di Ilario Balì
ROCCELLA JONICA – Nonostante le cinque vele di Legambiente, la bandiera blu e la raccolta differenziata, a Roccella iniziano a serpeggiare i primi malumori per gli sgradevoli olezzi provenienti dall’isola ecologica di contrada Cavone. I residenti sono sul piede di guerra. E la rabbia monta sui social. «Ogni volta che si brucia spazzatura respiriamo diossina e Dio solo sa quanto faccia male» scrive una donna su Facebook. E poi ancora: «Questa è Roccella, non il mare blu. Paghiamo le tasse profumatamente per avere un servizio adeguato, non per rimetterci la salute». Nel quartiere interessato vivono numerose famiglie, con bambini e donne in gravidanza. E il fastidioso tanfo aumenta di pari passo con l’arrivo del caldo. Una situazione da non sottovalutare, e per cui il consigliere di minoranza Chiara Melcore ha presentato un’interrogazione al sindaco e all’assessore all’ambiente. «E’ tempo di porre rimedio ad un problema non più tollerabile – afferma la giovane esponente del gruppo “Roccella bene comune”- se è vero che il Comune ha in dotazione dei prodotti in grado di porre rimedio al forte fastidio del lezzo insalubre, perché non vengono utilizzati?». A causa dello stato di trascuratezza della zona in prossimità dell’isola ecologica, è stata rilevata la presenza di numerosi ratti. «Se avete previsto lo spostamento in un altro sito adeguatamente preposto (e mi auguro lo abbiate fatto lontano dal centro urbano) alla realizzazione di una nuova isola ecologica – si chiede Chiara Melcore – in quali tempi pensate di operare il trasferimento?».