di Gianluca Albanese
CAULONIA – «La rivoluzione vive. La lotta continua». Lunedì 17 alle 19,30, al palazzetto delle Carte Geografiche a Roma, avrà luogo la visita del presidente della Repubblica Bolivariana del Venezuela Nicolàs Maduro, che incontrerà il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, il premier Enrico Letta, mentre successivamente sarà ricevuto in Vaticano da papa Francesco e insignito di un riconoscimento da parte della Fao per la lotta alla povertà portata avanti nel suo Paese. Ma Maduro incontrerà anche lo scrittore e giornalista di Caulonia Giovanni Maiolo, autore, tra l’altro, del libro “Geografia dell’anima”, testo scritto dopo un lungo viaggio in America Latina nel corso del quale ha avuto modo di vivere quotidianamente la realtà di diversi Paesi tra cui proprio il Venezuela.
Prima di lasciare spazio al comunicato diramato da Giovanni Maiolo agli organi di stampa, riproponiamo l’articolo relativo alla presentazione del suo libro a Siderno.
“Geografia dell’anima”, pienone per la presentazione del libro di Giovanni Maiolo
Questa, invece, è la nota stampa di Maiolo.
«L’invito rivoltomi dall’Ambasciata della Repubblica Bolivariana del Venezuela in Italia ad incontrare il Presidente Compagno Nicolas Maduro mi riempie di orgoglio e felicità. Sarò onorato, lunedì sera a Roma, di partecipare a questo incontro.
Il Presidente Maduro, che sta continuando con impegno e perseveranza il duro ma importante compito dell’indimenticabile Hugo Chavez Frias, padre indiscusso della Rivoluzione Bolivariana, sta vivendo un momento difficile. L’opposizione, col consenso e il supporto degli Stati Uniti, cerca di destabilizzare il Paese mettendo in discussione l’esito del voto democratico, riconosciuto come tale da tutti gli osservatori internazionali.
Le Rivoluzioni democratiche non piacciono ai custodi del capitalismo criminale. Rovesciarono quella di Allende regalando il paese a Pinochet e alla repressione, alla morte e alla dittatura. La stessa cosa tentarono di fare nel 2002 con il colpo di Stato in Venezuela, sostenuto da Stati Uniti e dalla Spagna di Aznar che riconobbero subito come legittimo il governo golpista mentre il Presidente Chavez era stato sequestrato dai militari, pronti ad ucciderlo. Soltanto l’enorme sostegno popolare che circonda la Rivoluzione e la fedeltà di parte dell’esercito hanno impedito che l’esperienza della Rivoluzione Bolivariana terminasse drammaticamente nel sangue.
E oggi si tenta di fare lo stesso, approfittando della morte di Chavez ed esasperando le tensioni di un paese che negli ultimi anni è diventato faro di democrazia sostanziale. Un paese che ha deciso di sottrarre le proprie risorse naturali alle multinazionali e di nazionalizzarle per finanziare, coi proventi, programmi sociali che hanno ridotto immensamente la povertà. Ragione per cui, a Roma, il Presidente Maduro verrà premiato dalla Fao.
Un paese che è diventato un punto di riferimento per un continente intero che si sta liberando dal giogo soffocante dell’Impero e che sta ritrovando la propria autonomia.
Ma un Paese fondamentale anche per chi dalla vecchia Europa guarda ad un’alternativa di società, che non sia la barbarie del liberismo che grazie al Fondo Monetario Internazionale e alla Banca Mondiale affama i tre quarti della popolazione mondiale.
Noi da qui, dall’Europa della crisi sistemica del capitalismo, guardiamo con attenzione a quanto accade in Venezuela, nonostante la censura totale dei media italiani sui progressi sociali di una Rivoluzione Democratica che evidentemente spaventa i potentati economici del mondo intero, che per questo la coprono di menzogne. Ma nessuno può contenere la forza dei popoli che si vogliono liberare.
Lunedì vorrei dire al Presidente Maduro di non mollare, perché la sua non è soltanto la lotta di Bolivar, di Chavez e del popolo venezuelano, ma è anche la nostra lotta, la battaglia di coloro che vogliono realizzare l’altro mondo possibile, spezzando le catene di un sistema economico che produce dolore e miseria per le popolazioni mondiali, a fronte della ricchezza sfacciata di una piccolissima minoranza. Difenderemo la Rivoluzione Bolivariana, perché è anche la NOSTRA Rivoluzione».
Giovanni Maiolo
PRC Caulonia