di Emanuela Alvaro
Si sa che le donne non resistono al richiamo di scarpe e borse, ma forse in questo caso si è andato un po’ oltre. Rosy Canale di fatto non ha resistito e, trovandosi per le mani somme di denaro pubblico, come emerge dall’ordinanza, piuttosto che farsi effettivamente promotrice, insieme al “Movimento delle donne di San Luca”, “di iniziative volte a diffondere la corretta immagine” del paese e dei cittadini onesti, ha preferito utilizzare tutto quello che si è scatenato mediaticamente intorno e quello che ne è scaturito per raggiungere, piuttosto, un interesse personale.
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Emblematica una sua affermazione in una delle intercettazioni, in questo caso con la madre la quale, ricordandole di fare attenzione a come spende quei soldi e che ne dovrà dare conto, lei dice di fregarsene. C’è da dire che non spende solo per se stessa, ma anche per il padre e per la figlia con la quale, tra le altre cose, sceglieranno una nuova auto.
Nell’ordinanza vengono ripercorse le tappe che poi hanno portato all’apertura della ludoteca, le non indifferenti somme di denaro che sono convogliate perché la stessa vedesse la luce. Infatti la ludoteca viene considerata come un “collettore di potere” non solo, come si legge nelle pagine dell’ordinanza, per il prestigio e il risalto mediatico, ma anche in quanto “convogliatore” di risorse economiche. Un “simbolo di riscatto sociale” che, in quanto tale, dava la possibilità di interloquire con rappresentanti politici e istituzionali. Nell’ordinanza si parla di “passo ben progettato” per far si che il bene confiscato potesse essere utilizzato per interessi personali.
Dalle telefonate intercettate emerge come la Canale si muovesse tra le famiglie malavitose della zona e, se in un primo momento si pensasse propendesse per una in particolare, poi si è capito che in realtà interagiva con loro in base alle proprie necessità e in più si faceva ben volere dalle donne di San Luca perché prospettava loro la possibilità futura di arrivare ad ottenere lavori retribuiti.
Il via alle intercettazioni si ha con la conversazione che lei ha con Caterina Strangio, sorella di Maria Strangio uccisa a Natale del 2006, un avvenimento che poi ne scatenò molti altri.
Nell’ordinanza si ripercorre l’iter di altre iniziative avviate da Rosy Canale utilizzando sempre il “Movimento delle donne di San Luca” come cassa di risonanza per intercettare altri possibili fondi, come il via al progetto delle “Botteghe artigianali”.
Un simbolo antimafia, un’icona come da tanti è stata ritenuta e che, se tutto ciò che le viene imputato, porterà ad una condanna, dovrà fare riflettere in molti.