Gal e non quello dell’associazione dei comuni. «Sinceramente nessuno di noi si è chiesto del perché altri hanno scelto opzioni diverse; – spiega il Presidente del Consiglio Pasquale Vozzo e membro del Consiglio di Amministrazione Gal Alta Locride – vi sono organismi istituzionali, consorzi pubblici e privati, associazioni di categoria e datoriali, vi è il tutto ed il di più, ma è chiaro che nel momento in cui taluni progetti come i PLL, consentono e prevedono il partenariato come strumento di concorso è logico che ogni ente è costretto a percorrere la strada in cui si sente maggiormente garantito e tutelato. Questo approccio logicamente esclude tutte le altre opzioni nel momento in cui se ne sceglie una. Di sicuro, – conclude Vozzo – è un vantaggio la condizione che permette di poter preferire la strada che si ritiene migliore, ma nel momento in cui questa preferenza viene espressa sarebbe poi inopportuno criticarla come scelta incoerente. La disomogeneità è un disvalore, l’eterogeneità al contrario è un valore, non un difetto. Ci troviamo nel secondo di questi casi. Quel progetto che viene intrapreso con convinzione e dopo ponderate valutazioni è senz’altro una scelta giustificata ancor prima che giusta, dopo, si constaterà se sia stata anche quella vincente».