di Redazione (Fotogallery e Video di Enzo Lacopo)
ROCCELLA – «Mi sento fortunato ad aver avuto vicino i miei amici. E’ importante usufruire di un sistema di tutele per i cittadini all’estero». Assente fisicamente ma presente col cuore Carlo Iannuzzi, il giovane roccellese rimasto vittima di una brutale aggressione in Argentina nel dicembre scorso, intervenuto telefonicamente da Roma nel corso del dibattito pubblico promosso dal comitato “El puente per Carlo” e dall’Aiga sul tema “Quali tutele per le libertà di movimento”. «Ringrazio tutti i ragazzi – ha proseguito il giovane ingegnere informatico – che si sono battuti per farmi tornare con le mie gambe nel mio paese». Il confronto, moderato da Tommaso Daunisi e impreziosito dagli interventi di autorevoli ospiti, ha offerto spunti interessanti sul tema delle tutele per gli italiani all’estero. «Gli stranieri devono avere diritti riconosciuti – ha espresso Fortunato Maria Cacciatore, docente di filosofia all’Università della Calabria – Bisogna restituire il controllo delle frontiere alla politica sottraendolo al controllo della polizia». A mobilitarsi per Carlo Iannuzzi anche la Regione Calabria. A tal proposito l’assessore regionale al welfare Federica Roccisano ha sottolineato «l’importanza di fare rete. Quando abbiamo capito che l’erogazione dei fondi era la prima cosa da fare, il rischio era quello di creare un precedente. Ma era necessario crearlo – ha rimarcato l’assessore – così se qualcuno emigra all’estero sa che c’è un’istituzione che, in caso di necessità, è in grado di prestare assistenza». Sono intervenuti anche il sindaco di Roccella Giuseppe Certomà, il dirigente del Ministero della Salute Maria Novella Luciani e il presidente dell’Associazione Italiana Giovani Avvocati Michele Vaira.
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