DAL COORDINATORE PROVINCIALE DELLA LISTA “SCOPELLITI PRESIDENTE” ORESTE ROMEO RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO IL SEGUENTE INTERVENTO:
La ricorrenza celebrata ieri per commemorare le eroiche vittime dello sterminio concepito dalla furia omicida del regime comunista del maresciallo Tito, assume una valenza assolutamente pregnante e di indiscutibile attualità. Oggi non si procede allo sterminio cruento, ma la sopravvivenza delle persone è messa ugualmente a rischio dagli effetti della crescente crisi internazionale e dalla inefficace azione di contrasto sin qui messa in campo al più vario titolo.
In Occidente, nella Vecchia Europa, qualche idea, in proposito, dovremmo averla maturata. Si parla, infatti, non del tutto a sproposito, di politiche finanziarie ed economiche sintetizzate dalla non fantasiosa locuzione “nazismo finanziario” di recente conio, e con essa si mira a commentare negativamente l’intransigente portata dei diktat concepiti ed incentivati da potentati economici invisibili ai più, che sono i destinatari di un fardello di tasse, prelievi e quant’altro gravosissimo da sopportare. In questo quadro trovano spiegazione i fenomeni di pietosi suicidi, di aziende chiuse come la speranza di persone ritrovatesi improvvisamente senza più casa, lavoro, addirittura affetti. Nello stesso contesto si spiegano anche impensate presenze in politica, non a caso sponsorizzate da gruppi di potere che hanno conosciuto solo i privilegi che i sacrifici degli Italiani hanno consentito alle più grandi aziende del Paese, a partire da quelle esistenti in terra sabauda. Ed in questo processo di palpabile degenerazione si comprende, ma non si giustifica, l’eccesso di “presenza” dello Stato nei rapporti con i cittadini, considerando non solo gli eccessi famelici palesati dalla illiberale idolatria della tracciabilità, ma anche le drastiche riduzioni dei servizi concessi ai cittadini a causa degli indiscriminati tagli inferti alle risorse da destinare agli enti territoriali, primi tra tutti i Comuni, sempre più paralizzati dalla camicia di forza del patto di stabilità, al cui indirizzo, oggi, sono rivolte le “democratiche” proteste del Presidente Errani, senza voler far torto alla massima espressione dell’ANCI, l’uno e l’altra colpevolmente ed ipocriticamente silenti nel momento in cui altrove si distruggevano con palesi ed interessate mistificazioni le libere scelte operate dalla mente e dal cuore della gente. Ed allora, è il caso di interrogarsi se esistano differenze di tipo sostanziale con i vecchi modelli dittatoriali, attesa la percezione di sempre crescente distanza che i cittadini avvertono verso i soggetti dai quali nell’ultimo anno sono stati governati. Il quadro sembra presentarsi sempre meno sfumato agli occhi dell’osservatore, ed il clima appare quello, angosciante, del mors tua vita mea. Le scelte, meglio: le autoritarie pretese, dei governi del Nord Europa sacrificano la storia e l’identità degli europei mediterranei. La grecità, l’italianità, l’essere ispanici sono valori forse già definitivamente immolati sull’altare della cinesizzazione subita dall’economia continentale. : quasi uno scudo a protezione della casta teutonica alla quale disperatamente, dopo Sarkozy, disperatamente si aggrappa lo stesso Hollande, che ha ben presto compreso in quale direzione stesse “girando il mondo”, sino a rendere, i suoi proclami anti-Merkel, solo uno sbiadito ricordo della corsa verso l’Eliseo. Insomma, “scelte” note anche alle nostre latitudini, come insegnano la gestione Monti ed il recente tour berlinese di Bersani; “scelte” che annichiliscono la speranza di politiche dell’Europa organiche e strutturate in direzione mediterranea, irrobustendo, non affondando, quelle protezioni, soprattutto di tipo identitario e culturale, in assenza delle quali l’invasività asiatica ha già avuto modo di manifestarsi a casa nostra in termini netti e decisi.Ciò nonostante, oggi, come allora, assistiamo a fenomeni “carsici”. Non è il caso, pur pertinente, di soffermarsi sulle velleità di chi viene elettoralmente catapultato in casa nostra da apparati di partito che nel tempo abbiamo conosciuto per distacco, prevenzione ed autoreferenzialità: s’intende, invece, rammentare che qualche anno fa il Professor Romano Prodi si recò in Cina, perchè nella veste di premier ottenesse rispetto e protezione dell’economia italiana negativamente interessata dalla disinvoltura con la quale si era già manifestata nel mercato l’aggressività cinese. A distanza di pochi anni si ritrova lo stesso Professor Prodi consulente di Dagong, importante agenzia di rating cinese che ha destato allarme in una recentissima relazione dei nostri servizi di sicurezza a causa dell’acquisizione di significative realtà che fecero le fortune dell’italica economia.Sarà, questo, uno dei motivi per i quali Tabacci candida Prodi al Quirinale?Nel giorno in cui anche il Papa fa un passo indietro, l’augurio è che non finisca come ai tempi della famosa seduta spiritica del sequestro di Aldo Moro, e che i nostri territori sappiano mantenere algida distanza da questa gente, non senza riaffermare con l’orgoglio della gente del Sud un’identità troppo a lungo ignorata della quale, oggi come non mai, il Paese necessita per riacquisire slancio e vitalità.