ROCCELLA JONICA – “Il cambiamento non è stato mai così vicino” è lo slogan di Renzi per il ballottaggio delle primarie. Ma non solo, questo rappresenta anche la sintesi perfetta dei motivi che hanno spinto i renziani a Roccella a promuovere la costituzione del Comitato Adesso della Locride e a ricercare a Roccella il convinto sostegno sul progetto di cambiamento portato avanti dal sindaco di Firenze. E allora ecco la spiegazione quasi in sintesi delle ragioni per cui gran parte del centro sinistra di Roccella sostengono Renzi, «perché la sua proposta ha fato attualità alle ragioni che sosteniamo da anni e che ci spinsero tra anni fa a rompere con le scelte del Pd di Roccella e a promuovere, con qualche ragione, come dimostrato dai risultati del voto, la lista Roccella Prima di Tutto. Il confronto Renzi Bersani non è un confronto tra due persone o tra due programmi più o meno simili, ma è il confronto tra due concezioni della politica e del Pd stesso molto diverse». Da un lato c’è infatti chi vuole profondamente innovare il centro sinistra e la politica italiana riportando al centro dell’azione dei partiti gli interessi della collettività, dando ad essi ruolo primario rispetto agli interessi dei partiti. Dall’altro chi sembra non comprendere la necessità e l’attualità delle richieste di innovazione e risponde ad esse con una visione concessoria del rinnovamento chi si concretizza nella cooptazione di giovani all’interno della organizzazione del partito. «Ma questa condivisione – aggiungono i renziani – delle ragioni non sarebbe stata sufficiente a spingerci ad un impegno diretto se non avessimo capito di essere, finalmente di fronte a primarie vere. Dopo primarie palesemente taroccate o assolutamente inutili, oggi, grazie al coraggio e all’ostinazione di Renzi e a una buona organizzazione, abbiamo assistito a un primo turno tanto partecipato quanto vero. Siamo fiduciosi – commentano – che, nonostante alcune sbavature della organizzazione, ancora non conosciamo l’elenco di chi ha votato al primo turno, altrettanto vero e partecipato sarà il ballottaggio. Nulla è scritto e tutti noi siamo fiduciosi che le ragioni di Reni riusciranno ad attrarre tanti cittadini che al primo turno hanno votato per Nichi Vendola o per gli altri candidati». E dunque questo eccezionale momento di rinnovato interesse dei cittadini alla politica sarebbe mortificato se si leggessero le primarie come un occasione per contarsi. «Noi sosteniamo Renzi – prosegue Vittorio Zito – cercando di convincere il maggior numero di persone della bontà delle sue ragioni. E per questo rifiutiamo la corsa per chiedere il voto a rispettabilissimi quanto ignari cittadini extracomunitari, a favore dei quali sarebbe più utile portare avanti una coraggiosa battaglia per il riconoscimento del loro diritto di voto alle elezioni amministrative. E non lo sosteniamo contro Bersani: se non ci fosse stato il sindaco di Firenze non avremmo votato Vendola, Tabacci o la Puppato. E se il Pd di Roccella si fosse schierato con Renzi avremmo fatto assieme a loro la campagna per affermare le sue ragioni. Noi sosteniamo Renzi perché le nostre ragioni di critica al Pd, che ci hanno portato fuori dal partito e che ci hanno premiato alle elezioni comunali, trovano legittimazione piena nel suo programma e nella sua entusiasmante corsa alle primarie». Dunque secondo i renziani, la lettura che alcuni organi di stampa hanno dato dei risultati del primo turno sembrano distorte da occhiali tanto vecchi quanto incapaci di cogliere il senso stesso di quanto sta succedendo. A Roccella le ragioni di Bersani hanno incontrato il favore di 350 elettori di centro sinistra, mentre quelle di Renzi sono state condivise da 215 elettori. «Chi vede in questo una bocciatura dell’amministrazione – sottolinea Zito – lo fa dando una lettura malevola e strumentale del risultato che non dà ragione né al senso del nostro impegno né alla portata storica delle primarie. Gli amministratori che generosamente hanno condiviso questa avventura lo hanno fatto, infatti, mettendo a disposizione la propria passione e il proprio tempo per convincere il maggiore numero possibile di persone delle ragioni di Renzi e non per costruire truppe cammellate da schierare nei prossimi appuntamenti di partito o di coalizione. Domenica avremo l’ultimo appuntamento con le primarie. Da lunedì – chiosa – qualunque sia il risultato, il Pd non sarà più quello di prima. E tutto questo, con buona pace di qualcuno, con il consenso dei cittadini all’amministrazione di Roccella non ha nulla a che vedere».
SIMONA ANSANI