L’ultimo episodio in ordine di tempo si è verificato nella Capitale, nell’istituto paritario “San Gabriele” all’interno del quale il preside è stato letteralmente massacrato di botte dal compagno della madre di uno studente; il motivo? Una sospensione che non è stata affatto gradita. Giannelli, presidente dell’Associazione Nazionale Presidi: “Se un familiare non condivide le decisioni dell’istituzione scolastica ha solo il diritto di adire le vie legali, se aggredisce il personale dovrà essere punito con la massima severità”.
di Antonio Baldari (foto fonte quotidiano.net)
Nel mentre il Ministero dell’Istruzione e del Merito si dà pressoché quotidianamente da fare per ammodernare la Scuola italiana tra assunzioni, Agenda 2030 e tecnologie del futuro, altrettanto quotidianamente, nella stessa Scuola italiana, si registrano degli inaccettabili episodi di aggressioni e violenze nei confronti del personale scolastico: ormai è emergenza in tutto il Paese!
L’ultimo episodio in ordine di tempo si è verificato nella Capitale, Roma, nell’istituto paritario “San Gabriele” all’interno del quale il dirigente scolastico è stato letteralmente massacrato di botte dal compagno della madre di uno studente; il motivo? Una sospensione che non è stata affatto gradita e che, a prescindere, non giustifica il vile gesto perpetrato ai danni del suddetto preside, Raimondo Pietroletti questo il suo nome, che è ora ricoverato in ospedale con ben tre mesi di prognosi!
Un fatto del tutto deprecabile verificatosi una decina di giorni fa e, secondo quanto emerso da una prima ricostruzione, col compagno della madre dell’alunno non accettava il fatto che il ragazzo avesse preso una nota e poi anche la sospensione; tale soggetto ha prima insultato un insegnante, e poi, volendo consumare fino in fondo la propria vendetta, si è arbitrariamente introdotto nell’ufficio del preside intimandogli di annullare il provvedimento disciplinare.
Il dirigente scolastico lo ha invitato a riprendere la calma, ma l’uomo è andato oltre andandosi a scagliare contro Pietroletti, alla presenza dello studente e dei collaboratori presenti; “Una gravissima aggressione” – è stata così definita dal Consiglio d’amministrazione dell’Istituto nell’inviare una comunicazione ai genitori degli alunni perché fossero informati dell’accaduto, sottolineando al contempo che “Piangevano sia il dirigente mentre veniva massacrato di botte, sia il bambino”.
Sono attualmente in corso le valutazioni dei legali che assistono l’istituto, nel mentre il MIM ha attivato tutte le procedure del caso con l’Avvocatura dello Stato, e con gli insegnanti che hanno paura: “La nostra società si augura che questo episodio sia semplicemente riconducibile a una particolare situazione di miseria umana e vuoto educativo e che siano assicurate da parte di tutti le condizioni per proseguire l’attività didattica” – si legge in una lettera della scuola.
A cui fa eco l’intervento di Antonello Giannelli, presidente dell’Associazione Nazionale Presidi, nel momento in cui egli afferma che “Tutte le componenti della nostra società devono farsi carico di questo fardello perché un alunno che impara a rispettare i propri docenti sarà un cittadino migliore – sostiene Giannelli – e comunque, se un familiare non condivide le decisioni dell’istituzione scolastica ha solo il diritto di adire le vie legali, se aggredisce il personale dovrà essere punito con la massima severità”.