di Simona Ansani
ROCCELLA JONICA – “Recupero, Salvaguardia e Valorizzazione di alcuni vitigni autoctoni calabresi” è il nome del progetto presentato questa mattina in conferenza stampa presso la sala consiliare di Roccella Jonica. <<Il progetto mira al recupero di antichi vitigni autoctoni – ha dichiarato il sindaco Giuseppe Certomà – così facendo cercheremo di strutture tutte le potenzialità per creare nuove risorse>>.
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L’importo del finanziamento è di € 222.114,08 e rientra nel Psr Regione Calabria 2007-2013. La finalità è quella di creare un campo di collezione di alcuni vitigni della Locride, che si credono a rischio di estinzione; attuare l’analisi e la comparazione morfologica e genetica per verificare che si tratta effettivamente di “cultivar” non comuni; divulgare le conoscenze e diffondere la coltivazione dei vitigni “riscoperti” quale arricchimento del patrimonio viti-vinicolo e della biodiversità. <<Renderemo un bene fruibile a tutti e che possa divenire punto di riferimento – ha sostenuto il docente dell’Universita di agraria di Reggio Calabria, Rocco Zappia – e il progetto avrà una durata di diciotto mesi, ma sicuramente chiederemo delle proroghe, per far si che si possa avere anche una ricaduta economica e lavorativa>>. I vitigni prescelti per il recupero sono stati 12, di cui 6 bianchi e 6 neri. I nomi sono quelli della tradizione locale che si rifà ad alcune caratteristiche morfologiche (come la passulongu, che sta ad indicare la lunghezza degli internodi dei tralci, o la ruggia, che indica il colore degli acini), o ad abitudini di accrescimento (come la olivella che cresce arrampicata sugli alberi di ulivo). Le uve scelte sono il “Mantonico Bianco” (detto anche “Mantonico Pizzutella o Vera”), il “Pecorello Bianco”, il “Pedilongo (detto anche “Pedilongu, Parmisana o Padaluta”, l’ “Uva Ruggia (detta anche “Ruggeda a Caulonia”), la “ Nocera” (detto anche “Marciliana”), la “Lacrima Bianca”, il “Nerello Passarelli o Zinnarico”, la “Vivrella di Ferruzzano o Olivetta”, il “Guardavalle Duro o Mastro Rocco”, l’ “Occhio di Lepre”, il “Nerello o Magliocco di Ferruzzano”, i “Buttuni o Occhi di Gatto”, il “Greco Bianco” (da utilizzare come riferimento-testimone), il “Gaglioppo” (da utilizzare come riferimento-testimone). I protagonisti di questo ambizioso progetto sono oltre al Comune di Roccella Jonica, capofila, coordinamento progettuale e amministrativo, conferimento terreno; la Facoltà di Agraria di Reggio Calabria – ricerca scientifica; l’Azienda “Fratelli Cantine Lavorata srl” – pubblicità e divulgazione risultati. L’ubicazione dell’iniziativa vede la località Mncino che ricade nel comune di Roccella e la superficie di terreno interessato è di circa un ettaro, e si tratta dunque di ex coltivi che devono essere bonificate e riattate alla coltivazione agricola mediante interventi di decespugliamento, sistemazione superficiale e aratura. Successivamente verranno impiantate le viti innestate coi vitigni suddetti, distinti per filari, per agevolarne dunque lo studio successivo. Sono previste tutte le opere complementari al campo di collezione quali, la recinzione perimetrale, la sistemazione della strada principale di accesso e delle stradelle interne; inoltra la realizzazione di un’area di osservazione attrezzata per scopi didattici e divulgativi. Sono previste, infine, le cure colturali per accompagnare le viti nelle prime fasi della crescita (irrigazioni, concimazioni e trattamenti anti-parassitari). Al momento non è stato pensato a un brand specifico per la promozione e divulgazione dell’iniziativa.