di Gianluca Albanese
ROCCELLA IONICA – In tempi di tagli ai servizi nel campo dell’istruzione, anche una piccola-grande battaglia come quella del mantenimento del tempo prolungato a scuola può generare malintesi e situazioni di apparente conflittualità.
È quanto è accaduto nell’istituto comprensivo di Roccella Ionica, laddove le insegnanti della scuola primaria hanno avvertito la necessità di diffondere un documento ufficiale per chiarire la propria posizione e sgombrare il campo da alcune voci che si erano diffuse nella cittadina.
“L’inizio del nuovo anno scolastico – esordisce la lettera aperta – ha uno strano sapore. La maggior parte di noi insegnanti ha appreso con rammarico e stupore quanto sia stata calda l’estate della nostra dirigente. A giugno – prosegue la lettera – ci eravamo lascianti, nell’ultimo collegio docenti, proponendoci si avviare con il nuovo anno scolastico una nuova programmazione con un nuovo orario scolastico: il tempo prolungato. La scelta di questo tempo scuola, con due rientri pomeridiani da dedicare alle attività laboratoriali, motivata dalla volontà di migliorare l’offerta formativa della scuola per i nostri alunni, è stata consapevole, discussa e ampiamente accettata”.
Fin qui la premessa. Quindi, le insegnanti tengono a far sapere che “Ci pare doveroso, alla luce dei fatti accaduti (ricorsi, raccolta di firme, coinvolgimento dei media locali…) fare presente che noi insegnanti non abbiamo subito condizionamenti, né tantomeno coercizioni da parte del gruppo dirigenziale. E’ quindi necessario fare sapere – prosegue la lettera delle insegnanti – che appoggiamo la nostra dirigente e la sosteniamo. Opporsi in questi termini a quanto nel collegio docenti prima e nel consiglio d’istituto in seguito, è stato deciso, insinuando che coercizioni si siano compiute nei confronti degli insegnanti, e che persino queste possano essere esercitate sugli alunni, crea un clima di disagio. Si rischia di spezzare il legame di fiducia fra la famiglia e la scuola, fra famiglia e insegnanti. Noi insegnanti – chiariscono nella lettera – non vogliamo che questo rapporto di collaborazione possa essere messo in discussione. La nostra scelta di un tempo scuola, sulla base delle 30 ore settimanali richieste dalle famiglie, articolato in cinque giorni con due rientri, ci difende e difende la scuola pubblica dai tagli operati attraverso la riduzione del monte ore settimanale, che da 30 passa a 27 ore”.
Dopodiché, le docenti rendono note le loro intenzioni e priorità. “Intendiamo difendere – hanno scritto – il diritto allo studio dei nostri alunni. Intendiamo difendere la scuola pubblica. Intendiamo difendere la nostra dirigente dalle accuse ingiustamente subite e appoggiarla in questo cammino. Ci stupisce che non si capisca il senso e il significato di determinate azioni contro chi la scuola la vuole difendere e valorizzare. Sarebbe stato meglio dimostrare collaborazione e fiducia, appoggiare e sostenere”.
Non manca un rapido elenco di alcuni servizi offerti che costituiscono motivo di vanto per l’istituto. “La nostra scuola – hanno scritto nella lettera – ha molto da offrire: le lavagne “LIM” (in ogni classe del plesso XXV Aprile), i nuovi laboratori di informatica, i laboratori musicali e di scienza. Il nostro istituto si dimostra competitivo e all’avanguardia”.
La lettera si chiude con l’ennesimo attestato di stima e vicinanza a chi è al vertice dell’istituto. “Noi – hanno scritto – stiamo con la nostra dirigente, apprezziamo il suo impegno, ne condividiamo le scelte e ci teniamo a far sapere che respingiamo le (…) insinuazioni operate nei nostri confronti. Fra dirigente e docenti il clima di collaborazione e fiducia non può essere messo in dubbio. Noi guardiamo avanti, con la certezza di agire per il bene della nostra scuola e dei nostri alunni, fiduciose che si possa lavorare in un clima di serenità e di collaborazione ristabilita”.