di Gianluca Albanese
Un sito internet istituzionale di un Comune dovrebbe essere un mero strumento di diffusione delle informazioni generali riguardanti l’ente, con particolare riferimento alla pubblicità degli atti amministrativi. A Roccella Ionica, da oggi, pare che non sia più solo questo, visto che nella sezione “ultime notizie”, del sito internet www.comune.roccella.rc.it troviamo uno scritto denominato “Comunicato Stampa dell’Amministrazione Comunale del 29-06-16” che invece di essere inviato (come imporrebbe la sua denominazione) agli organi di stampa per provare a precisare quanto da noi pubblicato in data odierna alle 4,30 – ammesso e non concesso che sia stato pubblicato qualcosa suscettibile di precisazione – si trasforma in un tentativo (per la verità poco nobile) di gettare veleno e discredito sulla nostra testata e sui giornalisti che ci scrivono.
Spieghiamo, a beneficio degli estensori del cosiddetto “comunicato stampa” che è buona norma, quando si intende esercitare il diritto di replica o di rettifica di quanto pubblicato da una testata giornalistica, inviare alla stessa una comunicazione via e-mail spiegando quanto s’intende specificare, chiarire, precisare e, ove necessario, rettificare; gli amministratori comunali di Roccella, invece no. Preferiscono provare a gettare discredito sul nostro lavoro e basta, e lo fanno mediante un uso irrituale del sito internet istituzionale del Comune.
Viene da pensare che, forse, la ricerca della verità dei fatti non è il principale obiettivo che intendono perseguire. Almeno è quello che si evince dal loro velenoso scritto.
Peccato. Avrebbero potuto chiedere alla brava collega Stefania Parrone, corrispondente locale del più diffuso quotidiano cartaceo nella nostra regione, nonché addetto stampa del Comune di Roccella, come si fa in questi casi. E Stefania, che oltre ad essere una brava giornalista è una persona per bene e a modo, avrebbe avuto modo di spiegare loro queste elementari norme di galateo giornalistico.
Invece no. L’istinto degli estensori (o del singolo estensore) del rabbioso scritto ha avuto la meglio, evidenziando che probabilmente per loro (o per lui) era più importante sputare veleno su una testata e sugli articoli scritti da stimatissimi e qualificati colleghi come Ilario Balì e Simona Ansani, che offrire il proprio contributo alla messa a fuoco di una vicenda che sicuramente andava trattata per la sua rilevanza giornalistica.
Sappiano, gli estensori (o l’estensore) del cosiddetto “comunicato del 29 giugno”, che la nostra indipendenza, la nostra autonomia da qualsivoglia potere e la nostra credibilità, infatti, impediscono a politici e amministratori di ogni schieramento di darci “suggerimenti” su cosa scrivere e cosa non scrivere. Per fortuna nostra – e dei nostri lettori – non abbiamo debiti di riconoscenza verso alcuno. Men che meno verso l’amministrazione comunale di Roccella Ionica, che in questo caso si è dimostrata poco avvezza a confrontarsi con la stampa indipendente.
Quasi quattro anni fa abbiamo fondato questa testata per raccontare vizi e virtù di questo territorio e siamo sempre a disposizione di chiunque abbia qualcosa di interessante da dire. Ma non siamo i servi di nessuno. E questo che sia chiaro a tutti. Anche agli amministratori comunali di Roccella, e siamo sorpresi del fatto che un galantuomo come il sindaco Giuseppe Certomà abbia dato il proprio avallo ad un’iniziativa che appare, oltre che irrituale, assolutamente inopportuna.
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