di Gianluca Albanese
BENESTARE – Era stato uno di pionieri di Sinistra Ecologia e Libertà nel comprensorio, dopo la sua fuoriuscita dal Pd. Stiamo parlando del sindaco di Benestare Rosario Rocca, che con un’accorata lettera rivolta ai propri compagne e compagni di partito, ha ufficializzato l’uscita da Sel.
Proprio lui, che nella zona Sud del comprensorio, sull’asse Benestare-Bovalino, aveva saputo creare una buona classe dirigente di partito, composta essenzialmente da giovani, oggi lascia, parlando di occasioni perse e di una casa politica nella quale non si ritrova più.
«Care compagne e cari compagni, – esordisce la lettera di Rocca –
giungo oggi, dopo mesi di riflessione profonda, ad una scelta difficile e dolorosa. Difficile perché maturata in un tempo segnato da una grave crisi ideale e da grandi contraddizioni morali che albergano, ormai, in ogni articolazione delle istituzioni democratiche e del panorama politico italiano; dolorosa perché non può che essere questo il sentimento che accompagna chi decide di congedarsi dai propri compagni di viaggio e dalla comunità politica con cui ha condiviso un certo senso di appartenenza. Non è facile, credetemi, darvi comunicazione che ho deciso di rassegnare le mie dimissioni dall’Assemblea regionale e di non rinnovare la tessera del Partito. Ma non sarei onesto, prima di tutti con me stesso, se continuassi un percorso che molto si allontana, oggi, dalle mie convinzioni politiche a cui ho dedicato tutto me stesso e a cui non posso rinunciare di rapportarmi con coerenza».
Dopo la lunga premessa, Rocca va dritto al punto, individuando nella fase costituente di un nuovo soggetto politico a sinistra del Pd un percorso nel quale non si riconosce.
«Lascio SEL, – ha scritto Rocca – non per rancori o risentimenti personali, anzi a voi tutti guardo, e guarderò sempre, con smisurato senso di gratitudine, soprattutto per la vicinanza che, incondizionatamente, mi avete dimostrato in circostanze molto difficili della mia storia politica e personale. Semplicemente SEL oggi sceglie di promuovere un progetto che non sento mio. Da un lato perché credo si rischi di produrre l’ennesimo cartello elettorale che finirà per indebolire ulteriormente quell’idea di cambiamento del centrosinistra per cui, tutti noi, ci siamo battuti mettendoci la faccia e l’anima. Inoltre ritengo che rimettere insieme “pezzi di sinistra”, con la conseguente necessità di stabilire equilibri tra più soggetti portatori di vecchie e nuove conflittualità, potrebbe comportare lungaggini estenuanti e dinamiche politiche troppo lontane dai bisogni e dalle speranze della gente».
Ma non solo. Rocca spiega anche l’altra occasione persa, almeno secondo la sua opinione.
«Da meridionalista convinto, – prosegue la lettera – decisi di aderire a SEL perché credevo che il modello pugliese avrebbe finalmente rappresentato una svolta nella relazione, storicamente iniqua (e anche quando a governare il Paese era il centrosinistra), tra Governo centrale e “Questione Meridionale”. Ho creduto, fortemente, che SEL potesse rappresentare non solo un’idea nuova di sinistra di governo, ma soprattutto l’ambizione di cambiare l’Italia, partendo dalle tante criticità ma anche dalle immense potenzialità del nostro Sud. E a mio avviso, la nostra spinta trainante si è esaurita proprio nell’occasione mancata di divenire, con maturità e determinazione, un partito di sinistra europeo e meridionalista. Ci abbiamo provato, con generosità e passione. Ma abbiamo perso!».
Non manca una valutazione a 360° sul quadro politico nazionale.
«Oggi – ha scritto Rocca – tutto è mutato, e una minaccia neofascista e antimeridionale è una possibilità tutt’altro che aleatoria. Ritengo, perciò, che il ritorno ad una idea di sinistra minoritaria e di testimonianza contribuirebbe solo ad una dannosa parcellizzazione delle forze democratiche del Paese. E la storia ci insegna che, in altri tempi, ma non lontani abbastanza, le conseguenze che derivarono da processi analoghi di divisione a sinistra, furono catastrofiche e nefaste per l’Italia e per gli italiani.
Sulle vicende regionali e sulle ragioni della nostra esclusione dalla nuova giunta regionale preferisco astenermi, anche per non porre in essere elementi di ostruzione rispetto ad un confronto sereno che mi auguro, e vi auguro, porti ad una sintesi unitaria e proficua per la sinistra calabrese e per la Calabria.
Da parte mia continuerò, con la passione di sempre, a combattere diseguaglianze ed ingiustizie, non importa da quale angolo o prospettiva, ma sono certo che su quel fronte ci ritroveremo ancora.
Vi abbraccio tutte e tutti.
Rosario Rocca».